La manifestazione di Roma del 14 dicembre contro il Ddl sicurezza, con una partecipazione di oltre 50mila persone, ha dimostrato che l’area dell’opposizione a questo Ddl è cresciuta, è venuta allo scoperto e abbraccia un vasto arco di forze, il massimo possibile finora.
La natura liberticida e di repressione sistemica, la edificazione, tappa dopo tappa, di uno ‘Stato di polizia’ verso ogni movimento di lotta, la restrizione di tutte le libertà democratiche e il diffuso clima di criminalizzazione anche del dissenso, mostrano nel loro insieme il carattere di avanzamento del regime di moderno fascismo per il quale questo governo lavora, sostenuto apertamente da un’ala della borghesia con un’altra ala che sta a vedere se la cosa funziona in termini di pace sociale, stabilità governativa, sostenuta dal consenso forzoso di settori della popolazione.
E’ chiaro che su questo terreno noi siamo per l’ampliamento dell’opposizione che oltre a fare il pieno della sinistra proletaria e rivoluzionaria, dei movimenti di lotta, riesca a spostare non solo le forze
politiche che vi hanno partecipato appartenenti alla sinistra parlamentare o elettoralista ma la base di massa che ad essi fanno riferimento.In tutto questo consideriamo fondamentale la mobilitazione delle organizzazioni sindacali maggioritarie che possono spostare i rapporti di forza col governo su questo terreno e rendere quindi più forte questa battaglia.
Naturalmente riteniamo fondamentale opporre la massima resistenza nel mondo della cultura, dei mass media, della magistratura, degli artisti che hanno possibilità di influenza verso l’opinione pubblica popolare e di resistenza pratica all’approvazione e ancor più all’applicazione dei decreti sicurezza che violano la Costituzione .
Naturalmente consideriamo assolutamente giusto e necessario utilizzare tutti i metodi che possano offrire appigli in questa battaglia.
Si tratta in ogni caso di una lotta democratica, di massa, che in altre fasi storiche ha conseguito risultati, sia pure in circostanze di coscienza e movimenti, e di forme organizzate dell’opposizione politica e sociale lontanamente paragonabili allo stato attuale.
proletari comunisti porta con forza in questa battaglia l’opinione che il carattere moderno fascista del governo Meloni rende difficile far cadere i decreti, il Ddl 1660, senza la caduta del governo Meloni. Così pure l’opinione che per far cadere il governo Meloni non basta la battaglia sui decreti, ma serve che essa sia parte di una battaglia generale contro la guerra imperialista, la partecipazione italiana ad essa, contro il razzismo e le leggi anti immigrati, contro il fascismo culturale – pensiamo alla scuola – e istituzionale, e naturalmente contro l’insieme della politica economica antioperaia e antipopolare del governo.
Su ogni terreno bisogna “vendere cara la pelle” e spingere tutta l’opposizione fino al massimo delle possibilità.
Tornando alla lotta contro il Ddl 1660, appoggiamo, quindi, le ulteriori iniziative già annunciate dal palco di Roma e stiamo a vedere in che misura le piccole contraddizioni esistenti in seno al governo su alcune sue parti, o le riserve silenziose dell’ipocrita presidente della Repubblica ritardino l’approvazione del Ddl.
Sul fronte delle forze di estrema sinistra e di opposizione dei movimenti dobbiamo dire che la Rete liberi/libere di lottare si è dimostrata nei fatti una realtà utile per la denuncia e la prima mobilitazione ma ancora inadeguata per linea e prassi ad essere una forza d’urto, di influenza di massa in questa battaglia, nonostante l’inutile prosopopea auto propagandista che l’accompagna. Roma lo ha dimostrato: vedi l’argomento erroneo sul fatto che il Ddl dipenda dalla guerra, posto a discriminante in questa opposizione; così come una cosa è distinguersi quotidianamente con iniziative di opposizione, che comunque vanno legate ai movimenti reali, e altra cosa è non comprendere che questa battaglia non serve a rafforzare l’influenza di un’organizzazione ma a costruire un autentico fronte che possa raggiungere il massimo obiettivo possibile, senza illusioni.
Questo naturalmente vuol dire intensificare la spinta di tutte le forze di estrema sinistra perché facciano di più e meglio per fare passi avanti e non indietro.
In questo senso ci auguriamo che l’assemblea indetta per l’11 gennaio serva a questo scopo.
Detto questo, dentro il movimento di opposizione democratica ai decreti sicurezza è necessario fare la propria parte perché la mobilitazione contro l’approvazione del Ddl 1660 faccia pagare almeno un costo politico al governo e al parlamento di questo criminale passaggio.
Siamo d’accordo per il massimo antagonismo possibile per quelle giornate nei confronti del parlamento a Roma, combinato con la massima mobilitazione, spontanea o organizzata, in ogni città grande e piccola in cui sia possibile.
Prepararsi esplicitamente per questi due obbiettivi è quello che proponiamo ed è quello che faremo.
proletari comunisti
dicembre 2024
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