Da Corriere di Taranto
Redazione 04 Gennaio 2023, 10:36
La
nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, con a bordo 85 migranti, è
arrivata a Taranto stamane. Degli 85 migranti, nove i minori non
accompagnati, mentre quattro i migranti portati in ospedale, ma le loro
condizioni non sono gravi.
Come sempre, il team di Medici senza
frontiere ha fornito ai migranti, durante la navigazione, tutti i
materiali dell’Unhcr per presentare domanda d’asilo. Sull’argomento Juan
Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, ha dichiarato ai
cronisti presenti che “non è stata firmata alcuna richiesta di asilo
politico, perché sulla barca non si compila alcuna richiesta. I
profughi sono stati informati su quali sono i loro diritti e loro dopo
decidono se farlo e se presentare una richiesta alla Questura, poi
si vedrà l’esito“. La nave è la prima di una Ong ad aver operato un
salvataggio dopo l’entrata in vigore del decreto che stabilisce un nuovo
codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte delle
“Escludiamo il sequestro della Geo Barents, non c’è un motivo valido. Noi stiamo spendendo più soldi in legali che nella ricerca e soccorso. È un paradosso, è ridicolo. Noi stiamo salvando vite e stiamo consultando i legali per contestare ogni misura, ogni nuova regola per vedere se questo è in linea con la normativa, anche internazionale” ha detto ancora Juan Matias Gil, che ha sottolineato come “i soccorsi sono stati chiesti e coordinati dalle autorità italiane. Quindi, non c’è motivo per il sequestro e per qualsiasi tipo di sanzione”. “Da 4-5 anni – ha concluso Gil – raccogliamo i racconti di storie di chi ci dice di aver visto persone uccise dai trafficanti in Libia solo perché non erano in grado di pagare il viaggio. In ogni missione che facciamo ci sono questi racconti. Lì ci sono violenze organizzate”.
“È stata una missione abbastanza intensa. Il primo soccorso è stato un naufragio: il barchino era in mare da tre giorni e stava imbarcando acqua. Le persone hanno usato i vestiti per tappare i buchi. Molti sono caduti in acqua durante la traversata. La missione è avvenuta di notte. Durante il salvataggio il barchino si è rovesciato e abbiamo avuto 41 persone in acqua per svariati minuti. Sono stati momenti molto concitati tra la vita e la morte. I naufraghi ci hanno confermato che non mancava nessuno all’appello” spiega Fulvia Conte, coordinatrice dei soccorsi di Medici Senza Frontiere. “La seconda operazione – aggiunge – non è stato un soccorso, è stato un trasbordo da un mercantile che faceva rotta dalla Grecia alla Libia che ha soccorso un barchino in vetroresina con 44 persone a bordo, come il Diritto del mare prescrive, perché non sono solo le Ong a fare i soccorsi nel Mediterraneo centrale, e poi il centro di coordinamento italiano ha coordinato il trasbordo”. “La gente che viene torturata e anche uccisa dai trafficanti, che vogliono prendere quanti più soldi è possibile, è una triste realtà di quello che avviene in Libia e che ascoltiamo spesso da testimoni oculari. Questo avviene sia nei centri di detenzione sia per strada da parte di gruppi organizzati, bande e milizie. Accade anche a chi viene respinto in mare anche più volte” ha poi concluso Fulvia Conte, coordinatrice dei soccorsi di Medici Senza Frontiere.
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