sabato 5 agosto 2023

Il governo Meloni/Crosetto vuole accelerare le esportazioni di armi al servizio delle guerre imperialiste e dei profitti delle industrie belliche


Sembra una coincidenza ma non lo è. Mentre tutto il governo, il Min. della Guerra Crosetto stanno facendo una campagna stampa e Tv per difendere l'indifendibile: i dossier sui legami Crosetto/Industria bellica e i milioni ricevuti dalla Leonardo (leggi altro post: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2023/08/dossier-crosetto-una-sola-verita.html) 

il parlamento sta per discutere il disegno di legge del governo che riforma la storica legge 185 del 1990 sulle modalità dell’export militare italiano, per dare un ulteriore sostegno all’industria militare.

"Le fabbriche europee si stanno attrezzando per produrre sempre di più armi e munizioni e l’Italia cambia la legge per vendere più facile a chi conviene". 

Il governo propone la ricostituzione del Comitato interministeriale, abolito nel 1993, perchè rilasci in tempi brevi le licenze di esportazione al posto dell’attuale Uama, in ottemperanza alle richieste che da circa tre anni fa l’industria militare. "Un ritorno - denunciano realtà pacifiste - alle norme di trenta anni fa, tra governo e Servizi segreti.

Questa accelerazione chiaramente risponde agli interessi di maggior superprofitti che l'industria bellica

ha davanti con la guerra in Ucraina, e l'incremento delle missioni militari in altre aree, Balcani, nord Africa, Medio Oriente. Dimostrando ancora una volta che la guerra imperialista significa morti e distruzioni di vite, territori per le masse popolari e profitti, tanti profitti per i capitalisti e soldi, tanti soldi per i loro rappresentanti al governo e nel parlamento (appunto Crosetto, e non solo).

La necessità di questa riforma delle legge 185 - come scrivono alcuni giornali - che nasce "dalle vittorie della società civile, riuscita negli ultimi anni a far votare al parlamento prima la sospensione e poi il blocco dell’invio di bombe e missili ad Arabia saudita ed Emirati arabi".

Questa riforma serve anche a dare direttamente nelle mani del capo del governo, Meloni, le decisioni dell'export delle armi. Quindi il Comitato interministeriale sarebbe presieduto direttamente dal capo del governo, più ministro degli Esteri, dell’Interno, della Difesa (sempre l'incompatibile Crosetto), dell’Economia e del Made in Italy. Verranno così eliminati passaggi "burocratici" che possano essere fastidiosi politicamente o ritardanti e bypassando norme restringenti a livello anche internazionale, affinchè contino solo e sempre più gli affari, sulla pelle e la vita dei popoli.

Infine, alcuni dati: "A certificare che l’export armiero italiano gode di ottima salute è il nuovo report del Sipri, l’istituto di Stoccolma tra i più autorevoli in tema di commercio di armi. Leonardo, colosso italiano della difesa, ha chiuso il 2022 con un risultato netto positivo per 932 milioni (+58,5% sul 2021). A spingere i conti di Leonardo, ordini per 17,3 miliardi (+21%) e i ricavi, che in un anno non certo facile per la congiuntura internazionale, hanno accelerato a 14,7 miliardi (+4,7%).

Il Qatar è il principale cliente (24% delle nostre esportazioni) l’Egitto, il secondo (23%) e la Turchia (12%). Tutti paesi che presentano problemi di assenza di diritti civili e in alcuni casi sono pure protagonisti di conflitti molto sanguinosi.

Ovviamente l’Ucraìna è diventata un importante importatore di armi: il 3° nel 2022".

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