L’articolo di Lenin di riferimento principale sull’attuale situazione internazionale, guerra in Ucraina, tendenza alla guerra imperialista mondiale, è “La sconfitta del proprio governo nella guerra imperialista” di luglio 1915.
In questo articolo Lenin scrive: “Una classe rivoluzionaria non può durante una guerra reazionaria non augurarsi la sconfitta del proprio governo”. Questo Lenin lo dice contro la parola d’ordine centrista: “Nè vittoria né sconfitta” - che è sostanzialmente la posizione di tutto l’opportunismo di destra o di falsa sinistra da decifrare nelle parole d’ordini da esso portate oggi.
Lenin scrive che nel portare le parole d’ordini e l’azione nella guerra reazionaria bisogna tenere conto
dello stato d’animo delle classi (parla di “trasformazione emotiva”, “psicologia sociale”, “sentimenti impetuosi”, “rottura della sonnolenza psichica abituale”).Questo ci insegna a cogliere la profondità dell’osservazione di Lenin.
Essere in corrispondenza con gli stati d’animo delle masse non significa certo assecondare l’ideologia dominante, si tratta bensì di conoscerne le trasformazioni per poterne cogliere il movimento nella pratica della strategia e della tattica rivoluzionaria in questo contesto.
Continua Lenin: “...comprendono che la guerra è la “continuazione della politica” dell’imperialismo e (gli operai devono) rispondere alla guerra con la “continuazione” del loro odio contro il nemico di classe”, (e bisogna comprendere e far comprendere) che “la “guerra alla guerra” è una frase banale se non si fa la rivoluzione contro il proprio governo”.
Allo stadio attuale si può parlare di “sentimenti impetuosi”, “rottura della sonnolenza psichica abituale delle masse”, ecc. solo nelle aree trascinate direttamente nella guerra, e quindi in Ucraina e Russia. Nell’Unione Europea e negli Usa, in cui siamo coinvolti solo indirettamente nella guerra “per procura” e nella guerra economica (sanzioni, ecc.) alla Russia, prevale nelle classi una condizione di passività politica e c’è una sostanziale passività anche degli strati sociali piccolo borghesi, impiegatizi. Ed è caso mai il ceto politico o giornalistico a sentirsi mobilitato nella campagna interventista. Questo è lo stadio della questione. Ed è estremamente importante coglierlo per lo sviluppo ora dell’azione politica e della tattica.
Perchè chiaramente questo si riflette nel tipo di movimenti che ci possono essere. Cioè non ci si può attendere un movimento contro la guerra imperialista, internazionalista spontaneo. Questo oggi può essere dato solo dall’azione dei comunisti marxisti-leninisti-maoisti che intervengono secondo il leninismo nell’attuale movimento così com’è.
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