martedì 3 gennaio 2023

pc 3 gennaio - Sicilia: a Vittoria un giovane “ucciso a sprangate per un complimento”, fermati tre ragazzi...

È questo il titolo di un trafiletto che il quotidiano la Repubblica nazionale di oggi dedica alla notizia della morte di un trentenne (tunisino, precisa il giornale) per mano di alcuni giovani (romeni) la sera di Capodanno a Vittoria, grosso centro agricolo in provincia di Ragusa.

Il giornale, che da qualche anno è passato nelle mani della famiglia Agnelli/Elkann, non entra “naturalmente” nel merito del contesto perché risulta scomodo andare alla radice di questi problemi, di questi comportamenti che vengono inseriti negli articoli di “cronaca”.

Il “complimento” alla ragazza che secondo i giornali sarebbe stato il motivo scatenante della lite, riportata anche come scontro tra immigrati, è solo la miccia di ciò che fa esplodere quello che cova appunto nel contesto delle vite di tutti questi giovani, che sono lavoratori agricoli delle campagne, dice, infatti il Gds: “Il delitto è maturato in un contesto di grande marginalità sociale. Quasi tutti i ragazzi lavoravano come operai nelle serre della zona. Le ore da trascorrere a La Dolce Vita (così si chiama la discoteca!, ndr) sono spesso l’unico diversivo di giornate grame e faticose.” Altro che grame e faticose, qui si tratta di un vero e proprio inferno, come riportato da infinite denunce e inchieste di diverse organizzazioni, e perfino da resoconti governativi. Un inferno dove la vita questi giovani se la giocano ogni giorno per arricchire i padroni e i loro caporali, mentre le loro vite degradano in maniera bestiale.

E il sindaco di Vittoria che fa? Invece di chiedere provvedimenti immediati contro lo sfruttamento selvaggio e di tipo schiavistico e il caporalato di tutta la zona che lasciano poco spazio alla vita e che porta al degrado in tutti i sensi, chiede più repressione: “invoca la misura del Daspo urbano ed annuncia che il Comune farà dei controlli amministrativi nella struttura.”

Queste affermazioni reazionarie e insensate del sindaco fanno parte del contesto degradato e marcio di un paese imperialista, in cui si trovano a “vivere” le lavoratrici i lavoratori immigrati!

L’organizzazione di questi lavoratori è una necessità per la lotta contro lo sfruttamento e il caporalato, per i documenti, i contratti, per le case, la sanità…

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