mercoledì 14 settembre 2016

pc 14 settembre - Brasile: lo Stato continua la sua politica di morte uccidendo centinaia di giovani



Brasile - Massacro e terrore contro i figli del popolo a Rio de Janeiro - CEBRASPO
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Riportiamo l'articolo completo pubblicato nel sito del Centro Brasiliano di Solidarietà ai Popoli (CEBRASPO) denunciando il crimine barbaro commesso contro i giovani detenuti presso l’Unità João Luís Alves del DEGASE (Direzione Generale dell'Azione Socio-Educativo). Lì, un incendio si è verificato soprattutto a causa della mancanza di strutture e dello Stato che non ha dato i soccorsi immediati. La nota che segue è stata anche distribuita dal CEBRASPO a coloro che hanno partecipato alla manifestazione di fronte al Tribunale di Rio de Janeiro il 6 settembre e che richiedeva la punizione e la giustizia contro questo crimine barbaro di negligenza.
(A Nova Democracia)
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Massacro e terrore contro i figli del popolo a Rio de Janeiro - Lo Stato continua la sua politica di morte
I giovani e il popolo di Rio de Janeiro sono vittime di un massacro sistematico. Gli omicidi sono commessi ogni giorno nelle bidonville e nelle comunità. La polizia invade, commette ogni tipo di arbitrio, mancanza di rispetto e umiliazione, sempre seguiti dall’uccisione dei figli del popolo. Il numero di morti violente in Brasile nel 2015 è stato di 57 mila persone. La polizia brasiliana è quella che più uccide nel mondo e quella di Rio de Janeiro è quella che più uccide nel paese.
Nel caso degli adolescenti, la violenza continua nelle carceri, nel cosiddetto "Sistema socio-educativo", grazie al quale i giovani in conflitto con la legge sono gettati a centinaia in veri e propri campi di concentramento. Le istituzioni di internamento sono occupate molto oltre la loro capacità, questo sovraffollamento è seguito da torture, violenza e morte. I giovani vivono in celle in condizioni di scarsa igiene, in strutture disumane.
Solo nel periodo da agosto ai primi di settembre sono stati 3 i morti nel "sistema socio-educativo." Uno di questi giovani, di 15 anni, era detenuto nel centro di terapia intensiva di Belford Roxo (CAI-Baixada) ed è morto nell’Ospedale Municipale Jorge Julio Costa dos Santos, dopo aver perso coscienza e lasciato l'unità in stato di coma. Funzionari locali dicono che questa unità è una delle più malsane dello Stato e che l'adolescente è stato ricoverato di fretta nel pomeriggio del 26 agosto, in uno stato avanzato di meningite meningococcica, che viene trasmessa attraverso la saliva e l’aria. Poi si è detto che sarebbe stato un problema di cuore. Questa unità contiene 380 detenuti, anche se c'è spazio per soli 150.

Nell’Unità di João Luís Alves, dove il quadro è anche qui di sovraffollamento e di maltrattamenti, la capacità è di 120 persone, ma ve ne sono 346. C'è stato un incendio in una delle celle, che hanno fili scoperti e vecchi materassi facilmente infiammabili. Nella cella di 4 ce n’erano 12. Ai giovani è stato impedito di uscire, e ciò ha causato gravi ustioni per 9 di essi. Sono stati portati, ma già abbastanza feriti, per vari ospedali. Ryan Pereira Bento, di 15 anni, è morto lo stesso giorno. Isaia, di 16, non ha potuto nemmeno lui salvarsi dalla gravità delle ferite.
In molti casi, molti di questi giovani non dovrebbero essere nemmeno rinchiusi - molto semplicemente, i giudici applicano la misura trascurando la legge stessa. Erano ancora ammanettati in ospedale perché un altro giudice ha respinto la richiesta congiunta del pubblico ministero e dell’avvocato d’ufficio di togliere le manette. Isaías prima di morire era già in coma, ma, come tutti gli altri, è rimasto ammanettato. Questo è un altro crimine della "giustizia", ​​che dimostra il suo ruolo che legittima le atrocità di questo Stato, sostenendo i crimini efferati commessi contro questi ragazzi. Si tratta di uno Stato e una giustizia di classe. Essi esistono per proteggere i potenti e legittimare tutti i crimini commessi contro il popolo.
Quello che succede nel sistema Socio-Educativo è un'estensione della politica dei crimini commessi contro tutto il popolo povero. Casi come l'uccisione con 111 colpi di pistola di 5 giovani in Costa Barros, i due recenti massacri alla festa presso lo stabilimento di Chapadao con un totale di quasi 15 morti, gli omicidi di bambini in varie baraccopoli, tra molti altri, dimostrano il chiaro orientamento per affermare il terrore. No si tratta di poliziotti "impreparati", sono precisamente pronti a uccidere. Così come non è un caso che tanti crimini e torture si verificano nei confronti dei giovani rinchiusi in questo criminale e infame "Sistema Socio-educativo."
Con ciò cresce la rivolta del popolo e dei giovani davanti a tante ingiustizie e crimini, e contro i gestori dello Stato, i politici di tutti i partiti, che ogni anno, armano sempre più la polizia e incitano alla violenza criminalizzando, incarcerando e trattando in questa forma brutale i nostri giovani. Questi governanti autorizzano sempre più queste morti, in tutte le forme, con i crimini commessi dalla polizia o quando si lasciano questi giovani in queste assurde condizioni di incarceramento. Tutta questa politica è la stessa della "tolleranza zero", di "atti di resistenza", imposta dall'imperialismo, soprattutto nordamericano, a questi governi asserviti e striscianti, che accettano l’incarico di massacrare il proprio popolo ad assicurare lo sfruttamento e il controllo del nostro paese.
Le madri sono la voce dei loro figli, sempre più si organizzano e mobilitano per chiedere giustizia e difendere la richiesta di punizione dei poliziotti assassini e degli agenti dello Stato che nel Sistema "Socio Educativo" pratica regolarmente la tortura e tutte queste atrocità. Chiedere giustizia è un diritto inalienabile del popolo.
Per il diritto del popolo a lottare per i suoi diritti!
Il fascismo non passerà!
CEBRASPO - Centro Brasiliano di Solidarietà ai Popoli

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