“I governi regionali qui convenuti
non riconoscono le quote e le modalità di assegnazione ad essi
attribuite”: così comincia un documento, denominato Carta di Genova,
firmato dai tre presidenti di Giunta regionale di Liguria, Lombardia, e
Veneto, concernente la gestrione della questione immigrazione.
Il papello è composto da nove richieste
che i su detti amministratori – rispettivamente il forzitaliota Giovanni
Toti, ed i legaioli Roberto Maroni e Luca Zaia – avanzano al Governo
centrale per fronteggiare quella che loro definiscono la ‘emergenza
migranti’.
Si tratta, secondo lorsignori, di
“proposte di buonsenso”: nella realtà è tutt’altro, essendo pervase
della ideologia legaiola razzista e xenofoba; le ripropongo qui di
seguito per dar modo ai lettori di capire bene di cosa si parla.
- Dichiarazione stato di emergenza. Con tale dichiarazione viene correttamente inquadrato il fenomeno immigrzione che non deve essere gestito come evento ordinario ma come evento emergenziale destinato ad azzerarsi.
- Bloccare i flussi degli immigrati alla partenza, anche mediante la creazione di centri di prima accoglienza nei paesi del Nord Africa per provvedere in quei luoghi all’esame delle richieste di asilo. Deve essere chiaro che sulle nostre coste è fatto divieto di sbarcare.
- Promuovere accordi bilaterali con i paesi di origine per i rimpatri.
- Richiesta al’Unione Europea di Piani di miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi di origine dei cosiddetti immigrati economici che ad oggi non hanno titolo ad entrare nell’UE.
- Conferma del reato di immigrazione clandestina, reato presente in numerosi paesi europei, di natura contravvdenzionale e potenziamento del contrasto al traffico di esseri umani.
- Possibilità di istituire nuovi Centri di identificazione ed espulsione solo tramite accordi bilaterali con le Regioni che diano il loro assenso.
- Soluzioni ad hoc per le regioni di confine onde evitare tensioni sociali: prevedere una diminuzione delle quote dei richiedenti asilo assegnate in fase di ripartizione, tenendo conto che il numero effettivo di migranti presenti in tali regioni eccede la quota prevista, a causa del numero di irregolari non censiti.
- Ripristinare il sistema relativo all’immigrazione regolare disciplinato dal sistema dei flussi e dal permesso di soggiorno ottenuto in presenza di un contratto di lavoro, anche valutando la selezione dei flussi solo a favore di chi condivide pienamente la Carta di valori di cittadinanza e di integrazione del 2007 del Ministero dell’Interno.
- Sanità internazionale: rivedere le regole e le dotazioni finanziarie.
A fronte di certe schifezze sarebbe il
caso che il Governo centrale trattasse questi signori per quello che
meritano: attuando comportamenti incompatibili con qualunque carica
pubblica, e ponendosi arbitrariamente al di sopra di un potere più
importante del loro, essi si sono resi colpevoli del reato di abuso di
ufficio.
Non possono certamente non riconoscere
una Legge dello Stato solo perché a loro non va bene: se tutti facessero
così non esisterebbe più alcuna forma di gestione dello stato di cose:
si scadrebbe nell’anarchia.
Se questo Stato, e questo Governo,
fossero una cosa seria, dovrebbero immediatamente reagire esautorando
questi signori, rimuovendoli dai loro posti di comando per palese
incompatibilità con la carica da loro detenuta, e contemporaneamente
indire nuove elezioni escludendo le liste che li appoggiavano al momento
della loro nomina.
Genova, 15 settembre 2016
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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