L’Italia si impegna a schierare altri soldati al confine Est della Nato. In tempi brevi alle unità militari tedesche già schierate in Lettonia e presenti in Romania e Islanda, si aggiungeranno due contingenti in Bulgaria e Ungheria.
L’infame ministro della guerra, il PD Guerini, parla di rafforzamento della postura di deterrenza e rassicurazione con particolare attenzione ai paesi del fianco Est. Si tratta di un potenziamento falsamente difensivo, in realtà aggressivo e di accerchiamento che attende pretesti per entrare direttamente in azione nella guerra in corso.
Ma l’Italia è già presente in Ucraina, ora si appresta a cedere al regime reazionario di Zelensky “dispositivi in grado di neutralizzare al solo scopo difensivo le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile”. Quindi postazioni di attacco alle forze militari russe che evidentemente non resterebbero senza risposta non solo nei confronti delle forze militari ucraine ma anche delle forze che forniscono questi dispositivi.
Ma Draghi va da Biden non solo per rafforzare la guerra, ma per rafforzare le industrie militari italiane garantendo l’acquisto di armi più sofisticate da girare poi a Kiev, come i sistemi anti drone, i missili terra-aria e i sistemi di guerra elettronica per le comunicazioni e i radar.
Quindi, siamo ben oltre quanto dichiarato nei cosiddetti decreti e quanto non dichiarato nel dibattito parlamentare.
L’Italia, insieme alla Gran Bretagna, diventa uno dei due paesi di prima linea della nuova fase offensiva dell’imperialismo Usa/Nato, con impegni che vanno anche oltre quelli decisi comunemente a livello europeo. Sappiamo poi bene che quello che esce sulla stampa è solo una parte di accordi segreti che vengono stipulati in queste occasioni.
Non c’è quindi tempo da perdere per dare forza all’opposizione alla guerra imperialista e all’Italia imperialista in tutti i campi e su tutti i terreni, dalla mobilitazione proletaria del 20 maggio al rilancio dell’azione di presidi e manifestazioni contro le Basi militari Usa/Nato/Italia da nord a sud, da un forte lavoro nelle fabbriche, tra i lavoratori e sul territorio per denunciare lo scaricamento della guerra, l’aumento delle spese militari sui proletari, e per attivare ogni forma di lotta sociale. Naturalmente nessun terreno deve essere trascurato; così come il sostegno ad eventuale opposizione dentro il parlamento contro i provvedimenti del governo e il sostegno del partito principale per la guerra che è il PD.
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