Lo sciopero generale dell’11 ottobre indetto da 15 organizzazioni sindacali di base e di classe ha avuto successo e ha costituito un passo in avanti per il movimento sindacale di classe, per la prima unità col movimento degli studenti e alcuni movimenti sociali di lotta, come sulla casa e sul territorio.
I partecipanti agli scioperi sui posti di lavoro sono stati in numero decisamente maggiori dei precedenti scioperi indetti dal sindacalismo di classe – vedi quello del 29 gennaio - e ha cominciato a riempire il vuoto di lotte operaie e popolari creato dalla politica collaborazionista dei sindacati confederali.
Su questo, l’unità del sindacalismo di base e di classe ha dimostrato di essere un’arma utile e necessaria per allargare il fronte di lotta e unirlo. Questa unità nelle lotte si è espressa in forme parziali nelle circa 30 manifestazioni tenutesi nelle città grandi e piccole.
Importante è stato il quadro unitario anche per l’affermazione degli obiettivi espressi dalla piattaforma nazionale, integrata nelle diverse sedi e dalle diverse organizzazioni sindacali, con rivendicazioni aggiuntive che rispondono agli interessi dei lavoratori.
Chi ha scioperato e manifestato l’11 ottobre?
Una risposta, come sempre, classista e combattiva è venuta dagli operai della logistica che hanno dato vita ad una grossa manifestazione all’Amazon di Piacenza e hanno avuto un ruolo attivo in numerose altre manifestazioni. Insieme alla logistica, in questa occasione, sono scesi in campo ampi settori sindacali dei trasporti, dalle ferrovie ai portuali; forte in tutte le manifestazioni è stata la presenza degli studenti e di lavoratori e lavoratrici della scuola e gruppi di altri settori lavorativi.
Il problema degli scioperi del sindacalismo di base rappresentato dalla difficoltà degli scioperi operai delle fabbriche ha registrato dei passi in avanti. Non tanto sul fronte dello sciopero vero e proprio il cui dato resta basso, quanto per l’iniziale partecipazione in tutte le iniziative e manifestazioni di operai delle fabbriche in lotta e di operai anche singoli ma rappresentativi di numerose grandi e piccole fabbriche del nord e del sud.
Certamente importante è stata la presa di posizione e la partecipazione del collettivo degli operai di fabbrica della Gkn, non solo perché si tratta della più grande fabbrica in lotta nel nostro paese in questa fase, quando per il riconoscimento dello sciopero espresso nel loro comunicato di adesione: “non vedremo mai i compagni e le compagne del sindacalismo di base come concorrenti nel tesseramento o peggio come avversari... Lo sciopero dell’11 ottobre è l’unica data di sciopero pianificato e tutti i lavoratori dovrebbero augurarsi la maggiore riuscita possibile della giornata...".
L’estensione dello sciopero ha caratterizzato in generale le manifestazioni sviluppatesi nelle diverse città sia nei numeri che nella rappresentatività.
Nelle manifestazioni è avanzato lo spirito unitario tra i lavoratori, al di là delle sigle, cosa che non era avvenuto nella preparazione di esso. Questo è un segnale che i lavoratori vogliono l’unità di lotta e di classe e mal sopportano in generale le contese e le false unità intersindacali, proposte dai vertici dei sindacati di base
Le manifestazioni hanno messo sotto accusa il governo Draghi e il fronte unico dei padroni. che stanno scaricando la crisi e la pandemia sulla pelle dei lavoratori, che stanno peggiorando la condizione salariale di tutti i proletari e masse popolari e favorendo licenziamenti, precarietà.
Forte è stata la denuncia delle condizioni della scuola e della sanità e non è mancata una precisa opposizione alla repressione delle lotte dei lavoratori. In alcune manifestazioni come Napoli sono stati fortemente presenti i disoccupati organizzati che da mesi lottano anche contro le istituzioni locali. A Palermo Taranto e in qualche altro caso sono stati importanti le delegazioni di lavoratrici organizzate che danno un taglio più avanzato alle stess lotte dei lavoratori
In questo senso lo sciopero generale è stato un segnale forte e chiaro ai lavoratori e alle masse popolari di questo paese per aprire un possibile scontro prolungato che possa via via coinvolgere un numero molto più grande dei lavoratori e contribuire alla modifica dei rapporti di forza.
Certo non sono mancati i lati negativi in questo sciopero. Primo tra tutti, lo ribadiamo, il coinvolgimento delle fabbriche. La classe operaia vive sotto il “tallone di ferro” del comando padronale fuso con le direzioni sindacali, ma vive anche le profonde contraddizioni interne della divisione e frammentazione, dell’arretramento della coscienza di classe e dell’assenza sostanziale di un sindacalismo operaio classista e combattivo nella quasi totalità delle fabbriche grandi e piccole di questo paese
Questo macigno dovrà essere affrontato e rimosso. E qui pesa la scarsa coscienza di questo e di come affrontare questo problema presente nell’ampio settore dei dirigenti del sindacalismo di base.
L’altro dato è che è stata abbastanza debole e fragile la presenza di alcuni settori chiave dello scontro sulla pandemia – vedi lavoratori della sanità.
E’ chiaro che in quasi tutte le manifestazioni vi è stata una discriminante antifascista e in alcune di esse vi è stata una combattivo allontanamento di inquinamenti fascisteggianti che in questa fase sono fusi sostanzialmente coi no vax - anche travestiti da ‘no green pass’. Ma non è stato ovunque così.
Milano ha vissuto una pagina nera nella manifestazione. Così come non sono mancate posizioni ambigue a Napoli e in alcune altre città.
Il sindacalismo di base e di classe se vuole rappresentare l’interesse generale della classe e delle masse ha bisogno di epurare ogni influenza della piccola borghesia inferocita, del sottoproletariato – tinto da no vax - che oggi sono funzionali solo al fascismo e alla reazione e incompatibili con la lotta proletaria.
Quello che conta ora è andare avanti continuando con scioperi e manifestazioni, capitalizzando il anche grande lavoro preparatorio che gli operai e i proletari hanno fatto e può trasformarsi in più lotta, più cobas e collettivi di fabbrica, più coscienza di classe. E tutti comprendiamo quanto l’unità, anche con i suoi limiti, serva a questo avanzamento.
Contro il governo Draghi, padroni, lo Stato del capitale intensifichiamo la lotta di classe!
Avanti verso l’unità del sindacalismo di classe e del fronte unico proletario e popolare
Per una vera opposizione politica e sociale anticapitalista e antimperialista finalizzata alla lotta potere dei lavoratori!
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Coordinamento nazionale
13 ottobre 2021
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