mercoledì 2 ottobre 2024

pc 2 ottobre - Milano sa da che parte stare - tutte e tutti a Roma il 5 ottobre - un appello che condividiamo


NO AL DIVIETO DI MANIFESTARE CONTRO IL GENOCIDIO!

TUTTE E TUTTI A ROMA IL 5 OTTOBRE!

NO ALLO STATO DI POLIZIA!

NO AL DDL LIBERTICIDA 1660

Finché c'è guerra c'è speranza! 

La strategia espansionistica politico/militare dell'entità sionista Israele sta allargando i confini della sua aggressione militare.  Con la scusa di "incursioni mirate", mentre ogni immagine che arriva ci mostra invece bombardamenti a tappeto, la banda sionista accarezza l'idea di strappare al Libano tutta la terra fino al fiume Litani mettendo in fuga centinaia di migliaia libanesi.

Il piccolo stato canaglia, in attesa delle elezioni Usa di novembre, sta portando guerra e distruzione in ogni angolo del Medio Oriente con la giustificazione del proprio univoco distorto e strumentale "diritto all'autodifesa".

Per chi ancora ci credesse sottolineiamo come, a spregio di ogni convenzione e regola del diritto internazionale, l'entità sionista Israele bombarda le città e massacra la popolazione civile con migliaia

di morti senza che le cosiddette "democrazie occidentali", definite dal terrorista Netanyahu "palude antisemita", pongano qualche freno, limite o sanzione di alcun tipo alla sete di sangue sionista.

La narrazione ufficiale del governo italiano e della stampa filosionista plaude agli assassini per i colpi inferti al "terrorismo" e nasconde colpevolmente il dato essenziale che l'entità sionista Israele vuole fare piazza pulita di ogni forma di solidarietà al massacro genocida, alla disumanità della strage spietata per bombe armi fame e sete del popolo palestinese. 

La strategia coloniale sionista, fondata sul suprematismo e fondamentalismo ebraico e sull'uso strumentale dell'Olocausto, contempla il genocidio come strumento di "pacificazione" e normalizzazione dell'intero territorio palestinese per la concretizzazione definitiva del sogno sionista di una grande israele senza più palestinesi che oppongano Resistenza.

L'entità sionista israele ha radici nelle stragi, nella pulizia etnica e nel sangue della Nakba del 1948 e ora segue il sogno suprematista, razzista messianico di uno stato della purezza ebraica.

Più di 150.00 tra morti, feriti e "dispersi" tra Gaza e la Cisgiordania. Distruzione di ogni infrastruttura civile per rendere impossibile la sopravvivenza al popolo Palestinese. Una nuova definitiva Nakba per costringerlo alla resa e all'abbandono della propria terra.

Migliaia di morti in Libano, Siria, Yemen e Iraq e la sete di sangue del piccolo stato canaglia non si esaurisce mai e anzi ora vuole coinvolgere anche l'Iran nello scontro diretto confidando sull'appoggio indiscusso degli Stati Uniti chiunque ne sia il presidente. Questo è odio razziale! Anche negare il genocidio, comunque, lo si voglia chiamare è odio razziale. E così i governi occidentali trattano la popolazione palestinese come "non umani" facendo propria la definizione del governo sionista. La situazione è ancora più grave perché gli assassini sionisti stanno puntando allo scontro confessionale per fomentare una radicalizzazione dal punto di vista religioso che incendierebbe ancora di più l'area medio orientale. Nessuno però indica il sionismo e il fondamentalismo ebraico come causa della radicalizzazione islamista in molti paesi arabi.

Di pace, di cessare il fuoco e di aiuti umanitari a Gaza non parla più nessuno per non disturbare i terroristi israeliani e, allo stesso tempo, si fa sempre più concreto il rischio della generalizzazione della guerra fino al possibile utilizzo di armi nucleari.

Il blocco imperialista occidentale critica, a bassa voce e solo formalmente, l'entità sionista israele per la sua "esagerazione" ma continua nel frattempo a finanziarla con decine di miliardi di dollari in armi per non perdere un suo prezioso avamposto all'interno dello scontro globale per l'egemonia e il controllo su mercati e risorse.

L’italietta in camicia nera del governo Meloni-Salvini-Tajani si inchina servilmente e giura eterna fedeltà, sul piano internazionale, alla potenza economico/militare del blocco occidentale alla ricerca di legittimazione politica e per porsi sotto il suo ombrello protettivo a difesa dalla speculazione finanziaria dei mercati.

Il governo Meloni-Salvini-Tajani è complice e finanziatore del genocidio palestinese ma è sul fronte interno che mostra però il vero volto dell'autoritarismo.

E' sul piano della gestione economica e politica nazionale che scopre le sue radici ben piantate nell'ideologia del ventennio riviste in una nuova veste autoritaria e securitaria che sta svuotando ed esautorando la forma stato basata sul parlamentarismo per trasformarla in una nuova veste, una "democratura" con il rafforzamento del potere nelle mani del/della presidente del consiglio e con una restrizione degli spazi di agibilità politica dell'opposizione politica e di classe. 

La tendenza alla guerra, causata da una crisi globale del modo di produzione capitalistico, necessita, per la propria sopravvivenza, di un aggiornamento della forma stato per imprimere, senza "l'inutile fardello della democrazia parlamentare", una possibile accelerazione di riforme che adeguino le strutture economiche e le sovrastrutture ideologiche alle nuove esigenze del capitale e alla sua nuova economia di guerra.

La spinta al "keynesismo di guerra" sostenuta da Draghi e dall'accozzaglia di nullità in camicia nera al governo. è evidente quando viene indicato un enorme investimento nel comparto militare/industriale come unica strada da percorrere per la sopravvivenza economico-politica dell'Europa e della stessa Italia.

NO AL DIVIETO DI MANIFESTARE IL 5 OTTOBRE A ROMA. NO AL DDL 1660!

Il ddl 1660 rappresenta un nuovo grande e pericolosissimo tassello in questa evoluzione autoritaria del dominio di classe impressa dal governo Meloni. Questa legge liberticida colpisce apertamente, con nuove forme di arbitrio e violenza repressiva, ogni forma di dissenso che non agisca nell'inutile teatrino delle compatibilità. Il potere non si tocca e non si critica, altrimenti carcere e repressione.

Il divieto alla manifestazione nazionale del 5 ottobre si pone all'interno di questo quadro di trasformazione in senso autoritario della forma di governo e di recrudescenza repressiva. Le gravissime motivazioni di questo divieto sono risibili e mistificatorie.

Sono ad ora 51 i sabati nei quali Milano si riempie di bandiere palestinesi rivendicando, con forza ed empatia, i contenuti di antifascismo e antisionismo e di solidarietà al popolo palestinese e alla sua resistenza. 

Contro ogni fascismo, razzismo e antisemitismo.

Parti importanti del mondo ebraico nella diaspora ma anche dalla stessa entità sionista Israele hanno alzato la voce contro il sionismo colonialista e contro la barbarie del terrorismo del governo Netanyahu. Contro la prigionia arbitraria e la tortura di più di 10.000 donne uomini e bambini palestinesi detenuti illegalmente delle carceri sioniste.

Ma tutto questo non conta. 

Perché il gioco sporco e criminale di strumentalizzazione dell'orrore dell'Olocausto fa rappresentare come antisemita chiunque manifesti contro il colonialismo sionista e la barbarie del genocidio in corso praticato dall'entità sionista Israele.

Il governo Meloni servo dei poteri economici e schierato con il terrorismo sionista si inventa la possibilità di aggressione alla comunità ebraica e decide di imporre un pesante divieto di manifestare perché la data è troppo a ridosso e ricorderebbe il 7 ottobre del 2023 e l'insurrezione palestinese contro il colonialismo sionista.

Noi ricordiamo invece la Nakba, Deir Yassin, Tantura, Tel al Zataar, Sabra e Chatila, e la continua strage quotidiana che dura da decenni di donne e uomini e bambini palestinesi. Ricordiamo la "grande marcia del ritorno del 2018 quando il popolo palestinese scelse la strada della dimostrazione pacifica con migliaia di famiglie a protestare davanti alle reti della vergogna e dell'apartheid con il risultato di 234 morti/e assassinati/e da cecchini sionisti mentre protestavano pacificamente. 49 bambini uccisi e più di 6000 feriti, la metà in modo grave.

Questa è la pace israeliana!

Ricordiamo il 7 ottobre del 2023 come l'inizio della disumanità di un genocidio davanti al quale il mondo occidentale si sta girando dall'altra parte per non mettere in discussione l'ultimo avamposto coloniale dell'occidente.

Noi ricordiamo il 7 ottobre come data in cui il popolo palestinese ha messo in gioco la propria esistenza per non morire giorno dopo giorno nell'assoluta indifferenza.

Noi sappiamo, noi siamo tragicamente consapevoli che senza il 7 ottobre, senza la sua Resistenza, il popolo palestinese non esisterebbe più come identità, cultura, tradizioni, valori di solidarietà di empatia, di Sumud. Non esisterebbe più come valore assoluto di pace e convivenza tra religioni diverse in cui credono donne e uomini nati/e in Palestina e non imposti militarmente dal colonialismo sionista e dal fondamentalismo ebraico fiancheggiato dalle potenze imperialiste occidentali.

Per questo non possiamo semplicemente accettare questo divieto, per questo denunciamo l'intento terroristico del governo italiano e del ministro Piantedosi di voler depotenziare la partecipazione al corteo con la paura della repressione.

Per questo denunciamo l'impossibilità di poter definire un normale e pacifico spostamento organizzato da moltissime città da cui sappiamo vorrebbero partire decine di migliaia di compagne e compagni, amiche e amici solidali con il popolo palestinese.

Lanciamo anche un appello perché la nostra intelligenza collettiva sia in grado di rigettare al mittente questo divieto fascista senza cadere nella trappola repressiva in cui il governo impregnato da fascisti/e e, (ipocritamente) sionisti, vorrebbero cadessimo.

Vogliamo essere liberi di manifestare la nostra solidarietà ad un popolo schiacciato ed oppresso da 76 anni di occupazione coloniale, da 76 anni di stragi, incarcerazioni arbitrarie e lutti, di check point, di muri dell'apartheid, di una Gaza trasformata in un lager a cielo aperto e ora costretta a subire un genocidio.

Per una Palestina libera dal sionismo dal fiume fino al mare!

Per il diritto ad esistere, a resistere, per il ritorno dei profughi, per il diritto ad un processo di libera Autodeterminazione.

Con il Popolo Palestinese, con la sua Resistenza.

IL 5 OTTOBRE TUTTE E TUTTI A ROMA

ore 14,00 piazza Piramide

Come annunciato sabato scorso dal camion nei comizi finali 

noi saremo in piazza con uno striscione senza firma 

MILANO SA DA CHE PARTE STARE

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