giovedì 7 luglio 2022

pc 7 luglio - Stellantis, 4.704 esuberi nella fabbrica di Melfi: li chiamano temporanei ma di fatto sono futuri licenziamenti

 

4.704 esuberi temporanei che nella sostanza preannunciano licenziamenti. Mai fidarsi degli accordi firmati da padroni e sindacati confederali!

“Per il suddetto stabilimento di Melfi - scrive l’azienda al Ministero - in premessa al precedente accordo sindacale stipulato il 25 giugno 2021, è contemplato un piano in materia di investimenti, riorganizzazione, occupazione e relative misure gestionali per la produzione di quattro nuove vetture completamente elettriche e multibrand – il cui lancio è previsto a partire dal 2024 – nonché l’assemblaggio diretto nello stabilimento delle batterie per le vetture elettriche ivi fabbricata”.

Quel “piano” (e l’accordo), che prometteva che non ci sarebbero stati esuberi, prevedeva comunque una cassa integrazione già per migliaia di operai, il taglio di una linea di produzione, ma il mantenimento della produzione di 400 mila auto l’anno e una serie di “incentivi all’esodo” per gli operai che hanno

raggiunto quasi i mille. È chiaro che questo piano di produzione in questo caso non si sarebbe potuto fare senza spremere fino all’osso ogni operaio sulla linea, aumentando i ritmi e quindi peggiorando di molto le condizioni di lavoro.

Adesso però arriva la marcia indietro su “investimenti, riorganizzazione, occupazione” con frasi che tendono sempre ad ingannare come l’inizio di questo altro paragrafo: “Contemporaneamente alle necessità connesse alla realizzazione del piano di riorganizzazione dello stabilimento di Melfi, illustrato ili 25 giugno 2021, si rende necessario fronteggiare , per gli attuali modelli in produzione – Jeep Renegade, Jeep Compass e Fiat 500X – gli effetti della complessiva situazione di mercato nonché le repentine e imprevedibili mancanze di forniture di componenti di produzione essenziali, dovute alla perdurante crisi globale dei semiconduttori.”

Che i “modelli in produzione - Jeep Renegade, Jeep Compass e Fiat 500X”, che erano considerati il fiore all’occhiello dell’azienda (auto per la classe media) in questo periodo non avrebbero retto la concorrenza e che c’è una crisi globale di materie prime e soprattutto di semiconduttori, i dirigenti della Stellantis lo sapevano già al momento della firma del famigerato accordo, ma hanno voluto, come sempre, scaricare sugli operai tutti i costi. E si scarica doppiamente quando si fa ricorso all’aiuto dello Stato che concede la deroga alla cassa integrazione, cosa che dovrebbe essere concordata nell’incontro previsto per il 20 luglio.

Mentre, quindi, per i padroni della fabbrica di automobili più grande d’Italia adesso quell’accordo non è più valido, i sindacati continuano a riempire l’aria, e la testa degli operai, di chiacchiere sulla necessità degli ammortizzatori e i “pericoli” per l’indotto e per tutta l’area industriale! Ma invece di dare inizio alla lotta… ne parleranno il 20 luglio al Ministero.

Gli operai sanno per propria esperienza (e in particolare a Melfi non ci si dovrebbe mai dimenticare degli eccezionali 21 giorni di sciopero) che senza una lotta che tenga d’occhio gli accordi questi vengono lasciati nelle mani dei padroni e dei sindacalisti al loro servizio che ne fanno quello che vogliono.

E vista la dura “crisi di lunga durata” che si preannuncia è necessario e urgente organizzarsi e prendere la lotta nelle proprie mani!

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