La conferenza stampa della Meloni del 29 dicembre di ben oltre tre ore e e 45 domande, la più lunga della storia della Repubblica, è stata davvero una novità corrispondente al nuovo governo reazionario antioperaio e antipopolare, moderno fascista che si è insediato nel nostro paese da circa due mesi.
E’ una conferenza stampa che merita un commento e, come dire, una contro risposta su tutti i punti toccati, anche perché offre l’opportunità anche a noi comunisti di indicare la linea immediata di opposizione, lotta e le prospettive almeno a medio periodo. Essa serve anche a far capire meglio, ci auguriamo, al movimento proletario e rivoluzionario la natura di questo governo e la maniera di lottare contro di esso.
Noi pensiamo che proprio sulla natura del governo gli elementi di continuità e discontinuità rispetto aìi precedenti governi ci sia oggi le possibilità di unità innanzitutto a livello di fronte per una lotta politica e sociale all’altezza della situazione.
Quando diciamo questo, stiamo dicendo che l’attuale lotta politica e sociale, con l’elemento centrale
della lotta sindacale, non è né adeguata né all’altezza, come non lo sono le posizioni dei gruppi dirigenti delle forze di opposizione, fuori dal parlamento naturalmente, e di quelle del sindacalismo di base.L’esame del discorso della Meloni non è un esame per iniziati che dobbiamo fare ma rivolto alle avanguardie operaie e dei movimenti di massa perché siano strumento e forza agente e dirigente tra gli operai, i lavoratori, le masse proletarie povere, sui posti di lavoro e sui territori, intorno all’obiettivo di fase di rendere organizzata, visibile, influente e incisiva la nuova opposizione politica e sociale che si misura con il nuovo governo, all’interno di una chiarezza di fondo: il fine anno ha dimostrato che non esiste un’opposizione parlamentare in grado di contrastare realmente il nuovo governo e la marcia reazionaria moderno fascista che esso incarna.
Certo, noi siamo dalla parte di ogni voce che nel parlamento nero esprima dissenso, ma saremo ancor più dalla parte di tutti coloro, in parlamento e fuori, compreso nelle istituzioni, nella grande stampa, nella cultura, le personalità in tutti i campi che si spenderanno e si metteranno in gioco in forme realmente combattive, affrontando i “rischi” conseguenti alla natura reazionaria, moderno fascista del governo, ancor più se questa battaglia la faranno, più che sui giornali o nei Palazzi, nelle strade, nelle piazze, davanti e dentro i posti di lavoro, nei quartieri popolari anche difficili.
Certo il peso maggiore e la vera sfida è quella che sono e saranno in grado di fare i comunisti, il sindacalismo classista e combattivo, i movimenti a carattere antagonista e in particolare quelli antifascisti e antimperialisti o impegnati nelle trincee delle carceri, repressione, nell'azione e organizzazione degli immigrati.
Non consideriamo, chiaramente, tra questi i settori novax, fatti spesso da compagni che abbiamo anche stimato ma che sono deragliati su questa questione oggettivamente nel campo avverso, che ha fatto col governo Meloni l’utilizzatore finale della loro sconsiderata posizione e azione.
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