Ieri, 2 ottobre, in
unità/continuità con i sit-in davanti alle sedi RAI ed emittenti
televisive che si sono tenute in diverse città sabato scorso in
risposta all’appello del Comitato free Khaled, si è tenuto a
Milano un presidio davanti la sede RAI. Iniziativa in
unità/continuità perché nel frattempo, all’indomani delle tante
manifestazioni, Khaled è stato scarcerato “sotto condizioni”
dallo Stato nazisionista di Israele. Scarcerato, ma non libero.
Positivo perché comunque migliorano le condizioni di restrizione
della libertà di Khaled. Quindi importante che si sia potuti
intervenire tempestivamente sull’evolversi degli eventi.
I sit-in sono stati indetti per denunciare la scarsa copertura mediatica del servizio pubblico televisivo sull’arresto di Khaled e le condizioni detentive a cui è sottoposto o l’informazione, sia per quanto riguarda la specifica vicenda di Khaled sia più in generale la “questione palestinese” non rispecchia la realtà concreta risultando nei fatti schierata con lo stato sionista, ma anche per denunciare il fatto che il governo italiano non si è attivato risolutamente per esigere l’immediata liberazione di Khaled che è anche cittadino italiano.
La richiesta che una delegazione venisse ricevuta dalla RAI non è stata accolta, nonostante le molteplici sollecitazioni dalla piazza.
Diverse le realtà politiche ed associazioni che hanno aderito, in diversi sono intervenuti denunciando i troppi e ininterrotti soprusi, in ormai 75 anni di occupazione, dei sionisti contro i palestinesi che in migliaia sono nelle carceri israeliane, compresi tanti adolescenti, sottoposti a tortura, senza alcuna garanzia e rispetto dei più elementari diritti.
In alcuni interventi si è fatto un timido parallellismo con le politiche del governo Meloni.
Come compagni di proletari comunisti di Milano abbiamo portato uno striscione che conteneva le parole d’ordine di indicazione sul necessario terreno di lotta, oggi, nello spirito dell’internazionalismo proletario e della solidarietà incondizionata al popolo palestinese e alla sua indomita resistenza che deve vederci impegnati nella lotta contro il nostro imperialismo, rappresentato dal governo Meloni
proletari comunisti Milano
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