venerdì 9 aprile 2010

zingonia: vinta una battaglia, ma la guerra continua...


Il 3 dicembre del 2009 nei 6 palazzi di Zingonia Anna e Athena dove vivono centinaia di famiglie, in prevalenza immigrati, è stata tagliata l'acqua.


Quel giorno la protesta spontanea ha visto scendere in piazza moltissimi abitanti che giustamente per 2 ore hanno bloccato la statale per rivendicare un diritto fondamentale.


protesta fatta rientrare anche con l'intervento dei rappresentanti delle comunità religiose visto che a Zingonia c'è la più alta concentrazione di immigrati d'Italia: pachistani, arabi e africani.


La Bas, l'ente erogatore dell'acqua che fa parte della multiutiliti privata A2A, di concerto con i sindaci dei comuni ha voluto aprire una guerra per cacciare i tanti lavoratori e disoccupati che vivono nei palazzi, attraverso il ricatto di un debito stratosferico di 400 mila euro (mai verificato)


per lasciare il posto alla speculazione dei signori del cemento (Percassi e soci), che approfittando del fatto che in quella zona ci sarà un casello della superstrada Pedemontana, vogliono buttare giù le abitazioni per lasciare il posto ad uffici e centri commerciali.


Così sotto il ricatto della chiusura dell'acqua hanno impostato un "piano di rientro" impossibile che prevede il pagamento di 125 euro al mese per ogni appartamento per mantenere aperta l'erogazione dell'acqua, giocando sulla chiusura alternata dei vari palazzi a rotazione.


da segnalare anche il ruolo di narcotizzatori di cgil e cisl che per tenere buoni gli abitanti, visto l'avvicinarsi delle elezioni, invece di fare pressioni sui diretti responsabili di questo sporco gioco politico, hanno giocato la carta della richiesta di un'incontro al prefetto: richiesta fatta dopo mesi e ancora senza esito (basta pensare che il prefetto è lo stesso che ha dato l'ordine in questi giorni di spostare le macchine degli operai della Frattini da più di 6 mesi in presidio per il lavoro).


Rispetto a questa situazione lo slai cobas per il sindacato di classe e altre poche realtà che si sono messe al servizio di questa lotta hanno cercato di tenere viva l'attenzione facendo un primo presidio nella piazza vicina ai palazzi il 28 febbraio con una buona partecipazione e nei giorni seguenti con presidi alla Bas, interessando direttamente l'Asl visto i problemi igienici che il taglio dell'acqua provoca, hanno poi cercato e ottenuto un'incontro con il sindaco di Ciserano (del PD ma con ampi consensi del suo operato anche da parte della Lega Lonbarda locale.


Incontro che non ha dato risposte agli abitanti e lavoratori dei palazzi che hanno poi deciso di rompere il ricatto dell'acqua e di unirsi a partire dai 3 palazzi Anna, per rompere l'accerchiamento che veniva fatto nei loro confronti anche dalla stampa locale in particolare da "il bugiardino" Eco di Bergamo.


E così si è arrivato alla splendida giornata di martedì 6 aprile attraverso un'iniziativa che ha spiazzato le forze dell'ordine: gli abitanti presenti sono scesi a difesa del taglio dell'acqua, che la Bas con le forze dell'ordine volevano fare, con un presidio nella mattinata a difesa del "tombino" e mostrando le ricevute dell'avvenuto pagamento della quota di acqua che viene consumata mediamente da ogni cittadino della provincia: 10 euro al mese.


Questa prima battaglia vinta ha dato coraggio e forza agli abitanti della possibilità di ottenere dei primi risultati e ha spazzato via il luogo comune che sempre viene usato per legittimare le porcate che stanno facendo amministratori locali e istituzioni in generale ossia che non volgiono pagare, cercando di mettere il resto della popolazione contro gli immigrati.


Ora il prossimo appuntamento è fissato per lunedì 12 aprile 2010 dalle 8 di mattina per scongiurare la chiusura in un'altro palazzo Anna 3 a cui scade la rata "tangente".


E' importante che si formi un comitato o rete di sostegno a questa sacrosanta battaglia degli abitanti e lavoratori di Zingonia che va al di là del gravoso problema dell'acqua e investe il fututo dei palazzi e degli abitanti, per la legalità e i diritti contro la politica degli affari portata avanti in modo bipartisan da PD alla LEGA, che vogliono abbatere i ghetti, dimenticandosi che loro stessi e le istituzioni hanno creato.












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