sabato 3 settembre 2022

pc 3 settembre - LA "SINISTRA RIFORMISTA" E' IN COMA, MA I "RIVOLUZIONARI" TROTZKISTI NON STANNO MOLTO MEGLIO

Mercoledì diciassette agosto compare, sul sito internet del Partito Comunista dei Lavoratori, un pesantissimo articolo, firmato dal dirigente vercellese Lorenzo Mortara, sul tema dell’unità della sinistra e quella dei comunisti

Per evitare inutili, e sterili, polemiche eviteremo di rispondere alle solite cialtronierie sul preteso “stalinismo” – categoria dello spirito inventata dagli epigoni del giuda di Bereslavka – che occupano buona parte dello scritto.

Ci concentriamo, invece, su due passaggi del pezzo che troviamo particolarmente “strani”: l’uno

riguarda la critica a chi preferisce Unione Popolare all’alleanza con i ferrandiani, l’altro concernente la consistenza dei partiti della “sinistra radicale”.

Il dirigente piemontese scrive: «fa riflettere invece, come al coro dell’unità a sinistra si aggiungano tanti compagni che a sentir loro mangiano pane, falce e martello dalla mattina alla sera. Fa sempre un certo effetto vedere come a ogni giro, siano pronti a immolarsi al borghese di turno».

E continua: «compagni privi di spina dorsale, senza nerbo, pronti a strisciare senza battere ciglio dietro al nuovo progetto delle burocrazie di sinistra, incapaci di una riflessione autonoma e razionale che non sia il qualunquismo del “meno peggio”».

I toni sono da vera e propria scomunica, probabilmente dovuti al rancore verso coloro che non hanno risposto positivamente all'appello di qualche tempo fa, impedendo praticamente ai seguaci di Marco Ferrando di presentarsi alle elezioni: fa eccezione la sola Liguria, dove sulla scheda per il Senato saranno, clamorosamente, presenti.

Più avanti, ecco il momento esilarante: «negli ultimi quindici anni è innegabile che tutti i gruppi trotskisti come un po’ tutta l’estrema sinistra si siano alquanto ridimensionati, ma nessuno ha subito il tracollo senza precedenti che han subito Rifondazione e Comunisti italiani per l’insistente collaborazione di classe dei suoi gruppi dirigenti».

Se sino a qui il ragionamento risulta del tutto condivisibile, è il prosieguo a raggiungere livelli degni del peggior comico, sia egli Giuseppe Piero Grillo o Vladimir Aleksandrovic Zelensky: «noi trotskisti, piccoli eravamo e piccoli suppergiù siamo rimasti».

E’ pur vero che, in termini di numero di iscritti, la perdita dei due maggiori partiti riformisti è assai maggiore rispetto ai “rivoluzionari” trotzkisti, ma non è che questi ultimi se la passino molto meglio: dal 2008 al 2020 sono passati da circa 1.300 a 355 adepti dichiarati, perdendo di fatto i tre quarti dei seguaci; da piccoli a pressoché inesistenti.

Bosio (Al), 03 settembre 2022

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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