No, non sarà "l'ultimo giorno di Gaza", i disegni dell'imperialismo e dei boia genocidi dello Stato sionista israeliano nel lancio della nuova operazione di occupazione generale di Gaza per espellere la popolazione non passeranno! Certo la situazione è drammatica, i giorni che si avvicinano rischiano di essere i peggiori di questa lunga carneficina condotta dallo Stato sionista di Israele e dalle sue truppe, armate dall'imperialismo americano e da tutte le potenze Stati e governi imperialisti, naturalmente con il consenso tacito o la non opposizione delle altre potenze imperialiste che sono sul versante della contraddizione con l'imperialismo americano e europeo, e parliamo di Russia e Cina che nulla hanno fatto a difesa del popolo palestinese.
Il popolo palestinese può contare ora come ora
innanzitutto sulle sue forze, sulla sua Resistenza, una Resistenza eroica che
dura da tanti mesi; il genocidio non ha piegato né il popolo palestinese né ha
cancellato la sua Resistenza, ma ora più che mai essa ha bisogno di unità e di
linea giusta per fronteggiare nelle forme adeguate la nuova fase dell'attacco
genocida dello Stato sionista e confidiamo che i combattenti, i proletari e le
masse popolari della Palestina riusciranno a unirsi a resistere.
Certo l'unità richiede la cacciata nelle loro
file delle forze che lavorano per il nemico, il governo dell'ANP è diventato un
governo complice, attivamente complice del piano genocida.
E' importante per la Resistenza e per il
popolo la solidarietà internazionale che fino ad ora è stata un elemento di
forza del popolo palestinese, perché perlomeno ha messo a nudo fino in fondo i
piani dell'imperialismo e la sua azione, e non ha dato tregua con manifestazioni
di centinaia di migliaia di persone, anche piccole ma costanti.
Ora più che mai bisogna fare di più e quando si dice “fare di più” è sempre sui due lati: 1) rendere più
incisiva la lotta e l'azione solidale, 2) allargarla. Separare le due cose danneggia la solidarietà e indirettamente il popolo palestinese.Nello stesso tempo all'interno di ogni paese servono
obiettivi anche mirati contro i propri governi.
Il governo Meloni è un governo complice che ha
già detto che non farà eseguire alcun mandato di arresto nei confronti del boia
Netanyahu; ha già detto quindi da che parte sta. Ma non ne avevamo dubbi, tra
fascisti, imperialisti, servi ci si intende e Meloni è molto più vicina a Netanyahu
per matrice storica e per visione politica e programma pratico di quanto possa
essere vicina a chi a questo genocidio si oppone.
Dobbiamo rendere più incisiva la battaglia
contro il governo Meloni, le prossime manifestazioni devono avere come
obiettivi il governo italiano e le sue istituzioni, senza mollare niente sul
piano della denuncia della macchina bellica e del boicottaggio di quelle
attività economiche che sono legate all'economia dello Stato sionista di
Israele. A questo dobbiamo guardare.
Se pensiamo che l'obiettivo sia il governo
Meloni è chiaro che nella lotta contro il governo per unire i proletari
e le masse popolari bisogna legare alla giusta solidarietà e al sostegno al
popolo palestinese tutte le ragioni dell'opposizione a questo governo. Il piano
di riarmo che è stato confermato in maniera sfacciata anche in Parlamento,
nella risposta alle interpellanze che vi è stata due giorni fa, è scaricato sui proletari e le masse popolari per servire gli interessi
dell'imperialismo americano innanzitutto e con esso gli interessi
dell'imperialismo italiano e sta dentro la contesa tra i governi stati
imperialisti europei.
E' uno dei temi di
fondo che dimostra che un governo complice dei genocidi è un governo che li vuole
i genocidi, è un governo che li vuole su scala mondiale per gli interessi e per
il profitto del Capitale; e quindi è per la guerra tra imperialismi in cui gli imperialisti
si spartiscono in mondo, le industrie belliche fanno i profitti e i morti e le
distruzioni sono dei proletari e dei popoli.
Così bisogna mettere a nudo la matrice comune che vi è tra il genocidio del popolo palestinese da parte del regime israeliano e la natura del regime israeliano che non è solo di stampo sionista, razzista, è un regime capitalista che vuole una dittatura del Capitale, un controllo globale sulla magistratura, sull'apparato dello Stato, cose che sono contestate anche nello stesso Stato di Israele. E la Meloni vuole uno Stato, un governo tipo quello israeliano, genocidio non genocidio.
Infine questo governo racconta balle sulla situazione economica delle masse, ed è del tutto evidente che per far leva sulle condizioni delle masse bisogna togliere la maschera a questo governo che dice di difendere i salari, il lavoro, la salute, la sicurezza. E’ necessario rendere più debole questo governo con la lotta sociale.
Denunciarne tutti gli aspetti del nostro governo aiuta la battaglia generale a sostegno del popolo palestinese per fermare la mano genocida, per imporre il riconoscimento dello Stato della Palestina - noi siamo per lo “Stato della Palestina dal fiume al mare” - ma ogni passo che indebolisca l'unità dell'imperialismo nel negare lo Stato ai palestinesi va da noi considerato un passo che aiuta la lotta del popolo palestinese.
Cessare il fuoco permanente, fermare la mano genocid,a solidarizzare con la resistenza palestinese è quindi la
battaglia necessaria all'interno della madre di tutte le battaglie nel nostro
paese per rovesciare questo governo, questo Stato del Capitale,
dell'imperialismo, della guerra, della repressione, dell'attacco alle
condizioni di vita e di lavoro, per fare la nostra parte all'interno del nostro
paese nel quadro della lotta generale contro l'imperialismo, i suoi stati, i
suoi governi.
Sin da domani, in piazza, ovunque, per la
Palestina, prolungare questa lotta, renderla più estesa e più incisiva.
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