Mentre i comandi militari in Italia e in Europa fanno scaldare i motori delle flotte e dei bombardieri per un nuovo intervento in Libia, nel nostro paese si è rimesso in moto un dibattito e l’iniziativa contro la tendenza di guerra che su più teatri di crisi – ma soprattutto intorno all’Europa – si respira a pieni polmoni. Il fatto che la guerra non sia ancora al centro dell’agenda politica e della discussione pubblica, non ne sminuisce affatto la gravità e le conseguenze. La parziale novità, che impatta direttamente sul nostro paese, è che stavolta il soggetto che sta muovendo le pedine dell’intervento militare nello scenario Mediterraneo sia direttamente l’Unione Europea, mentre sul fronte est – l’Ucraina – il centro operativo rimane quello storico della Nato.
Per mandare un primo segnale di mobilitazione, una coalizione di organizzazioni politiche, di reti
antimilitarista e di comitati di solidarietà, ha costruito nell’ultimo mese un appuntamento a livello nazionale che vedrà manifestazioni e sit in in diverse città italiane nella giornata di martedi 2 Giugno, il giorno in cui i festeggiamenti per la Repubblica sono tornati a coincidere con l’esibizione delle forze militari sia nella parata nel centro di Roma che nella retorica dei discorsi celebrativi.
Contro questo clima di guerra – ma anche di razzismo – sono ancora poche le voci di consapevolezza che ne segnalano la gravità. “Saranno proprio i rifugiati a pagare più pesantemente per questa azione militare, inventata per salvare vite umane! Infatti il documento presentato all’Onu parla di “danni collaterali” denuncia in un appello Padre Alex Zanotelli. “Caratterizzare la giornata del 2 giugno, così come faremo a Roma con il presidio dinanzi al Centro Operativo Interforze, con preciso riferimento al ruolo dell’Italia negli scenari di guerra, in sintonia con le associazioni dei migranti, con i comitati di solidarietà internazionali, con le realtà in lotta contro le servitù militari ci sembra un primo passo per la crescita di una nuova coscienza contro la guerra” afferma Mauro Luongo di Ross@. “La guerra era e resta sempre solo strumento di distruzione e morte ; le devastazioni di intere regioni, i crimini perpetrati contro moltitudini di esseri umani la cui unica colpa e quella di essere nati nelle “parti sbagliate” del globo hanno visto il proliferare di meccanismi di sostegno ideologico agli interventi militari e di mistificazione della loro reali motivazioni, sotto la coltre della guerra umanitaria e di liberazione dai regimi tirannici, operazioni alimentate in modo presocchè unanime da tutto il mondo dell’informazione occidentale” scrive l’appello che ha lanciato un mese fa la mobilitazione nazionale per il 2 Giugno.
Martedi 2 Giugno, si scenderà in piazza contro la guerra nel Mediterraneo, per il taglio alle spese militari, contro la Nato e in solidarietà con i migranti, a Roma (alle 10.00 a piazza dei Consoli, nei pressi del Comando Operativo Interforze che guiderà la missione militare in Libia) per poi procedere all’invasione dell’adiacente parco di Centocelle e in serata ad un festa al parco della Ex Snia. A Bologna si manifesterà alle 10.00 in piazza 8 Agosto, a Napoli alle 10.00 in via Roma davanti alla Banca Intesa, a Pisa alle ore 18.00 alle Logge dei Banchi, a Torino alle 16.00 davanti alla sede Rai, a Taranto davanti all’Ammiragliato, mentre altri sit in si svolgeranno a Parma, Genova e a Trieste (qui però mercoledi 3 giugno).
Sulla Giornata nazionale di lotta contro la guerra non mancano però allarmismi e sciacallaggi, soprattutto da parte dei giornali della destra (Il Tempo e il Giornale in prima fila). Sotto il titolo: Allarme black block. Si preparano al 2 giugno, il Giornale scrive che: “diversi volantini e diversi gruppi di antagonisti sui social sono già un inno alla devastazione: "Dobbiamo promuovere una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra, concepita come contraltare alla parata militare sui Fori Imperiali, rimettendo al centro dell'attenzione il carattere pacifista e antifascista della nostra Costituzione". I contestatori, come riporta il Tempo, avrebbero intenzione di fare "iniziative in prossimità di luoghi simbolo della militarizzazione e delle vittime delle politiche belliciste". Mentre il quotidiano della destra capitolina il Tempo – titolando “Antagonisti scatenati contro il 2 giugno - così profetizza sulle tensioni (?) per la giornata del 2 giugno: “ La festa della Repubblica non piace ai contestatori di professione che hanno deciso di “promuovere una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra, concepita come contraltare alla parata militare sui Fori Imperiali, rimettendo al centro dell’attenzione il carattere pacifista e antifascista della nostra Costituzione”. Insomma un'occasione per centri sociali e movimenti antagonisti di ogni genere per scendere in piazza e provare ad alzare la tensione. La strategia è quella di organizzare una serie di iniziative «in prossimità di luoghi simbolo della militarizzazione e delle vittime delle politiche belliciste». Tradotto vuol dire che gli obiettivi saranno le caserme, i Centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati, la stessa parata di via dei Fori Imperiali, e ogni altro posto ritenuto idoneo per mettere a segno blitz, presidi, volantinaggi e contestazioni anche con cortei selvaggi in giro per le città”. Di fronte a questi articoli, se non fossero il segno dei tempi, ci sarebbe da invocare l’intervento degli psicoanalisti. Ma il clima di guerra e di demonizzazione di chi vi si oppone si desume anche da articoli come questi.
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