mercoledì 7 aprile 2010

neonati abbandonati e attacco al diritto d'aborto

Contro l'attacco all'autodeterminazione delle donne: passare all'attacco!
Quella ferocia sui propri figli.
Quell'istinto che spinge le madri a sbranare i propri cuccioli.
Così un articoletto della Bossi Fedrigotti sul Corriere di oggi in riferimento all'ennesimo neonato abbandonato.
Nei giorni dell'attacco dei neo presidenti di regione alla RU486 e, quindi, alla 194 là dove si prevede che devono essere introdotte tecniche migliorative, meno invasive e lesive della salute, crediamo che l'attacco diretto o indiretto alla 194, comunque favorisce un clima di isolamento, di criminalizzazione ed intimidazione sopratutto verso le fasce più deboli della popolazione femminile: le giovani, le immigrate, specie se clandestine e/o in condizioni di oggettiva dipendenza, marginalizzazione. Fasce di popolazione che, dai dati statistici, sempre più frequentemente fanno ricorso già all'aborto clandestino, alle neo-mammane-come più volte testimoniato dalle cronache: le cliniche clandestine cinesi, il ricorso a farmaci fai da te devastanti, in primis per le donne sopratutto da parte delle rumene.
Quello che colpisce, però, nelle poche righe “..Di nuovo però oggi, oltre alla possibilità di abortire, c'è quella di partorire anonimamente in ospedale lasciando in adozione il figlio. E comunque ci sono molti modi di abbandonarlo senza necessariamente condannarlo a morte..”
Certo in una società in cui a ogni piè sospinto non venga espressa -in forma più o meno velata-la riprovazione sociale verso una legittima libera scelta delle donne; in una società in cui abortire “legalmente” non diventi un calvario per le donne; in una società in cui gli immigrati non rischiano la vita per una banale appendicite pur di evitare di andare in ospedale; in una società in cui il diritto d'aborto di cui parla la Fedrigotti non venga messo in seria discussione dall'aumento vertiginoso dei medici abortisti, da leggi che riconoscono il valore giuridico dell'embrione, il loro”diritto” di sepoltura; in una società in cui non si impone il ricovero per l'uso della RU486 ; in una società in cui non si tagliano proprio i servizi di prevenzione....
La Fedrigotti oltre a riferirsi a una realtà “ideale” si rivela essa stessa portatrice di pregiudizi, di velata criminalizzazione di donne che pur disponendo di cotante possibili alternative(!), sceglierebbero “.. quella barbara determinazione ad annientare, fisicamente e a tutti i costi, il frutto del proprio ventre..” né manca un riferimento alla strage di bambini con la solita soluzione di ruote degli esposti. Ma, sopratutto, mette in chiaro come, a fronte dell'ennesimo attacco alla salute, all'autodeterminazione, alla dignità delle donne bisogna mettere in campo, oggi, non solo la difesa del diritto d'aborto ma passare all'attacco contro le leggi che questo diritto attaccano e che contribuiscono a diffondere e favorire un humus oscurantista e reazionario!

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