mercoledì 2 maggio 2012

1 maggio - Risoluzione N°1 approvata alla Riunione Speciale di Partiti mlm del Movimento Rivoluzionario Internazionalista

Il sistema imperialista sta attraversando la sua più grave crisi dagli anni '30. I tentativi attuali per affrontarla e superarla non fanno che approfondirla ed estenderla.
La crisi strutturale, esplosa nel campo della finanza, si è gradualmente estesa il campo della produzione, provocando una crescente recessione. La crisi procede secondo la legge dello sviluppo diseguale all'interno della ricerca della massima estorsione del plusvalore e della contesa sul mercato mondiale.
La crisi trova origine nelle leggi stesse di funzionamento del sistema capitalista. Essa è la manifestazione dei limiti della produzione per il profitto e della contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione, tra carattere globale e generalizzato della produzione e appropriazione privata. Nello scenario mondiale ciò significa un divario sempre più grande tra la ricchezza di un pugno di paesi imperialisti e la povertà di tre quarti dell'umanità dei paesi oppressi dall'imperialismo; tra la ricchezza nelle mani della borghesia e l'impoverimento assoluto e relativo dei proletari e delle masse popolari all'interno dei paesi imperialisti; tra la straripante ricchezza di una borghesia compradora e parassitaria e le condizioni di vita di miseria e fame delle masse proletarie e popolari nei paesi oppressi dall'imperialismo.
È evidente che un sistema dominato da queste leggi, queste dinamiche, non può che andare in crisi, e sovrapproduzione ed eccedenza dei capitali diventano fattori di crisi.
I fenomeni di “finanziarizzazione” speculativa ed accentuata sono la punta di iceberg della dinamica del sistema che diventano il punto di implosione ed esplosione.
La “finanziarizzazione” dell'economia, principale causa immediata di questa crisi, tende a respingere qualsiasi controllo. Perciò gli sforzi del capitalismo e delle potenze imperialiste dominanti di uscirne attraverso regole e controllo dei mercati finanziari e utilizzo degli sbocchi offerti dagli alti tassi di crescita, anche se disarticolati, di alcuni dei paesi, quali Cina, India e Brasile, non hanno avuto finora successo. Anche se questi sforzi non vanno sottovalutati, essi non possono che assicurare una ripresa temporanea che apre le porte a nuove crisi ancora più laceranti.
Il mondo è ancora di fronte a due possibilità: o l’uscita dal capitalismo o una dolorosa ripresa temporanea da questa crisi rafforzando, potenziando i meccanismi del capitale e prolungando così la miseria delle masse.
Le borghesie imperialiste di tutto il mondo approfittano della crisi per ristrutturare l'imperialismo su scala mondiale e salvarlo nell'interesse della propria classe, in funzione dei loro profitti. Questo porta a scaricare l’odioso peso della crisi sui proletari e le masse popolari. Nei paesi oppressi dall’imperialismo come nei paesi imperialisti, aumentano la disoccupazione, la precarietà, il costo della vita e si intensifica lo sfruttamento sino a forme di moderno schiavismo, si tagliano i diritti dei lavoratori, si cancellano le loro conquiste sociali acquisite in anni di lotte, si chiudono le fabbriche con massicci licenziamenti, si mandano in rovina e si inducono al suicidio i contadini, si sviluppano tagli delle spese sociali e privatizzazioni della scuola, sanità, si estende la logica della mercificazione e del profitto ai beni primari, acqua, aria, sole, ecc.
Queste politiche si svolgono all'interno di una contesa imperialista per il dominio del mercato mondiale e delle zone geopolitiche strategiche, ma il carattere unitario delle politiche per scaricare la crisi sui proletari e le masse popolari è ben evidente.
Le politiche dell'imperialismo accentuano e rendono sempre più catastrofici gli effetti del sistema in termini di disastri ecologici e naturali. L’imperialismo trasforma fattori di sviluppo nel campo della scienza, della cultura e scolarizzazione, dell’informatizzazione e accesso ai mezzi di informazione, comunicazione, dell’estensione delle libertà dei giovani e dei processi di emancipazione femminile, in nuove e più raffinate catene. Nel contesto della crisi ciò produce la massiccia disoccupazione intellettuale, il controllo sociale e le forme più esasperate di imbarbarimento, il nuovo attacco neo medioevale ai diritti delle donne, l’irregimentazione della gioventù.
I frapporti di forza tra gli imperialisti sono fluttuanti. Pur restando gli USA la sola superpotenza, le loro potenzialità sono considerevolmente indebolite dalla resistenza delle loro vittime e dalla crisi. Questo lascia un certo spazio al raggruppamento dell’UE, anche se fattori simili hanno impatto negativo anche sulle sue posizioni. La Russia non è altrettanto colpita dalla crisi. Grazie all’asse con la Cina e consolidando i legami con le repubbliche ex-sovietiche, ha guadagnato un certo vantaggio e ha incrementato la contesa. Nel complesso, la collusione resta principale nelle relazioni  interimperialiste, ma l’imperialismo in crisi sviluppa contraddizioni al suo interno che possono divenire potenziali fonti di una nuova guerra mondiale. Le potenze imperialiste, principalmente gli USA, scatenano ed accentuano guerre di aggressione, invasione e neocolonialismo nei diversi scenari del mondo in cui i loro interessi sono vitali o minacciati. Nello sviluppare queste guerre proseguono nella corsa agli armamenti e si dotano di strumenti militari sempre più devastanti, superando ogni limite sancito dalle convenzioni internazionali e dai diritti umani.
Nei paesi oppressi, una qualche forma di controllo fascista è sempre stata la norma, anche là dove esiste un sistema parlamentare. Negli ultimi anni una tendenza al moderno fascismo cresce anche dentro i paesi imperialisti. Ciò prende forma secondo caratteristiche della storia, della realtà e della cultura di ciascun paese, punta a riaffermare forme totalitarie, razziste, securitarie e da Stato di polizia del dominio della borghesia.
L’imperialismo è miseria, reazione e guerra. La crisi svela come benessere, democrazia e pace diventano sempre più parole che coprono una sostanza opposta.
La devastante crisi economica dell'imperialismo e i suoi effetti sui proletari e le masse popolari hanno risvegliato in tutto il mondo un’ondata di lotte e rivolte.
Nei paesi oppressi dall’imperialismo, le proteste, le ribellioni, le lotte di liberazione hanno trovato nelle rivolte dei Paesi arabi e del Golfo Persico una nuova altezza e una nuova alba. Giovani, proletari e masse popolari, e in alcuni casi settori organizzati di operai, hanno attaccato e rovesciato regimi dittatoriali asserviti all'imperialismo che sembravano inamovibili. Ciò ha aperto la strada a nuove rivoluzioni di nuova democrazia antimperialista, antisionista, antifeudale.
Regimi falso antimperialisti, come quelli di Libia, Siria, Iran, o apertamente filo imperialisti come quelli di Arabia Saudita, Bahrein, Yemen, Marocco, Algeria, così come i regimi militari che si sono sostituiti ai tiranni reazionari in Tunisia ed Egitto, hanno scatenato eccidi, repressioni. Nascondendosi dietro la bandiera della democrazia, l’imperialismo è intervenuto in queste lotte e ha manovrato per rimuovere regimi inaffidabili e sostituire dei servitori logorati con degli altri nuovi. Hanno lanciato la guerra e occupato la Libia, ma l'ondata delle “primavere arabe” continua. Complessivamente, esse hanno conseguito un’importante posizione quale nuovo fronte nella battaglia tra imperialismo e popoli. Si uniscono a quelle già esistenti in Iraq, Afghanistan e Palestina. In questi pesi l’occupazione e le invasioni dell'imperialismo e dei sionisti hanno incontrato una dura resistenza. Ciò li ha costretti a rivedere i loro piani di occupazione e ha sostanzialmente impedito la realizzazione dei loro obiettivi. Oltre che nei paesi arabi e dell’Asia occidentale, anche in America Latina, Africa e altre regioni dell’Asia i popoli sono ripetutamente scesi in piazza per resistere agli attacchi contro le loro condizioni di vita. Notevoli sono la persistenza e la crescita degli scioperi operai e delle lotte contadine in Cina.
In questa nuova ondata di lotte e resistenza dobbiamo sostenere e rafforzare la lotta per la liberazione dei popoli e per la nuova democrazia, verso il socialismo e il comunismo, e contrastare le correnti filo occidentali e islamiste che cavalcano la tigre della lotta popolare per imporre nuove catene e nuova subordinazione alle classi reazionarie e ai padroni di sempre, l’imperialismo, principalmente USA ed europeo.
L’ondata di agitazione, i focolai di ribellione e le lotte che coinvolgono centinaia di migliaia di giovani nei paesi imperialisti sono un tratto caratteristico del mondo attuale. Le entusiasmanti rivolte dei giovani proletari, che scuotono le cittadelle imperialiste, segnano l’entrata in campo di una nuova generazione. Davanti a una vita senza futuro gridano che “ribellarsi è giusto” e dichiarano che è il capitalismo che non deve avere futuro. Questo sviluppo si appaia, ora in fusione, ora in parallelo, a una crescita delle lotte operaie. Gli scioperi generali hanno richiamato alla lotta l'intero movimento operaio, in particolare nei paesi più duramente colpiti dalla crisi: Grecia, Spagna, Italia ...
Le lotte operaie hanno avuto un nuovo sviluppo nei paesi dell'Est Europa, dove al morso del capitalismo selvaggio succeduto al crollo dei regimi falso socialisti si è aggiunto il loro rapido trasformarsi in sistemi ancora peggiori dei precedenti.
Nuove ondate di immigrati affollano i paesi imperialisti nella speranza di una vita migliore. Essi fuggono dalla miseria e devastazioni di guerra causate dagli stessi paesi imperialisti. Per raggiungere la loro meta devono mettere a rischio la loro vita attraverso indicibili sofferenze, che spesso trasformano i mari in cimiteri. Gli imperialisti rispondono con dure leggi anti-immigrati e razzismo. L'emergenza del moderno fascismo, degli Stati di polizia, la crescente frequenza di guerre di aggressione e leggi anti-immigrati leggi trovano risposta da parte delle masse con lo sviluppo dei movimenti anti-fascista e anti-razzista e di vasti movimenti contro la guerra.
È in questo contesto che si sviluppa ed emerge una potenziale nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale che ha come punti di riferimento e ancoraggio strategico le guerre popolari guidate dai partiti maoisti. A ciò va aggiunta la preparazione di numerose nuove guerre popolari, in particolare in Turchia e sud Asia, con le potenzialità di essa nei paesi dell’America Latina, e, in tutto il resto del mondo, la costituzione dei partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti. In questo quadro, i nuovi partiti comunisti MLM nei paesi imperialisti rappresentano le potenzialità per un salto di qualità della lotta rivoluzionaria nel mondo e per l’unità delle due correnti della rivoluzione proletaria mondiale: la rivoluzione proletaria e socialista nei paesi imperialisti e la rivoluzione di Nuova Democrazia in marcia verso il socialismo nei paesi oppressi dall'imperialismo.
Tutto questo dimostra che la contraddizione principale nel mondo è tra imperialismo e popoli oppressi; mentre si acutizzano anche sia le contraddizioni tra proletariato e borghesia sia le contraddizioni interimperialiste. Emerge sempre più chiaro nella crisi che la rivoluzione è la tendenza principale.
Nell’attuale situazione internazionale il compito dei comunisti è fare la rivoluzione nei diversi paesi, perché la rivoluzione è l’unica soluzione alla crisi, l’unica via d’uscita dall'imperialismo e il solo modo per raggiungere il fine ultimo delle lotte dei proletari e dei popoli oppressi.
Ciò richiede il rafforzamento e la costruzione di partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti in ogni paese, come partiti comunisti di tipo nuovo, come reparti d’avanguardia del proletariato e nucleo dirigente di tutto il popolo, come partito di combattimento per la rivoluzione.
Nei paesi oppressi dall'imperialismo avanza la prospettiva della guerra popolare. In India, la guerra popolare diretta dal Partito Comunista dell’India (Maoista) resiste con successo agli attacchi senza precedenti del nemico ed è in grado di espandersi e progredire. La guerra popolare nelle Filippine diretta dal Partito Comunista delle Filippine avanza e si afferma come parte importante dell’ondata della rivoluzione mondiale. La guerra popolare in Perù, iniziata sotto la guida del Partito Comunista del Perù diretto dal presidente Gonzalo, rimane un faro ideologico e strategico per l’intero movimento comunista internazionale. Anche se subisce battute d’arresto causate dagli attacchi del nemico e dei revisionisti all'interno del partito, la lotta per superare questi ostacoli continua. In Nepal, dieci anni di guerra popolare hanno arricchito la storia e l'esperienza del movimento comunista internazionale e fatto un significativo passo avanti verso la vittoria della rivoluzione di nuova democrazia. Ma negli ultimi è emersa una linea revisionista che tradisce la guerra popolare e la rivoluzione, capeggiata da Prachanda e Bhattarai. I maoisti all’interno del Partito Comunista del Nepal Unificato (Maoista) devono salvaguardare la rivoluzione e riprenderne la marcia, rivoltandosi contro quella linea e mantenendosi saldi contro le esitazioni centriste, dentro e fuori del partito. In Turchia, le lotte rivoluzionarie guidate dai maoisti stanno avanzando seguendo la strategia della guerra popolare adattata alle condizioni di questo paese, posto com’è tra due scacchieri internazionali, i paesi imperialisti europei e i regimi reazionari dell’Asia occidentale. In altri paesi del Sud Asia e America Latina, la guerra popolare è in preparazione per nuovi inizi e avanzamenti. È compito dei comunisti di tutto il mondo mettere in pratica l'internazionalismo proletario, divulgare e sostenere le guerre popolari e le lotte rivoluzionarie.

Nei paesi imperialisti vanno sempre più in crisi l'elettoralismo, il parlamentarismo e il riformismo politico e sindacale e, attraverso ciò, il revisionismo fa bancarotta. Sempre di più avanza e si rafforza nel movimento operaio e popolare il bisogno di un’organizzazione rivoluzionaria e di una strategia rivoluzionaria per rovesciare la borghesia e conquistare il potere. Si diffonde l’idea che finché il proletariato non sarà al potere è illusorio pensare che la sua sorte possa migliorare. Le lotte operaie e le rivolte proletarie e giovanili devono coordinarsi ed elevarsi in una prospettiva di rovesciamento dei governi e degli Stati della borghesia per la presa del potere da parte del proletariato. Per trasformare queste esigenze in realtà, questi movimenti in rivoluzione, occorre costruire partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse, per la rivoluzione proletaria, con la strategia marxista-leninista-maoista della guerra rivoluzionaria che culmini con l’insurrezione, adattata a ciascun paese secondo le sue condizioni concrete.
In tutti i paesi servono partiti comunisti basati sul marxismo-leninismo-maoismo, capaci di dirigere la lotta di classe in tutti i campi, finalizzata alla conquista del potere politico. In ogni paese i comunisti maoisti sono impegnati a rispondere all’esigenza di una direzione scientifica e determinata della lotta di classe, combattendo ogni tipo di deviazione riformista e revisionista o dogmatico estremista in tutte le loro forme.
La nostra classe può contare sull'immenso tesoro di esperienza delle lotte e delle rivoluzioni a oltre 140 anni dalla nascita della gloriosa Comune di Parigi, attraverso le vette della Rivoluzione d’Ottobre, della Rivoluzione Cinese e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria. Dobbiamo imparare dalle nostre vittorie come dalle nostre sconfitte, dalla nostra correttezza e dai nostri errori.
Sempre, in tutta la loro storia, i comunisti hanno costruito, partecipato e contato su una organizzazione internazionale del proletariato e delle masse oppresse. Senza la Prima, la Seconda, la Terza Internazionale, il movimento comunista non si sarebbe diffuso in ogni angolo del mondo né avrebbe realizzato le sue grandi vittorie, e non avrebbe tratto insegnamento dalle sue temporanee sconfitte.
La battaglia di Mao è stata una battaglia internazionale che ha permesso la rinascita dei partiti comunisti dopo l’affermazione nel movimento comunista internazionale del revisionismo kruscioviano.
Dopo la morte di Mao e la fine della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, la nascita del Movimento Rivoluzionario Internazionalista ha permesso ai marxisti-leninisti-maoisti nel mondo di cominciare ad unirsi su scala internazionale per riprendere la marcia verso una nuova Internazionale Comunista.
Oggi, a fronte della crisi e del collasso del MRI, bisogna ricostruire l’organizzazione internazionale dei partiti e organizzazioni marxisti-leninisti-maoisti sulla base delle esperienze positive e negative del MRI. La situazione attuale presenta la necessità di unire in questa nuova organizzazione tutti i partiti e le organizzazioni MLM, dentro e fuori del MRI, per un salto politico e organizzativo. Ciò è necessario per porre il movimento comunista all’altezza della lotta di classe del nuovo secolo. Così si può dare risposta alle necessità del proletariato e delle masse oppresse oggi che fronteggiano gli effetti della crisi dell’imperialismo.
La nuova organizzazione internazionale deve raccogliere nel suo seno partiti e organizzazioni comuniste autenticamente MLM, che esistano e agiscano nella lotta di classe, che trasformino la teoria rivoluzionaria in pratica rivoluzionaria, che sappiano essere parte avanzata e integrante del proletariato e delle masse oppresse, liberandosi dalle scorie vecchie e nuove non solo del revisionismo ma del rivoluzionarismo piccolo borghese e del “virtualismo” autoreferenziale.
Per costruire questa nuova organizzazione internazionale occorre rompere con il revisionismo in tutti i suoi aspetti e in particolare con quelli che hanno portato all’attuale crisi e collasso del MRI, la “nuova sintesi” post-MLM di Bob Avakian nel PcrUSA e la linea revisionista affermata nel PCUNm da Prachanda/Battarai.
La nuova organizzazione internazionale dovrà dotarsi di un centro operativo, la cui vita interna deve corrispondere allo stadio e ai metodi condivisi da partiti e forze che danno vita a questa organizzazione, in particolare traendo lezione dalle esperienze positive e negative del CoRim.
L’organizzazione internazionale dei comunisti MLM è e deve essere il nucleo centrale di un fronte, alleanza internazionale antimperialista dei proletari e dei popoli oppressi.
È questo che potrà permettere ai partiti comunisti MLM di affermare, sviluppare, il marxismo-leninismo-maoismo, realizzare una nuova unità del movimento comunista internazionale, porlo alla testa della lotta dei popoli del mondo e scatenare pienamente e realizzare la potenziale nuova ondata della rivoluzione mondiale.
L'imperialismo non ha futuro, il futuro è del comunismo!

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