Lunedì 30 aprile, abbiamo partecipato al corteo degli operai ex Fiat a Termini Imerese, un corteo di circa 1000 persone dove non vi era però la presenza piena degli operai sia tra gli esodati (che in tutto sono circa 600) che tra gli operai in cassa integrazione, più presenti indotto e operai e operaie delle ditte di pulizia e mensa, corteo infarcito poi di gente varia proveniente per lo più dalle istituzioni.
Poche anche le bandiere dei confederali, non è circolato alcun volantino tranne quello nostro sul 1 maggio internazionalista e quello dello Slai Cobas per il sindacato di classe più specifico sulla questione exFiat/Dr Motor che venivano presi o richiesti dagli operai.
Durante la manifestazione abbiamo avuto modo di parlare con alcuni operai, il clima è caratterizzato da aspetti di pessimismo e preoccupazione per un futuro che si delinea sempre più cupo visto che a tutt'oggi la situazione è in una fase di stallo, e se per gli esodati ancora la situazione non si è sbloccata per gli altri operai si tratta di cassa integrazione fino a dicembre, e poi??? Ma tanta è anche la rabbia per i ritardi e le complicazioni relative all'operazione passaggio dalla Fiat alla Dr Motor confermata dalle ultime notizie, riportate anche dal quotidiano la Repubblica di Palermo: “Cinque mesi di ritardo sulla tabella di marcia che pesano sulle spalle dei 2.200 operai e iniziano a fare dubitare della solidità del piano di Dr Motor. Tre istituti di credito, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Monte dei Paschi di Siena, che respingono al mittente la richiesta di prestito avanzata da Massimo Di Risio. Il silenzio da parte delle istituzioni, che non riescono a dare risposte rassicuranti ai sindacati. La questione dei 640 esodati, rimasti senza tutele dopo la retromarcia del governo Monti e che adesso rischiano di compromettere l’intero progetto di riconversione. (…) con le banche che non vogliono concedergli i 95 milioni di euro necessari per avviare la produzione. Nonostante siano garantiti al 90 per cento dalla Regione. (…) Alla base delle preoccupazioni degli istituti di credito c’è la posizione finanziaria della casa madre a Macchia d’Isernia: 30 milioni di euro di debiti, un fatturato che nel 2011 è stato di 16,4 milioni, a fronte di costi per 26,5 milioni e di una perdita di 11. Situazione che condiziona l’erogazione degli stipendi dei 180 lavoratori (60 dei quali in cassa integrazione da febbraio), che non vengono pagati da novembre.(…) Ma Invitalia getta acqua sul fuoco e assicura che la situazione si risolverà presto. “Ci sono – spiegano all’agenzia partecipata dal ministero dell’Economia – quattro società pronte a entrare nel capitale di Dr con immissioni di liquidità. Sono già partner tecnologici di Di Risio che hanno manifestato l’interesse a diventare soci azionari e potrebbero sbloccare il prestito delle banche.”
Se questi nuovi partner sono stati scelti con la stessa “cura” con cui Invitalia ha scelto Di Risio i dubbi restano tutti!
Ma la rabbia di diversi operai era indirizzata anche alla mancanza di proposte concrete di lotta da parte dei sindacati tutti. Alcuni di loro ci hanno detto che all'assemblea che si era tenuta la settimana precedente sempre a Termini, al Comune, l'atmosfera era incandescente, una buona parte degli operai ha protestato contro Fim, Uilm e la stessa Fiom per la non mobilitazione di questi ultimi mesi, una giovane operaia in particolare, la stessa che insieme ad altri giovani operai a dicembre ai cancelli della Fiat aveva contestato Mastrosimone dicendo che non si doveva lasciare la fabbrica ma occuparla, anche ora ci ha detto di avere proposto insieme a qualche altro operaio di mettere in campo un'azione forte "tanto che abbiamo da perdere" proponendo di nuovo l'occupazione, ma è stata subito zittita da tutti i sindacalisti che hanno immediatamente posto la questione dell'impossibilità della cosa dicendo che "non ci sono le condizioni", il pericolo della repressione delle forze dell'ordine che scatterebbe subito con denunce, e via di seguito, che bisogna mantenere "l'unità" e non seminare divisione…
Questi operai hanno concordato con noi sul fatto che i sindacati, aspettando "il miracolo" hanno continuato a concentrarsi solo sulle richieste e attese verso il governo nazionale e regionale facendo così deviare la lotta dall'obiettivo principale, cioè il padrone fascista Marchionne.
Adesso con la questione DrMotor i sindacati continuano a fare appelli al governo Monti e alla Regione invano (anche la riunione che ci doveva essere il 3 maggio è saltata) e gli operai??? devono continuare a stare a casa ad aspettare o devono rialzare la testa??? quando gli operai si mobilitano realmente prendendo nelle loro mani la lotta le cose possono avere un corso diverso, vedi per esempio la forte lotta messa in campo dagli operai della Fincantieri nei mesi scorsi che ha messo un temporaneo freno al piano di migliaia di licenziamenti nei vari stabilimenti…
A cinque mesi dal previsto inizio delle attività le affermazioni di Invitalia sembrano fare il paio con quelle fatte in tutto questo periodo per tenere buoni gli operai! Landini e Mastrosimone continuano con i buoni propositi riportati dal quotidiano: “Se non ci saranno risposte in tempi rapidi, daremo visibilità nazionale con le opportune iniziative” minaccia il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Adesso se ne accorge!!! “Non c’è più tempo – dice Roberto Mastrosimone della Fiom Palermo – a questo punto, se Di Risio non è un interlocutore credibile, preferiamo che ce lo dicano adesso e che si trovi un’altra soluzione,” e "basta con le manifestazioni civili del cazzo!" ha detto durante il comizio dopo il corteo nella piazza di Termini "se non ci saranno risposte concrete metteremo in campo iniziative di lotta ogni giorno senza fermarci"; alcuni operai hanno applaudito più per incoraggiamento che per vera convinzione.
La prima “novità” di questo “cambio di passo” è stata la modifica del nome del viale davanti Fiat: da Viale Gianni Agnelli a Viale del Primo Maggio!!!
Noi rimaniamo convinti che gli operai devono occuparsi direttamente del proprio destino...
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