Stamattina siamo stati davanti ad
una delle entrate del carcere Pagliarelli di Palermo dove c’era un affollamento
di televisioni, radio, giornalisti italiani e stranieri in attesa dell’arrivo del
razzista Salvini per il processo il cui inizio era fissato per le 9,30.
Sono stati fatti entrare prima i
rappresentanti delle parti civili (delle diverse Ong presenti: Open Arms,
Mediterranea…, ma anche tante associazioni) e poi il pubblico a cui è vietato
usare il telefonino. I rappresentanti delle ong non hanno voluto rilasciare
interviste.
Mentre la polizia riprendeva
tutti quelli che entravano nel piazzale, intorno alle 9,30 è arrivato pure Salvini,
superblindato e accompagnato da alcuni dei suoi compari leghisti, come il
fascistone Valditara.
Dentro l’aula bunker del carcere,
alle 11, 30 i giudici hanno deciso di ritirarsi in camera di consiglio per
deliberare.
Dopo le 9,30, infatti, è iniziata
l’udienza, l’ultima, alla fine della quale sarà emesso il verdetto, che vede
imputato Matteo Salvini, nel 2019 ministro degli interni, per il sequestro di
147 migranti tra adulti e ragazzi che erano sulla nave della ong Open Arms il
19 agosto, e alla quale era stato impedito lo sbarco dei migranti.
Dopo l’apertura dell’udienza, alla
presenza delle parti civili e dei loro avvocati (alcuni dei quali difendono
ragazzi presenti allora sulla nave), così come alla presenza della difesa di
Salvini, l’avvocata Bongiorno, il pubblico ministero ha voluto replicare alle
dichiarazioni della difesa dell’udienza scorsa.
Purtroppo l’audio pessimo e la
lontananza dall’area del pubblico da quella dei giudici e degli avvocati,
separata tra l’altro da una grande vetrata, non hanno permesso di comprendere i
passaggi della replica, che sommariamente hanno contestato le dichiarazioni
della Bongiorno sul trattamento dei minori non accompagnati, sulle responsabilità
attribuite alla Prefettura e non al ministro, sulle competenze rispetto alla zona
SAR; il pm ha contestato le argomentazioni della Bongiorno sulle condizioni di “malati”
dei migranti, dicendo che i migranti dovevano scendere dalla nave perché uomini
liberi e non in quanto malati: è per questo che l’accusa è di sequestro! E per
fare capire meglio questo concetto ha fatto l’esempio di normali crocieristi ai
quali venisse impedito di scendere dalla nave, anche lì si tratterebbe di
sequestro… e tanto altro… che non c’entravano gli accordi di distribuzione tra
i paesi europei, o la “temporaneità” del blocco sulla nave, si tratta pur
sempre di violazioni delle leggi…
Alla fine della replica, e la
conferma della richiesta di condanna a 6 anni, è stato chiesto alla Bongiorno
se avesse qualcosa da dire e lei ha chiesto una pausa di 15 minuti… (qui le
risatine di tanti avvocati).
Quando è ripreso il processo, l’intervento
della Bongiorno è stato tutto un arrampicarsi sugli specchi. In sostanza ha
cercato di replicare ai punti espressi dall’accusa sui minori, tirando in ballo
lo scambio di lettere tra Conte e Salvini per scaricare la responsabilità sul
governo e poi su Toninelli che allora era ministro delle Infrastrutture. Ha negato
i casi di reale malessere tra i migranti, cercando di prenderli in giro sulle
affermazioni rilasciate ai medici sullo “spazio stretto”; ha provato a negare i
tentati suicidi, dicendo che in sostanza erano in buona salute poiché si
buttavano in mare per arrivare prima a riva, ha cavillato sullo quote di
redistribuzione dei migranti; ha detto che la Open Arms doveva andare in Spagna…
e alla fine, alzando la voce e con assoluta sfacciataggine, ha rimproverato l’accusa
di non aver risposto alle sue affermazioni sulle “consegne concordate” di
migranti, sulla violazione delle regole del mare, ma soprattutto ha accusato la
Open Arms di strumentalizzare i migranti per combattere contro i ministri
italiani non graditi…
Insomma, non potendosi difendere
secondo le leggi hanno pensato di buttarla in politica e dare la responsabilità
ad altri… adesso si aspetta la sentenza che dovrebbe arrivare entro le 18 di
oggi.
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