lunedì 10 novembre 2025

pc 10 novembre - Vertice Italia-Albania su cooperazione e respingimenti antimmigrati


Giovedì prossimo il primo ministro albanese, Rama, verrà in Italia a firmare un accordo di partenariato con il governo Meloni che riguarderà soprattutto energia e immigrazione. Rama punta su Meloni per fare entrare l'Albania in Europa.

Dopo il rinnovo del memorandum con la Libia, il presidente del consiglio Meloni rilancia i centri per il rimpatrio di immigrati in Albania, fregandosene della sentenze della magistratura italiana e di quella europea che considerano fuorilegge l'appalto all'Albania delle galere di Stato antimmigrati dell'Italia di Meloni/Piantedosi e che chiarisce che l'Albania non è un "paese sicuro". 

Un patto neocoloniale che verrà usato dalla Meloni come ulteriore spinta alla modifica in senso ancora

più repressivo del Patto Ue su immigrazione e asilo per il 2026 su carcere ed espulsioni.

La Corte d'Appello di Roma ha messo in dubbio la possibilità di firmare il protocollo e se la Corte di Giustizia UE dovesse accogliere il ricorso, i centri potrebbero chiudere perchè il governo Meloni non può decidere di fare quello che vuole riguardo il diritto d'asilo, esistono norme europee e "agli Stati membri viene preclusa la facoltà di concludere accordi internazionali con paesi terzi" come afferma la sentenza della Corte d'Appello. Il governo Meloni/Piantedosi non può deportare i migranti in prigioni fuori dal territorio italiano.

"Secondo le tabelle del Ministero dell'Interno allegate alla legge di Bilancio - scrive il Fatto Quotidiano del 8/11 - solo nel 2026 lo Stato italiano spenderà 30 milioni di euro per la gestione dei centri e per il funzionamento del protocollo. Una cifra che arriverà a circa 70 milioni se consideriamo anche il triennio 2026-2028".

"In tema Difesa, verranno forniti da parte italiana mezzi e tecnologie e saranno realizzate infrastrutture navali e cantieristiche in Albania, per la costruzione e manutenzione di unità navali e per l’implementazione di iniziative di formazione tecnica e professionale. Nel campo energetico si lavora all’ampliamento della cooperazione sulla base dell’accordo tripartito Italia-Emirati Arabi Uniti-Albania siglato ad Abu Dhabi il 15 gennaio 2025, che prevede la produzione di energia rinnovabile in Albania e un’interconnessione sottomarina per l’energia rinnovabile che collegherà Italia e Albania. Passando all’ambito migratorio, sarà costituito un gruppo di lavoro congiunto per l’approfondimento della collaborazione nel contrasto all’immigrazione irregolare e per il rafforzamento delle capacità albanesi di pattugliamento in mare. " (formiche)

L’1 e il 2 Novembre 2025 si è tenuta in Albania la mobilitazione del Network Against Migrant Detention, una rete di realtà italiane e albanesi unite nell’obiettivo di contrastare l’accordo Rama-Meloni, che ha permesso la creazione di due centri detentivi per persone migranti in Albania sotto giurisdizione italiana. È la seconda protesta organizzata nel paese delle aquile, dopo quella dell’1 dicembre 2024, quando i centri erano ancora vuoti. Più di 150 persone hanno sfilato per le vie di Tirana con interventi e denunce sotto l’ufficio del Primo ministro albanese, l’Ambasciata italiana e l’ufficio dell’Unione Europea in Albania. Un cartellone con le sagome di Meloni, Rama, Trump e Von Der Leyen vestiti da guardie carcerarie ha accompagnato i manifestanti lungo tutto il percorso, insieme a un cartellone con scritto “L’Europa predica democrazia ma abbraccia gli autocrati”. 

da meltingpot

Un progetto fallimentare che prosegue

Che i centri in Albania non stiano funzionando come il governo Meloni aveva previsto è sotto gli occhi di tutti. L’hotspot di Shengjin è vuoto e il CPR di Gjader detiene in media una ventina di persone alla volta (a fronte di 880 posti disponibili in totale), ma le realtà del Network evidenziano che l’accordo ha già prodotto effetti inaccettabili, coinvolgendo più di 220 persone e portando alla morte del giovane Hamid Badoui, morto a soli 42 anni. 

Questo è il quadro a fronte del quale il governo Meloni ha deciso di stanziare 670 milioni di euro dei contribuenti italiani per la realizzazione e mantenimento dei centri. Di questi, più di 127 milioni sarebbero ricavati da tagli a ministeri pubblici come quello dell’Economia e della Finanza, degli Affari Esteri e dell’Università e della Ricerca.

«Questi centri non sono solo incostituzionali: rappresentano un progetto coloniale che, con la complicità del governo albanese, segna un pericoloso precedente che l’Europa intende replicare attraverso il Nuovo Patto su Migrazione e Asilo”, ha denunciato il Network.

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