Il centro della sua politica sono gli interessi di un imperialismo, quello italiano, in prima linea nell’attivismo militarista, per la divisione del bottino energetico mondiale, per i progetti di neocolonialismo. Una spirale su cui convergono gli altri paesi imperialisti che va in direzione di un ennesimo scontro mondiale.
L’art. 11 della Costituzione antifascista, espressione di una volontà di massa, popolare, che aveva messo fine a fascismo e guerra, ormai lo vediamo da anni ridotto a un simulacro da parte non solo dei governi di qualunque colore politico ma anche dei vertici delle istituzioni dello Stato, a partire proprio dai capi di Stato, e oggi con Mattarella che accompagna le scelte di guerra del governo Meloni, come ieri, da ministro della Difesa dei governi D’Alema e Amato, ha gestito la partecipazione dell’Italia nella guerra della NATO in Kosovo contro la Serbia e che ora è pronto ad autorizzare la partecipazione della missione militare navale italiana nel Mar Rosso così come ha approvato il decreto di proroga fino al 31 dicembre 2024 dell’ottavo decreto per l’invio di armi all’Ucraina da parte del Consiglio dei ministri del governo Meloni.
L’Italia imperialista entra in guerra assieme a Francia e Germania non solo per garantirsi la rapina delle merci che transitano nel Mar Rosso ma anche per fare la propria parte in una guerra a fianco dello Stato
nazisionista israeliano contro il popolo palestinese e contro il popolo Houthi che è al suo fianco. E dal governo si dice esplicitamente che sarà messo in campo l’uso della forza militare, altro che “funzione difensiva”, gli imperialisti da che cosa si devono difendere?.E’ evidente più che mai che la solidarietà e appoggio alla Resistenza del popolo palestinese e del popolo Houthi da parte degli operai, dei giovani, delle masse popolari nel nostro paese così come nel mondo, significa lotta al proprio imperialismo che è il nemico comune dei proletari, masse e popoli oppressi.
Sul fronte indo-pacifico aggiungiamo anche il fatto che la Marina italiana torna in Estremo Oriente con la portaerei Cavour. E senza contare il fatto poi dell’acquisto di nuove e micidiali armi da guerra.
Quindi tutto per la guerra e tagli di 100 miliardi a Sanità, Scuole, Stato Sociale decisi dal governo Meloni vanno assieme così come vanno assieme la politica di fascistizzazione dello Stato con il premierato e l’autonomia differenziata che sta portando avanti questo governo attaccando esplicitamente la Costituzione, assieme ai provvedimenti repressivi per uno Stato imperialista forte nella contesa mondiale interimperialista.
Scrivono alcuni giornali come il Fatto Quotidiano e la Repubblica, riportando un sondaggio di Ilvo Diamanti, che riguarda gli aiuti militari in Ucraina, che non è mai stato così basso il sostegno degli italiani dall’inizio guerra. E di solito i sondaggi servono ad intorbidire le acque delle coscienze e dirottarle verso il consenso ai governi ma la distanza tra masse e governo e Stato su questa questione è talmente grande che evidentemente non è possibile nasconderla.
Il segretario della NATO, Stontelberg, ha detto che i paesi imperialisti devono fornire all'Ucraina più armi.
E soldi e armi non bastano più a Zelensky che ora chiede all’Occidente di mandare in Ucraina uomini e donne: "quanti uomini e donne siete disposti a inviare per proteggere un altro Paese?"
E, infatti, Zelensky ha annunciato la presentazione al Parlamento ucraino di un disegno di legge sull'introduzione dell'istituto della cittadinanza multipla in Ucraina, "un progetto di legge chiave che consentirà modifiche globali alla legislazione e introdurrà l'istituzione della cittadinanza multipla e consentirà a tutti gli ucraini etnici e ai loro discendenti provenienti da diversi paesi di avere la nostra cittadinanza". Tutti i mercenari così avranno la cittadinanza ucraina.
E il governo Meloni non vedeva l’ora di esprimere il proprio servilismo imperialista.
Il 10 gennaio il Parlamento ha autorizzato il governo a prorogare l’invio di armi all’Ucraina fino al 31 dicembre 2024.
“Su iniziativa del ministro della Difesa, Guido Crosetto, del ministro agli Affari esteri, Antonio Tajani, e del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e con il consenso dell’intero Governo, è stata decisa la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, dell’autorizzazione al Governo, previo atto di indirizzo di Camera e Senato, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti alle Autorità governative dell’Ucraina” ha reso noto il ministero della Difesa.
“Il prolungamento del conflitto russo-ucraino, in uno scenario internazionale aggravato dalla crisi mediorientale e dalla guerra tra Israele/Hamas, impone al Governo Meloni una scelta di coerenza, di sostegno e, dunque, di proroga degli aiuti all’Ucraina, in linea con gli impegni internazionali assunti dall’Italia in sede Ue e Nato. Il decreto-legge in questione consentirà al Governo, per un ulteriore anno e previo obbligatorio mandato del Parlamento, di supportare la popolazione ucraina, impegnata a difendere la libertà e sovranità della sua Nazione, mettendo loro a disposizione, come è stato fatto finora, non solo armi, ma anche equipaggiamenti, gruppi elettrogeni e quanto necessario a sostenere le operazioni militari a difesa di civili inermi”.
La lista dei materiali da consegnare all’Ucraina è stata illustrata al Copasir e resta segreta come segreti sono stati gli invii precedenti di armi.
L’ottava proroga avviene per decreto-legge, l’ennesimo, cioè attraverso un atto d’urgenza approvato dal governo che entra in vigore subito e che sarà un’ulteriore spinta alla corsa agli armamenti perché se il governo di Zelensky verrà rifornito ancora di armi italiane l’arsenale bellico dell’Italia imperialista dovrà essere implementato con nuovi finanziamenti.
“Bisogna verificare ciò che noi siamo in grado di dare rispetto a ciò che a loro servirebbe”, aveva dichiarato qualche mese fa il ministro Crosetto. Del resto, a gennaio ci si ponevano interrogazioni sul parziale svuotamento dei magazzini e sulla necessità di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale. “L’Italia ha fatto molto, ha puntato molto sui sistemi di difesa antiaerea per fermare gli attacchi che vanno sulle infrastrutture civili ed energetiche, sulle città, sulle scuole”, aveva aggiunto il ministro. “Il problema è che non hai risorse illimitate. E da quel punto di vista l’Italia ha fatto quasi tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio”, aveva detto ancora.
Quindi si annunciano nuovi investimenti per l’acquisto di nuove armi.
Gli altri alleati fornitori di armi a Zelensky cominciano a tentennare, dagli USA all’UE (all’interno di quest’ultima, nel Consiglio UE, c’è il veto dell’Ungheria di Orban) anche se le forniture di armi continuano ad arrivare da parte di Francia (altri 40 missili aria-superifice SCALP EG, che vanno ad aggiungersi ai 50 già forniti in precedenza) e Germania (con i carri Leopard2), e anche il governo Meloni rivela la sua natura di servo su cui Zelensky può contare in Europa.
La Schlein l’11 Gennaio 2024 diceva che "il PD ha votato compattamente la propria risoluzione in cui c'era tutto quello che doveva esserci con la conferma di ogni tipo di supporto all'Ucraina" . La risoluzione del PD non nomina la parola «armi», ma a chiesto al governo di «continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie» finendo poi con l’astenersi durante le votazioni, eccezion fatta per alcuni deputati e senatori tra cui l’ex ministro e attuale presidente del Copasir, Guerini, che hanno votato a favore del governo.
M5s e Fratoianni hanno presentato due emendamenti, bocciati nelle Commissioni, che chiedevano per ciascun invio di armi l'autorizzazione del Parlamento. Quella del Movimento 5 Stelle impegnava il governo a «interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorità governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari». Quella di Sinistra Italia ed Europa Verde era di fatto identica e ha chiesto al governo di «interrompere la cessione di mezzi e materiali d’armamento in favore delle autorità governative dell’Ucraina, concentrando le risorse sull’assistenza umanitaria e sulla ricostruzione». Cioè sostenere i profitti dei padroni che andranno a mettere le mani sulla ricostruzione dell’Ucraina dopo la guerra.
Alla Camera il Movimento 5 Stelle ha votato contro, così come l’Alleanza Verdi-Sinistra.
Ma è una opposizione dai piedi d’argilla che comunque si esprime solo al momento del voto senza fare appello ed organizzare alcuna mobilitazione di massa. Anzi, quando lo fanno, sono spesso contestati nelle manifestazioni.
I sentimenti di pace delle masse del nostro paese non possono esprimersi in un’opposizione reale in Parlamento, devono tradursi in rappresentanza autonoma; gli operai su questo possono e devono giocare un ruolo d’avanguardia se prendono coscienza della posta in gioco e mettono in campo lotte e iniziative contro il governo della guerra in tutti i modi; il movimento contro la guerra, antimperialista, di solidarietà internazionalista, con la Palestina, con i popoli oppressi, con le Guerre Popolari, può avanzare se mette al centro la questione del rovesciamento di questo governo dei padroni capitalisti/imperialisti rappresentato dal governo Meloni.
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