lunedì 7 settembre 2015

pc 7 settembre - Lo Stato nazisionista di Israele è il vero terrorismo! Solidarietà e sostegno alla lotta popolare e armata dei palestinesi

Terror Act, sarà terrorismo anche sventolare la bandiera palestinese

Nuovo “suc­cesso” della mini­stra israe­liana della giu­sti­zia, Aye­let Sha­ked, espo­nente di punta della destra più radi­cale. Il suo “Ter­ror Act” è stato appro­vato in prima let­tura mer­co­ledì sera dalla Knes­set. La noti­zia è giunta men­tre si discu­teva del via libera che il pre­mier Neta­nyahu intende dare all’allentamento ulte­riore delle regole di ingag­gio per i mili­tari israe­liani in modo che pos­sano spa­rare subito in caso di lan­cio di pie­tre e bot­ti­glie incen­dia­rie. Cosa che in verità già si vede tante, troppe volte in giro
per i Ter­ri­tori occu­pati ma che si vuole amman­tare di lega­lità. Sha­ked, dopo aver otte­nuto l’inasprimento delle pene fino a 20 anni di car­cere per coloro – i pale­sti­nesi – che lan­ciano sassi, ora sta per met­tere a dispo­si­zione delle auto­rità una serie di stru­menti puni­tivi ecce­zio­nali. Coloro che saranno con­dan­nati per “ter­ro­ri­smo” — un reato dai con­torni molto lar­ghi in Israele dove, appunto, include anche il lan­cio di pie­tre — dovranno affron­tare con­danne fino a 30 anni di reclu­sione. Ver­ranno inol­tre lega­liz­zate le “deten­zioni ammi­ni­stra­tive” — arre­sti pre­ven­tivi ese­guiti senza alcuna prova con­creta che pre­ve­dono il car­cere senza pro­cesso per sei mesi e per più volte con­se­cu­tive — men­tre i “soste­ni­tori del ter­ro­ri­smo”, cate­go­ria nella quale saranno inclusi anche quelli che sven­to­le­ranno la ban­diera pale­sti­nese, rischiano di rima­nere in pri­gione per tre anni.
Il dise­gno di legge defi­ni­sce il ter­ro­ri­smo in base a tre ele­menti: la moti­va­zione, l’obiettivo e il danno. La moti­va­zione può essere ideo­lo­gica, diplo­ma­tica, nazio­na­li­sta o reli­giosa. L’obiettivo sarebbe quello di creare panico o di spin­gere il governo israe­liano a pren­dere una deter­mi­nata deci­sione o impe­dire che possa farlo. Il danno è verso la per­sona o per la sicu­rezza nazio­nale, verso pro­prietà e infra­strut­ture o siti e figure reli­giose. In sostanza qual­siasi atto di oppo­si­zione all’occupazione mili­tare israe­liana, anche il sem­plice sven­to­lio della ban­diera pale­sti­nese, sarà con­si­de­rato ter­ro­ri­smo e punito seve­ra­mente punito.
L’obiettivo non pare pro­prio quello di «com­bat­tere la vio­lenza». Con que­sti nuovi “stru­menti” un giu­dice israe­liano, ad esem­pio, potrebbe con­si­de­rare “atto di ter­ro­ri­smo” una pro­te­sta a Geru­sa­lemme Est con­tro la con­fi­sca o la demo­li­zione di una casa, per­chè, a suo giu­di­zio, mette a rischio la sicu­rezza pub­blica e crea “panico” nel resto della popo­la­zione. E potrebbe essere inqua­drata come “atto di ter­ro­ri­smo” anche l’azione di una set­ti­mana fa a Nabi Saleh di una madre e di altre donne pale­sti­nesi che hanno libe­rato un ragaz­zino tenuto stretto da sol­dato israe­liano, inten­zio­nato ad arre­starlo per il lan­cio di sassi. In quella scena diversi espo­nenti del governo e della Knes­set hanno visto non un ragaz­zino preso per il collo da un adulto armato di mitra, ma una «aggres­sione gra­vis­sima» a danno del mili­tare. Il “Ter­ror Act” di Aye­let Sha­ked, se appro­vato, rap­pre­sen­terà l’inclusione nell’ordinamento giu­ri­dico israe­liano di una repres­sione lega­liz­zata, rico­no­sciuta, di ogni forma di dis­senso o di rea­zione da parte dei pale­sti­nesi all’occupazione.
Tut­ta­via attri­buire il “Ter­ror Act” solo all’impegno inces­sante della mini­stra Sha­ked sarebbe un errore. Per­chè a pre­pa­rare la prima bozza della nuova legge anti­ter­ro­ri­smo è stata in realtà l’ex mini­stra della giu­sti­zia, Tzipi Livni, con­si­de­rata una “paci­fi­sta” in Israele, con l’appoggio della sua lista elet­to­rale, Campo Sio­ni­sta, con­trol­lata dal Par­tito labu­ri­sta. Alla Knes­set non sono man­cate le pro­te­ste ma non paiono desti­nate a rag­giun­gere risul­tati. 

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