Subito dopo l’accordo sulla cassa integrazione è arrivata la
decisione degli “esodi incentivati”! per essere convincenti e non lasciare
spazio a eventuali discussioni e obiezioni sulla “crisi” che attraversa l’azienda, come va dicendo da tempo il suo Direttore Generale, Tavares, che continua a fare
appelli al governo perché tiri fuori altri soldi.
Il Sole 24 Ore, il quotidiano dei padroni, gli dà una mano nel
riportare la notizia delle 1820 “uscite volontarie” predisposte dalla
Stellantis, dicendo in modo abbastanza soddisfatto che l’accordo “per la
società è positivo e innovativo …” ma anche, ed era logico: “per i sindacati
firmatari [in questo caso Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Quadri] si tratta di un
accordo che permette di adeguare in modo socialmente responsabile [proprio
così dicono, mentre licenziano di fatto migliaia di operai!] gli organici in
questa fase di forte cambiamento dell’automotive, pe la transizione verso l’elettrico”.
I sindacati, come sempre, sono più solerti dei padroni nel dare un aiuto attivo alla ristrutturazione
industriale dell’azienda automobilistica “che occupa in Italia 49 mila persone.”L’intesa, dice Milano Finanza “… prevede uno scivolo di
incentivi economici per i dipendenti più vicini alla pensione e strumenti
di ricollocamento per gli altri.”
“Le uscite avverranno sulla base della non opposizione
alla risoluzione del rapporto di lavoro [una frase che vuole sottintendere "volontario" perché sanno che volontario non è!], spiega una nota della Fim-Cisl.
Per chi può raggiungere la pensione entro 48 mesi, gli incentivi garantiranno
per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di naspi (sussidio di
disoccupazione), il 90% della retribuzione e per i restanti 24 mesi il 70%
della retribuzione, più un importo pari ai contributi volontari da versare. Per
gli operai che non raggiungono la pensione, l’incentivo sarà pari 24 mensilità
e comunque a non meno di 55mila euro, a cui vanno aggiunti 20mila euro nel caso
in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre. Per gli impiegati
e i quadri che non raggiungono la pensione, l’incentivo varierà in base
all’età: per chi ha almeno 50 anni, 24 mensilità per un importo, comunque non
inferiore a 55mila euro; per chi ha tra 45 e 49 anni, 18 mensilità; per chi ha
tra 40 e 44 anni, 12 mensilità; per chi ha meno di 40 anni, 6 mensilità; in
ogni caso a dette mensilità si aggiungeranno 20mila euro nel caso in cui si
risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.”
Anche per gli impiegati e i quadri è previsto un “piano di
ricollocamento”
«Stellantis metterà a disposizione all’interno un percorso
di ricollocazione denominato “active placement” [in inglese le prese per
i fondelli suonano meglio!], portato avanti con società specializzate del
settore. In questo caso, la risoluzione del rapporto di lavoro con Stellantis
avverrà nel momento in cui la persona, sempre su base volontaria, accetti un
altro impiego già concretamente individuato presso una società terza, con la
formalizzazione scritta del nuovo contratto di lavoro; verrà comunque
corrisposto un incentivo pari al 50% di quello altrimenti previsto per la sola
uscita volontaria.»
“Se si considerano le uscite già previste fino ad oggi si
arriva ad oltre 4.000 lavoratrici e lavoratori in meno dal 2021” dice “allarmata”
la Fiom; ma, a parte il fatto che in generale si limita agli “allarmi”, ciò non
vuol dire affatto che l’azienda intenda chiudere, ma piuttosto che ha bisogno
appunto di una straordinaria riorganizzazione industriale per attrezzarsi
meglio, all’interno della cosiddetta transizione ecologica, per poter meglio
fare la concorrenza mondiale nel campo della produzione di auto; un’altra
guerra che anche per loro sta diventando “di lunga durata”.
Davanti a questo scenario che prevede ristrutturazioni, che per gli operai significano peggioramento effettivo delle condizioni di lavoro, non possiamo che ribadire quello che abbiamo detto ieri: è necessario e urgente organizzarsi e prendere la lotta nelle proprie mani!
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