Oggi, 2 giugno, la borghesia italiana festeggia il giorno in cui è stata proclamata la Repubblica Italiana, 64 anni fa, con in testa il presidente Napolitano. Ma accanto a lui, a vedere sfilare la parata militare e le frecce tricolori, c’erano anche Berlusconi e le altre cariche dello Stato, Schifani, La Russa…
Con uno sfoggio di retorica militaresca e una ipocrisia infinita il Presidente, premuroso di far dimenticare le “lotte intestine” al governo e ai partiti (non c’erano i rappresentanti della Lega – Maroni ha festeggiato a Varese senza l’inno nazionale) incita a “lavorare insieme per la sicurezza e il benessere comune: insieme in Italia, insieme in Europa”. E insieme nel mondo, no? No, perché in queste occasioni Napolitano tradisce sempre la sua funzione di “stimolatore” dell’unità dei padroni europei che devono attrezzarsi per fare concorrenza alle altre nazioni… di fatto un incitamento costante alla guerra.
Sentite come parla l’infervorato presidente: “Abbiamo vissuto anni non sempre facili, anni di duro lavoro (!) resi però fecondi dalla forza propulsiva dei valori della nostra Carta Costituzionale: democrazia, libertà, eguaglianza, giustizia". Tutti hanno capito che la carta costituzionale di cui lui dovrebbe essere il garante viene considerata ogni giorno (da quando è nata) carta straccia! E quanta ipocrisia ci vuole per usare parole come democrazia e libertà, mentre il governo fa leggi liberticide come quella sulle intercettazioni, di fatto contro la libertà di stampa e di espressione! E dove sarebbero l’eguaglianza e la giustizia?
La Repubblica di cui parla Napolitano, che usa parole mielose per addormentare ancora di più le coscienze, è una costruzione fantasiosa di una realtà ben diversa.
Questa Repubblica a cui tutti “dimenticano” di aggiungere l’aggettivo borghese, che poggia sul sistema di sfruttamento capitalistico, non ha portato niente di buono alle masse popolari anzi, l’abbiamo scritto più volte, è la repubblica della disoccupazione, della repressione che avanza, della lotta contro le donne, della guerra, della macelleria sociale, della mafia e della corruzione elevata a sistema, del colpo di stato strisciante come dice Umberto Eco, del moderno fascismo che avanza diciamo noi…
Ma Napolitano “preoccupato” per la pace continua: “In un mondo sempre più interdipendente, non potrà esservi vera sicurezza se permarranno focolai di minaccia…” questi “focolai” sarebbero le resistenze dei popoli alle guerre ingiuste, le sacrosante ribellioni delle masse del mondo alle rapine di terre e risorse delle multinazionali coperte dai governi che impoveriscono ancora di più le popolazioni locali.
E La Russa gli dà una mano cercando di nascondere maldestramente la vera faccia dei militari/mercenari italiani all’estero, assassini di popolazioni inermi, dicendo che le forze militari agiscono “nello spirito dell'articolo 11 (!!) della nostra Costituzione sia in Patria sia in impegnative missioni di pace e sicurezza in molteplici aree di crisi al di fuori del territorio nazionale”.
È questa Repubblica che oggi festeggiano! Abbiamo già detto che le masse popolari di questo paese, oggi più che mai, non hanno niente da festeggiare, e men che meno hanno bisogno di aspettare la nascita della “terza repubblica” (fascista) come la chiama Eco, hanno solo bisogno di farla finita con questo sistema di infinita ingiustizia.
Con uno sfoggio di retorica militaresca e una ipocrisia infinita il Presidente, premuroso di far dimenticare le “lotte intestine” al governo e ai partiti (non c’erano i rappresentanti della Lega – Maroni ha festeggiato a Varese senza l’inno nazionale) incita a “lavorare insieme per la sicurezza e il benessere comune: insieme in Italia, insieme in Europa”. E insieme nel mondo, no? No, perché in queste occasioni Napolitano tradisce sempre la sua funzione di “stimolatore” dell’unità dei padroni europei che devono attrezzarsi per fare concorrenza alle altre nazioni… di fatto un incitamento costante alla guerra.
Sentite come parla l’infervorato presidente: “Abbiamo vissuto anni non sempre facili, anni di duro lavoro (!) resi però fecondi dalla forza propulsiva dei valori della nostra Carta Costituzionale: democrazia, libertà, eguaglianza, giustizia". Tutti hanno capito che la carta costituzionale di cui lui dovrebbe essere il garante viene considerata ogni giorno (da quando è nata) carta straccia! E quanta ipocrisia ci vuole per usare parole come democrazia e libertà, mentre il governo fa leggi liberticide come quella sulle intercettazioni, di fatto contro la libertà di stampa e di espressione! E dove sarebbero l’eguaglianza e la giustizia?
La Repubblica di cui parla Napolitano, che usa parole mielose per addormentare ancora di più le coscienze, è una costruzione fantasiosa di una realtà ben diversa.
Questa Repubblica a cui tutti “dimenticano” di aggiungere l’aggettivo borghese, che poggia sul sistema di sfruttamento capitalistico, non ha portato niente di buono alle masse popolari anzi, l’abbiamo scritto più volte, è la repubblica della disoccupazione, della repressione che avanza, della lotta contro le donne, della guerra, della macelleria sociale, della mafia e della corruzione elevata a sistema, del colpo di stato strisciante come dice Umberto Eco, del moderno fascismo che avanza diciamo noi…
Ma Napolitano “preoccupato” per la pace continua: “In un mondo sempre più interdipendente, non potrà esservi vera sicurezza se permarranno focolai di minaccia…” questi “focolai” sarebbero le resistenze dei popoli alle guerre ingiuste, le sacrosante ribellioni delle masse del mondo alle rapine di terre e risorse delle multinazionali coperte dai governi che impoveriscono ancora di più le popolazioni locali.
E La Russa gli dà una mano cercando di nascondere maldestramente la vera faccia dei militari/mercenari italiani all’estero, assassini di popolazioni inermi, dicendo che le forze militari agiscono “nello spirito dell'articolo 11 (!!) della nostra Costituzione sia in Patria sia in impegnative missioni di pace e sicurezza in molteplici aree di crisi al di fuori del territorio nazionale”.
È questa Repubblica che oggi festeggiano! Abbiamo già detto che le masse popolari di questo paese, oggi più che mai, non hanno niente da festeggiare, e men che meno hanno bisogno di aspettare la nascita della “terza repubblica” (fascista) come la chiama Eco, hanno solo bisogno di farla finita con questo sistema di infinita ingiustizia.
Nessun commento:
Posta un commento