lunedì 22 gennaio 2024

pc 22 gennaio - il governo di stampo fascista della Meloni occupa la RAI e una fetta di giornalisti si organizza per servirlo

 corrispon denze di denuncia

ALTRO CHE SINDACATO GIALLO, QUESTO E' PROPRIO NERO

Da qualche settimana è nato un nuovo sindacato di settore: si chiama Unirai-Liberi Giornalisti Rai, e rappresenta un dipartimento autonomo della Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione (Figec) collegata alla Confederazione Italiana Sindacati Autonomi dei Lavoratori (Cisal).
 
 
Esso rappresenta la scissione di ultradesta della Unione Sindacale dei Giornalisti Rai (Usigrai), da sempre rappresentanza egemone nel comparto dell’informazione radiotelevisiva pubblica, da alcuni – quelle poche decine che hanno abbandonato la nave – giudicata troppo di sinistra.
 
Chi siano nella realtà, con qualche lodevole eccezione, questi sedicenti “liberi pensatori” emerge dal racconto di una disavventura ocorsa ad una troupe impegnata nei pressi del villaggio di Podpec, in Slovenia, alla ricerca di prove riguardanti la presenza di foibe con dentro resti di italiani.
 
A raccontare la vicenda pensa l’edizione di mercoledì diciassette gennaio del quotidiano fascista Secolo d’Italia che, tramite un articolo redazionale, dà voce alle parole del sindacato corporativista che così si esprime circa il danneggiamento dei mezzi al seguito degli operatori dell’informazione.
 
«Unirai condanna questi atti intimidatori e violenti che non fermeranno il lavoro dei giornalisti Rai per raccontare i crimini di ieri e di oggi. Dalle foibe in Istria alle fosse comuni di Bucha è teso un unico filo rosso di sangue. Che bisogna ricordare e denunciare perché quegli orrori non si ripetano».
 
Basterebbero già queste poche parole per comprendere quali siano le simpatie politiche di certi personaggi, ma ecco come continua il comunicato: «farlo senza paure e reticenze è la maniera migliore per onorare lo straordinario lavoro di ricucitura delle ferite del passato realizzato dalle comunità italiana e slovena, al di qua e al di là del confine».
LA RAI E' SEMPRE PIU' TELE MELONI

L’edizione di domenica quattordici gennaio del fogliaccio online della Fondazione Alleanza Nazionale, quello che ha come ragione sociale Secolo d’Italia, riporta l’ennesima polemica imbastita dai suoi padroni nei confronti di chi giustamente lamenta il fatto che la Rai, in particolare il Telegiornale dell’ammiraglia, stia diventando sempre più Tele Meloni.

Tutto nasce dalla sciagurata idea, avuta dal responsabile dell’edizione delle ore 13:30 di quello che dovrebbe essere il principale spazio di informazione presente sui canali televisivi ricevibili in Italia, di «mandare in onda un servizio sulle commemorazioni di tutte le vittime della Patria, che si svolge con cadenza annuale, dei giovani di Fratelli d’Italia, riuniti nella sigla Gioventù nazionale».

Se realmente così fosse non si tratterebbe certamente di uno scandalo; peccato che le adunate di cui si fa riferimento nel pezzo siano state definite, da chi ha confezionato il serivizio per il Tg Uno, «non politiche»: è pacifico che, se un’iniziativa è promossa ed attuata da un gruppo partitico, essa assume forzatamente la connotazione che il sedicente giornalista pubblico ha voluto negarle.

Poi si può discutere sulla meritorietà di una tale scelta; anche qui si potrebbe sottolineare che si tratta solamente di propaganda di coloro che si definiscono “patrioti”, ma in sostanza sono gli eredi di coloro che regalarono un pezzo di Italia alla Germania hitleriana e si misero agli ordini diretti del Führer, negando in questo modo l’essenza stessa del termine sopra riportato.

Bosio (Al), 20 gennaio 2024



 
Bosio (Al), 21 gennaio 2024

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