da infoaut
Generosa presenza di oltre 10mila No Tav, a dimostrazione che il movimento è vivo e vegeto e che nonostante i
trent'anni di resistenza alle spalle ha ancora tutta la sua attualità.
La promessa è rappresentata dai volti dei tantissimi giovani che hanno
attraversato la manifestazione con consapevolezza e determinazione. Al
di là della celebrazione della giornata storica del 2005 il popolo No
Tav si confronta e si aggiorna con le nuove sfide che propone il futuro.
Prima tra tutte quella del contrasto al cambiamento climatico, ma anche
in maniera molto più contingente i tentativi di questura e tribunale di
disarticolare e intimidire il movimento con processi, misure cautelari e
denunce marchiate dalla continua eccezione dalla legge e
discrezionalità che porteranno presto alcuni ed alcune attivisti no tav a
scontare condanne definitive come d'altronde sta succedendo già a Luca
Abbà.
Il
Tav, il modello di sviluppo a cui appartiene, la sua palese
insostenibilità rappresentano un ecocidio (quello che sta succedendo a
Salbertrand è paradigmatico in questo senso). E il contrasto a questa
follia è il volano in cui si connettono le istanze delle diverse
generazioni in piazza.
Notevole
la presenza degli studenti di Fridays for Future - Valsusa e dei
giovani No Tav che nei loro interventi sottolineano la correlazione tra
cambiamento climatico e dissesto idrogeologico come dimostrano i recenti
disastri.
La
marcia dopo aver attraversato il centro di Susa ha imboccato la statale
verso Venaus si è fermato al bivio dei "passeggeri" per ricordare la
giornata di lotta che nel 2005 proprio in quel luogo vide il popolo No
Tav sfidare il dispositivo di polizia e riuscire a sfondare il cordone
per smontare il cantiere. Lì dove doveva sorgere il Tav oggi vi è
l'arena dove si tiene ogni anno il Festival Alta Felicità: immagine
semplice che descrive quale sia l'idea valsusina di abitare e prendersi
cura del territorio.
Il
corteo si conclude in borgata 8 dicembre con la consapevolezza che il
popolo No Tav ha ancora tanta storia da scrivere e che in molti sono
pronti a legarsi gli scarponi per resistere fino alla fine.
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