giovedì 3 giugno 2010

pc quotid 3 giugno - 2 GIUGNO SCENDONO IN PIAZZA I “DIFENSORI” DELLA COSTITUZIONE...

2 GIUGNO SCENDONO IN PIAZZA I “DIFENSORI” DELLA COSTITUZIONE, OVVERO : UN MODO “DIVERSO” DI FESTEGGIARE LA REPUBBLICA DEI DIRITTI NEGATI

"La necessità di difendere la Costituzione è un tema di assoluta qualità - ha affermato Rosati -. Va difesa e va promossa nella sua applicazione. Purtroppo oggi siamo in presenza di un attacco all’informazione, all’autonomia dei giudici, con pesantissimi tagli alla scuola e quindi al diritto all’istruzione per non parlare dei diritti dei lavoratori e della cultura. Non si puo’ stare fermi, c’è l’esigenza di mobilitarsi insieme a una rete di tantissime associazioni. Abbiamo trasformato l’appuntamento del 2 Giugno in una grande festa della Repubblica ma anche per la Costituzione".

Queste le parole del segretario milanese della Cgil per spiegare il senso della “contro/manifestazione” del 2 giugno. Manifestazione promossa oltre che dalla Cgil, dall’Anpi, Casa della Carità, Libera e popolo Viola. Un corteo molto partecipato nel quale spiccavano oltre le bandiere della Cgil, quelle arcobaleno e cartelli che citavano alcuni articoli della Costituzione, in particolare: quello sugli eguali diritti per tutti senza distinzione di razza; quello sul diritto al lavoro; libertà di pensiero; l’art. 11 che rifiuta la guerra; ma anche il collegare il 25 Aprile con il 2 giugno. In apparenza l’iniziativa poteva apparire come una sorta di presa di distanza dalla parata capitolina, dove si sono concentrati coloro che questi diritti li sta frantumando. Ma al di la della genuina partecipazione dal basso, non pensiamo che i promotori siano i soggetti deputati alla difesa dei diritti dei lavoratori, della libera informazione, diritto allo studio, rifiuto della guerra, degli antirazzisti, degli antifascisti.
Senza fare la disamina degl’ultimi 60 anni, facciamo alcuni esempi recenti per smascherarne opportunismo e revisionismo. Quando Rosati parla del legame tra 25 Aprile e 2 Giugno, e quindi del legame che dovrebbe esserci tra Resistenza e Carta Costituzionale nata da essa. Ma così non è. L’operazione della Cgil è quello di difendere il suo di operato, quello che si è manifestato il 25 Aprile di quest’anno, quando prima, la Cgil, ha schierato il suo servizio d’ordine (rinforzato dalla digos) per impedire che gli antifascisti arrivassero in Piazza Duomo e contestassero la presenza sul palco della Moratti e Podestà, cioè quelli che di razzismo e moderno fascismo ne praticano tutti i giorni. Ma il “signor” Rosati ha fatto di più il giorno dopo, bollando come “teppisti e violenti” gli antifascisti, “dimenticandosi” che per cacciare i nazi/fascisti non erano bastati gli slogan e che una generazione di giovani, operai, intellettuali, donne, ha sacrificato la propria vita e sconfitto con le armi la barbarie fascista. Sulla stessa lunghezza d’onda l’Anpi, che mentre questo governo continua ad attaccare i valori e gli insegnamenti della Resistenza e la giunta Moratti continua a sfrattarla dalle sue sedi, ha difeso il “diritto” di parola per questi soggetti sul palco. Quando Rosati fa riferimento all’attacco al diritto allo studio e al diritto dei lavoratori, a quali si riferisce. A quelli del governo o quelli che fa la Cgil? Perché se il governo taglia i fondi per la scuola pubblica, la Cgil “invece” boicotta lo sciopero degli scrutini indetto dal sindacalismo di base e dal coordinamento precari. E se parliamo della sicurezza sui posti di lavoro basta segnalare che non è stata contemplata nelle parole d’ordine dell’iniziativa milanese, evidenziando la “coerenza e l’impegno” che ci mette la Cgil nel rendere realtà il grido di rabbia e dolore MAI PIU’, levatesi tante volte dalla Thyssen a Molfetta. D’altronde “mia cara di che si stupisce” anche la Cgil licenzia gli RLS onesti che “ostacolano” il rinnovato idillio tra Epifani e Marcegaglia. Non sono da meno in questo crescendo di opportunismo e revisionismo la Casa della Carità, di don V. Colmegna, né l’associazione Libera.
Una, la Casa della Carità, si distingue in questa città per il “supporto” agli immigrati, e in particolare per i Rom. Questo supporto si manifesta in particolare nel famoso “patto per la legalità” fatto sottoscrivere alla comunità Rom, che non è cosa diversa dalla tolleranza zero che la giunta Moratti applica contro i diritti degli immigrati. Infatti il “patto di legalità” da ragione alle tesi razziste del governo e copre la realtà dei fatti emersa dagli ultimi “scandali”. Realtà che ci mostra un sistema di corruzione-arroganza-violenza-sopprusi che alberga tra gli esponenti delle istituzioni, scaricata contro gli immigrati e italiani. L’altra, l’associazione Libera, dice di combattere contro la violenza mafiosa, che colpisce in particolare, secondo loro diciamo noi, la libera impresa. Ma questi “liberi imprenditori”, che si ribellano al pizzo e al caporalato criminale, utilizzano o no il “pizzo istituzionale” chiamata tangente ai partiti?; utilizzano o no “il caporalato istituzionale” che si chiama Legge 30 e le varie forme di precarietà che i governi di centro destra e centro sinistra hanno legiferato? Noi pensiamo che la maggioranza di questi “liberi imprenditori” le utilizzino, e quindi per i lavoratori sono uguali al sistema criminale.
Un messaggio finale : il 25 Aprile non è cosa vostra e il 2 giugno è la vostra festa

Circolo proletari comunisti, Milano
3/06/10

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