venerdì 3 settembre 2021

Internazionalismo - Tunisia - approfondire l'analisi per lottare contro il nostro imperialismo e contro il governo reazionario in Tunisia, a sostegno dei proletari e delle masse popolari in lotta

Questo blog ha largamente documentato le lotte e gli avvenimenti prodottisi in Tunisia negli ultimi due mesi. Invitiamo a leggere gli articoli usciti su questo blog, realizzati direttamente dalla Tunisia, e le posizioni che nei primi giorni del recente “colpo di Stato” hanno preso le organizzazioni comuniste maoiste e rivoluzionarie.

Nei primi giorni di agosto abbiamo realizzato dalla sede dello slai cobas sc di Palermo un’assemblea telematica informativa, con la presenza di un compagno di proletari comunisti che lavora in Tunisia. La registrazione di questa assemblea telematica è stata pubblicata in audio. Ora ne pubblichiamo la trascrizione per renderla accessibile ai compagni e alle forze proletarie e internazionaliste del nostro paese.

Non si tratta certo di pura informazione, per quanto assolutamente necessaria, ma essa è inserita nel lavoro di proletari comunisti che è fondato sul principio di lottare contro il nostro imperialismo che ha interessi economico-politici e militari in Tunisia e cogestisce col regime della borghesia compradora tunisina il fronte caldo della migrazione nel Mediterraneo. Noi lavoriamo perchè i comunisti delle due sponde si uniscano per condurre insieme la lotta in Italia e in Tunisia e naturalmente in tutto il bacino del Mediterraneo.

Anche questo lavoro esige il rafforzamento di proletari comunisti e il sostegno alla sua azione in tutte le forme. Un appello e un problema urgente che rilanciamo.

Info, contatti, materiali sulla Tunisia si possono richiedere a pcro.red@gmail.com. 

Trascrizione - prima parte

Introduzione

Approfittiamo della presenza del compagno e ricercatore presso l'Università di Manouba, per approfondire con lui gli ultimi eventi politici in Tunisia. La borghesia italiana è interessata alla Tunisia per interessi economici e per le questioni legate all'immigrazione, i dirigenti del governo italiano hanno fatto incontri ufficiali, il compagno vivendo lì da qualche anno ha una conoscenza delle varie lotte e anche delle questioni universitarie e studentesche quindi per quanto ci compete avremo un quadro chiaro a differenza dell'informazione borghese italiana ed europea che ci da un quadro molto confuso.

Proveremo a fare un'introduzione breve sui fatti e apriremo il dibattito:

I giornali italiani, europei e occidentali hanno parlato degli ultimi eventi utilizzando "parametri interpretativi occidentali" e di classe inerenti alla "democrazia" (borghese) in una maniera ritenuta

insoddisfacente dai tunisini stessi ed in particolare da chi si è interessato in questi giorni e a partecipato alle manifestazioni di piazza, attivisti politici e sociali.

C'è stata quindi una lettura semplicistica del colpo di Stato che ha destituito un parlamento "regolarmente eletto", inoltre non soddisfa neanche la lettura che tali eventi "siano caduti dal cielo" ma hanno la loro radice negli ultimi dieci anni a partire dalla grande Rivolta Popolare del 2010/2011 ed in particolare nell'ultimo anno in cui è entrato in carica l'ultimo governo Mechichi, è quindi necessario fare un passo indietro.

Dal 2010 la questione è che la caduta di Ben Ali ha sicuramente messo fine a quel regime con la conquista conseguente della libertà di parola e di organizzazione sociale e politica, ma allo stesso tempo vi è stata una crisi economica molto profonda che si è aggravata negli ultimi due anni: gli indicatori macroeconomici come il tasso di disoccupazione, e l'inflazione hanno raggiunto livelli mai visti per non parlare del debito pubblico e debito estero arrivati al 90% del Pil.

Il governo appena destituito stava varando nuove misure che avrebbero aggravato ancor più le condizioni del popolo perchè si stavano firmando accordi per nuovi prestiti internazionali, con il FMI che quando presta dei soldi ai Paesi chiede come contropartita delle riforme strutturali, per esempio in Tunisia i beni di prima necessità come (latte, uova, pane, medicinali, energia elettrica ecc.) sono sovvenzionati dallo Stato, il FMI chiede che quest'ultimo elimini questi contributi e che di conseguenza aumenti il carovita peggiorando le condizioni delle masse popolari.

Il governo voleva accelerare questo processo e lo aveva dichiarato esplicitamente, inoltre si sono aggiunti gli effetti della pandemia che è stata gestita in maniera pessima, c'è chi parla di crimini contro il popolo tunisino dato che il piano antipandemia è stato semplicemente assente, vivendo in Tunisia confermo che non è un'esagerazione, il governo attuale sostenuto da Ennahdha ha anche fatto sparire dei finanziamenti pro pandemia e dichiarazioni contradditorie hanno fatto indispettire tutti (prima è stato detto che i soldi non erano ancora stati spesi salvo pochi giorni dopo dire che erano stati tutti spesi) diamo delle cifre: durante i primi 6 mesi della pandemia in cui era in carica il governo precedente che ha avuto vita breve (febbraio-luglio 2020) "solo" 25 persone erano morte di Covid, nei 12 mesi successivi ovvero fino ad oggi si sono registrati 20.000 morti, le terapie intensive sono al collasso e alla vigilia del 25 luglio erano finite le scorte di ossigeno per gli ospedali e si è dovuti ricorrere agli aiuti da Algeria ma anche da Italia e Francia, in particolare dai paesi imperialisti questi aiuti rientrano nella logica di intervento e presenza nel paese, occasione per stringere più il controllo.

In questa situazione esplosiva, il presidente della repubblica Kais Saied si è inserito con il suo punto di vista utilizzando al massimo le proprie prerogative istituzionali, con la logica di portare la legge fino in fondo "nessuno è al di sopra della legge" e si è mosso di conseguenza: per esempio in occasione del decennale della Rivolta Popolare si sono verificati due fatti politici importanti in cui è intervenuto direttamente:

- 1 lo scoppio di rivolte su scala nazionale partite dai sobborghi della capitale ed in razione al fatto che il governo aveva vietato qualsiasi manifestazione commemorativa, prendendo il giro il popolo con la scusa della pandemia, il governo ha utilizzato vecchi metodi repressivi con oltre 2.000 arresti tra i giovani: Kais Saied ha tuonato contro i vecchi metodi e ha scarcerato alcuni giovani in occasion di feste civili e religiose concedendo la grazia presidenziale.

-2 In occasione di un rimpasto di governo per sostituire ministri considerati vicini a Saied, quest'ultimo dimostrando che questi avevano casi aperti di corruzione ne ha bloccato fino ad oggi il giuramento, raggiungendo il duplice obiettivo di esporre le malefatte governative e di bloccare una mossa che lo avrebbe isolato. Nonostante sia dato per scontato che il presidente della repubblica convochi il giuramento per la nomina dei ministri, seguendo quei principi che muovono la propria azione politica ha sbarrato la strada a questo rimpasto che avrebbe introdotto nel governo dei corrotti e indebolendo il governo a lui ostile.

Quindi un mix di condizioni che se vogliamo hanno radice nella sconfitta della Rivolta che non è sfociata in rivoluzione, aggravate dalla pandemia come si diceva a cui si è aggiunto l'intervento attivo del nuovo presidente che è sui generis perchè nessuno avrebbe scommesso su di lui fino a due anni fa. Per comprendere tale affermazione è necessaria una breve presentazione del "personaggio": ex prof di diritto costituzionale non legato a nessun partito politico, ma nonostante ciò arrivato alla presidenza non perchè "sostenuto da forze oscure" come hanno detto alcune teorie del complotto, ma perchè in questi dieci anni ha girato il paese in lungo ed in largo sostenendo comitati di lotta di vario tipo territoriali e per il lavoro, es. a Gabes c'è un comitato contro l'inquinamento così come in altre città ha appoggiato varie istanze, quindi in questi dieci anni ha supportato e poi di conseguenza ha avuto un supporto negli ambienti di lotta e popolari: infine è stato eletto con oltre il 70% dei voti al ballottaggio delle presidenziali contro il magnate delle televisioni Nabil Karoui, mentre contemporaneamente si registrava il 70% di astensionismo alle politiche.

Quindi un passaggio importante per comprendere l'attuale crisi politica è che siamo di fronte ad un parlamento delegittimato e allora i tunisini rispondono agli occidentali che gridano alla "democrazia violata" dal colpo di stato: "non è il nostro parlamento, da mesi ne chiedevamo lo scioglimento", un parlamento nero e ultrareazionario effettivamente.

Infatti è composto da un'estrema destra "religiosa", anche se quest'ultimo termine non è esatto, rappresentata dal blocco Enanhdha/Karama, da una destra affaristico mafiosa in cui predomina il partito di Nabil Karoui, Qalb Tounes, che durante la campagna elettorale utilizzavano entrambi la retorica dell'uno contro l'altra per poi mettersi insieme e fare un governo di larghe intese ultrareazionario, ciò ha spinto le masse che chiedeva da mesi lo scioglimento del parlamento a scendere in piazza il 25 luglio con, ancora una volta, la stessa richiesta: sciogliere un parlamento ostaggio di bagarre tra parlamentari e partiti che si disinteressavano dei problemi reali del paese citati prima.

Migliaia di persone sono scese in piazza da nord a sud assaltando le sedi di Ennahdha considerato il principale partito responsabile della situazione catastrofica del paese innanzitutto perchè ha la maggioranza relativa e anche perchè è stato sempre presente nei 10 governi di questi ultimi dieci anni.

Le parole d'ordine della piazza invocavano l'intervento presidenziale per lo scioglimento del parlamento, il fatto di essere contro il sistema (inteso come l'insieme dell'arco parlamentare)... e alla fine il presidente è intervenuto, secondo me anche perchè in seguito alle proprie mosse degli ultimi mesi e per le condizioni venutesi a creare la notte tra il 25 e il 26 luglio, ha valutato che adesso era il momento per lo "scacco matto": appellandosi ad un articolo costituzionale (art.80) anche se in realtà lo ha largamente interpretato, ha congelato il parlamento e il governo in particolare destituendo con decreto il primo ministro e ministro dell'interno ad interim Mechichi, il ministro della difesa e la ministra della giustizia, tutto congelato per un mese in cui agisce contemporaneamente anche come primo ministro legiferando per decreti, e soprattutto ha levato l'immunità ai parlamentari annunciando una resa dei conti con i "corrotti".

Tecnicamente è stato un colpo di stato grazie all'aiuto dell'esercito che è stato schierato in alcuni punti sensibili (Parlamento, Ministero dell'interno, Sede del Governo, Sede della televisione nazionale) storicamente l'esercito in Tunisia non ha un ruolo in politica e non vi interviene, ma Kais Saied grazie a questa retorica legalitaria è riuscito in questi mesi a portarsi l'esercito al proprio fianco, in ogni caso dopo 3 giorni l'esercito si è ritirato nelle caserme. L'obiettivo principale era schierare l'esercito per chiudere il parlamento, ed il ministero degli interni per dare segnale alla polizia a non intromettersi (che invece è un pilastro dello Stato a sostegno dei vari governi). In queste ore non si respira per nulla un clima da colpo di stato anche la presenza poliziesca non è rimarchevole, tutto è tranquillo ma siamo in questa fase del mese in cui si susseguono arresti mirati di politici e uomini d'affari. I

ll sentimento popolare largamente diffuso è quello di una soddisfazione per qualcosa che si aspettava da tempo con lo scioglimento del parlamento, a cui si è aggiunto un altro segnale di cambiamento proprio ieri in cui per la prima volta dall'inizio della pandemia è stato organizzato un open day per gli over 40 in cui sono state vaccinate 500.000 persone, basti pensare che durante il governo Mechichi la media era di 40 mila vaccinati al giorno, [inoltre la settimane dopo il nostro incontro un secondo open day per la fascia d'età 18-39 ha registrato ulteriori 460.000 vaccinati già convocati per la seconda dose il 12 settembre n.d.a.] un segnale a favore del movimento politico in atto.

Il pericolo oggi è che le piazze non solo si sono svuotate dai militari ma anche dai manifestanti ed è un problema secondo me perchè non ci può essere fiducia nell'uomo forte se non ha alle spalle partiti e popolo organizzato: anche se il passaggio tattico del 25 luglio è stato considerato positivo non solo dal popolo ma anche dai rivoluzionari, negli equilibri attuali Kais Saied non può reggere il confronto da solo con gli islamisti, questa situazione è soggetta a tutti i tipi di sviluppi e la questione dei possibili scenari rimane aperta.

Domande e dibattito

1) D: Rispetto all'ultimo aspetto dell'uomo forte che tatticamente ha fatto il passaggio in linea con le masse ma non si sa per quanto tempo possa durare, vorrei che approfondissi la questione dell'attuale assenza delle masse in piazza come forza d'urto e dell'affiliazione dell'esercito e di chiunque sia armato e in grado di esercitare una pressione in termini weberiani.

R: KS ha congelato parlamento e governo in virtù del fatto che stava per scoppiare una guerra civile in seguito agli assalti contro le sedi di Ennahdha e alla conseguente mobilitazione della base del partito da parte del loro capo che è allo stesso tempo il capo del parlamento Ghannouchi per difendere le proprie sedi com'è logico che sia.

Ennahdha è un partito di massa fatto da una base militante, ma il giorno dopo in seguito a tale appello di riprendersi il parlamento e la "democrazia" la risposta islamista è stata un fallimento e sono stati respinti: ciò è avvenuto per tutto quello che dicevamo prima perchè la sua base si è assottigliata in questi mesi. Ma detto questo il partito rimane forte e organizzato con forte sostegno esterno in particolare da Turchia e Qatar ed in secundis da USA e Occidente (Francia e Italia ma anche Inghilterra) perchè negli ultimi 10 anni ha garantito gli investimenti di questi paesi; l'esercito è molto neutrale in queste questioni, esegue gli ordini del presidente che è il capo supremo delle forze armate, tra l'altro durante il Ramadhan Kais Saied aveva forzato questo concetto dicendo di essere il "capo di tutte le forze armate" includendovi anche la polizia e la guardia nazionale, in realtà quest'ultime dipendono dal ministero dell interno cioè a Mechichi fino al 25 luglio. Quindi a parte gli islamisti che hanno fatto anche esperienze nelle guerre civili in Siria e Libia e alle forze armate regolari, le altre forze in campo sono disarmate attualmente e deboli, si è arrivati a questa situazioni di due settimane fa con un moto spontaneo, dalla Rivolta di gennaio scorso erano scese in piazza le forze rivoluzionarie innestandosi nel moto spontaneo seppur provando a fare cose interessanti come unire moti insorgenti delle periferie al movimento politico del "centro" ed effettivamente per la prima volta vi sono state manifestazioni che partivano dalle periferie per assediare i palazzi del potere in centro città, ma tentativi iniziali degli ultimi mesi, nel campo nostro il problema è questo, quindi si sono riuniti partiti e gruppi esprimendo la necessità di riportare le masse in piazza e riportare l'attuale fase di transizione politica sotto la supervisione delle masse.  

 continua...

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