Bisogna fare una battaglia per indirizzare l’astensionismo. Abbiamo davanti il compito di dare una prospettiva al non voto. Dobbiamo far bene il lavoro alle fabbriche sulla base della nostra esperienza, positiva e negativa. Nei quartieri è più complicato, ma dobbiamo lavorare per radicarci, perché il carattere del non voto è proletario e popolare.
E' questa la sfida che noi dobbiamo accettare.
La nostra battaglia alla fabbrica va fusa con il lavoro di formazione operaia. Abbiamo avuto una buona reazione nella campagna per il centenario della Rivoluzione d’Ottobre. Questo ci aiuta e ci apre le porte. Le fabbriche sono il terreno favorevole per noi nello scontro con gli opportunisti, che portano ideologicamente e politicamente il riformismo. Coloro che riempiono le liste anche di 'Potere al popolo' si sono già schierati contro le masse, contro le lotte fatte e da fare e non ne possono essere i rappresentanti, neanche elettorali.
Potere al popolo non è in grado di recuperare voti tra gli operai... Gli operai stanno cercando un'altra strada. Il problema per noi è riuscire a essere un punto di riferimento. Siamo attrezzati per combattere i nuovi riformisti perché li conosciamo.
Il nostro obiettivo è di combattere queste posizioni in questi due mesi, poi prendiamoci gusto e sloggiamoli casa per casa.
E' importante la critica a 'Potere al popolo'. Dietro le assemblee, nelle facce di chi sta facendo questa campagna, non c’è nulla, c’è la diserzione dalle lotte; nè si tratta, al di là delle apparenze, di giovani se si guarda alle liste in preparazione, nè deve essere concesso troppo spacciarsi come giovani, nuovi, ecc. Noi dobbiamo opporre fatti a fatti.
da un intervento al seminario di proletari comunisti
gennaio 2018
da un intervento al seminario di proletari comunisti
gennaio 2018
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