comunicato stampa
FIAT
POMIGLIANO / LE PALLE DI MARCHIONNE IN ROTTA DI COLLISIONE COI
LAVORATORI
IMPLODE
IL PIANO-MARCHIONNE DI FABBRICA ITALIA GIA’ MAGNIFICATO DA
CGIL-CISL-UIL: ORA LA PAROLA PASSA A ‘TUTTI’ I LAVORATORI A
RISCHIO LICENZIAMENTO
STRANA
CRISI QUELLA DELLA FIAT : NEGLI ANNI, COI FINANZIAMENTI PUBBLICI E LA
CASSA INTEGRAZIONE DISTORTA , HA RADDOPPIATO LA CAPACITA’
PRODUTTIVA E DIMEZZATO LE ORE DI LAVORO LUCRANDO PROFITTI A DANNO
DELLO STATO! LO
SLAI COBAS PONE LA QUESTIONE DELLA RESTITUZIONE AL PUBBLICO DELL’ALFA
ROMEO E LA RESTITUZIONE ALLO STATO DI QUALCHE CENTINAIO DI MILIARDI
DI EURO DI FINANZIAMENTI PUBBLICI DISTORTI, E QUELLI DELLA CIGS,
INTASCATI DALLA FIAT IN QUESTI DECENNI IN VIOLAZIONE DELLE NORMATIVE
IN MATERIA
“Tutti i
finanziamenti pubblici diretti, indiretti ed indotti, erogati in
questi decenni (e recentemente) alla Fiat ed ammontanti a qualche
centinaio di miliardi di euro” dichiara lo Slai cobas,
“hanno arricchito gli Agnelli e le loro cricche trasversali e
violato le collegate e vigenti normative in materia derivate
dall’art. 41 della Costituzione disciplinanti l’erogazione dei
finanziamenti di Stato alle imprese private ed i correlati vincoli (e
i conseguenti e necessari “programmi e controlli opportuni”) atti
a consentire il in termini di
utilità, valori e fini sociali del corrispettivo economico investito
dallo Stato”…” altro che i sacrifici per lavoratori e
pensionati predicati da Marchionne, Monti e Fornero”…”la Fiat
dovrà restituire il maltolto e questo sarà
cui non può sottrarsi la mobilitazione dei lavoratori di Pomigliano
e delle altre fabbriche Fiat. Lo Slai cobas come al solito farà la
sua parte”!
Con un volantino
distribuito stamattina all’alba ai cancelli della Fiat Pomigliano
ai lavoratori del primo turno della newco di Fabbrica Italia
Pomigliano e che sarà dato dalle 13.30 alle 14.00 a quelli montanti
del secondo turno lo Slai cobas chiama ‘tutti’ alla mobilitazione
e denuncia con forza e pubblicamente che hanno portato oggi all’implosione del
fantomatico piano di Fabbrica Italia preludente, di fatto, al
ridimensionamento/chiusura di Pomigliano e dell’insieme delle
fabbriche del gruppo Fiat nonché dell’indotto.
Ciò al netto del regalo
del 1977 del gruppo Alfa Romeo alla Fiat (con Romano Prodi all’epoca
presidente dell’IRI) che, dopo aver chiuso l’Alfa Romeo di Arese
ed aver stornato i suoli alla speculazione finanziaria ed edilizia in
funzione dell’Expo 2015 ha cannibalizzato il marchio e violato
tutte le clausole contrattuali della cessione d’azienda allora
sottoscritte e che prevedevano il rilancio produttivo e la tenuta e
lo sviluppo occupazionale del gruppo Alfa Romeo.
Il cosiddetto
piano-Marchionne, ufficialmente avviato già da qualche anno dalla
Fiat e comunicato ai sindacati ed alle Commissioni Lavoro di Camera
e Senato (e tutti acconsentirono e ‘garantirono’) a
tuttora resta di fatto nonostante
il profluvio di finanziamenti pubblici diretti, indiretti ed indotti,
prevalentemente a perdere e clientelari, sottratti in danno alla
collettività. E’ inquietante la condiscendenza dei sindacati
confederali e dell’intero quadro politico-istituzionale: quelli che
fino ad oggi hanno coperto le magagne del fantomatico piano di
Fabbrica Italia di Marchionne e che ancora in queste ore continuano
a… chiedergli ‘lumi’ già preparandosi a nuovi finanziamenti
pubblici per salvare la faccia in cambio del racconto di nuove favole
industriali da parte dell’a.d. della Fiat.
Slai cobas Fiat Alfa
Romeo e terziarizzate – Pomigliano d’Arco, 18/9/2012
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