A Bologna è comiciata la seconda edizione del Festival antifascista (28 maggio-6giugno) con un programma veramente ricco ed interessante: dibattiti, film, teatro, presentazioni di libri...
La Rete per la sicurezza sul lavoro è stata invitata a partecipare al dibattito sulla sicurezza sul lavoro organizzato dal Collettivo Malasorte e dal Circolo Iqbal Masih di Bologna allo spazio Durruti, all'interno del Festival, domenica 30 maggio.
Giovani, operai, rls, lavoratori delle cooperative sociali di Bologna, hanno affrontato la questione sicurezza nei luoghi di lavoro approfondendo leggi e socializzando esperienze di lotte.
Marco Spezia, ingegnere e tecnico della sicurezza, ha trattato la correlazione tra precarietà e infortuni sul lavoro, il Testo Unico sulla sicurezza, le rappresentanze dei lavoratori.
Un operaio è intervenuto per dire che le leggi per prevenire gli infortuni ci sono ma padroni e sindacati le tengono fuori dalla fabbrica.
Sono intervenuti i lavoratori e le lavoratrici delle coop sociali di Bologna sulla questione del "burnout", disagio da stress lavoro correlato, tipico di chi lavora a contatto con un disagio psichico e fisico, l'ambivalenza del suo riconoscimento come malattia professionale che può essere motivo di mobbing nelle aziende coop sociali.
E' intervenuta la Rete con i compagni di Ravenna partendo dalla presentazione del dibattito sul punto di vista antifascista sulla questione sicurezza sul lavoro, definendo fascismo la dittatura padronale, il sindacalismo confederale neocorporativo, le leggi sulla precarietà e la politica di questo governo contro i lavoratori (dal collegato lavoro alla dichiarata volontà di cancellare lo Statuto dei Lavoratori...). Poi si è presentata la Rete e sono stati ripresi i temi del Convegno del 13 Marzo a Ravenna ed è stato fatto appello alla mobilitazione per il processo/rappresaglia per l'occupazione dell'agenzia interinale Intempo.
Sono state ricordate le prossime scadenze di Viareggio e la campagna immigrati/sicurezza sul lavoro.
Di seguito il dramma e la poesia di Stefano Seproni della Compagnia delle Ceneri ha presentato un monologo del suo spettacolo "Ballata per una morte bianca".
Poi il toccante documentario di Giuliano Bugani, "Anno 2018: verrà la morte" sulla strage dell'amianto con molte testimonianze e le previsioni di una strage di operai che avrà il suo apice tra qualche anno.
Da segnalare che Bugani si è reso disponibile a portare questo suo documentario a Ravenna dove gli ex operai enichem lottano per il riconoscimento per l'esposizione. Ma non solo, intende realizzare uno spettacolo teatrale su Luca Vertullo da portare davanti ai cancelli delle fabbriche e al porto.
Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna
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