lunedì 7 settembre 2015

pc 7 settembre - I sindacalisti confederali sono una cosca di privilegiati asserviti a governo e padroni da denunciare e cacciare dai posti di lavoro

 Pensione dei sindacalisti. 

Gallori "Io fo parte del mondo del lavoro, con la politica non mi sono mai intruppato. Ho 77 anni, ho fatto in tempo a conoscere Giuseppe Di Vittorio: poverello, mi sa che si rigira nella tomba a vedere quelli che ci sono oggi". Così in un'intervista al Corriere della Sera il sindacalista Ezio Gallori, espulso nel '90 dalla Cgil per aver fondato il Comitato dei macchinisti uniti (Comu), a proposito dell'indagine dell'Inps sulle pensioni dei sindacalisti.
"Non ho preso nemmeno un centesimo in più. Dopo 40 anni a fare su e giù sulle locomotive prendo 1.756 euro al mese. Ma va bene così", spiega. I meccanismi che consentono di prendere un assegno più alto ci sono a suo avviso "perché‚  negli anni il sindacato è diventato non dico una casta ma una professione. Stipendi da paperoni e pensioni parecchio ingrassate. I sindacati si sono dimenticati di difendere i lavoratori e pensano solo a loro stessi". E riferendosi a Matteo Renzi afferma: "Purtroppo queste cose fanno il suo gioco. Lui getta fango su tutto il sindacato: lo considera solo un intralcio, gli vanno bene solo quelli che dicono sempre sì.  "Negli anni 70 - aggiunge - c'era la legge Mosca: consentiva di avere una pensione a quei sindacalisti che non avevano contributi. Si veniva da anni difficili, dove li andavi a trovare i contributi? Poi è diventata un trucco per tenere buono chi protestava troppo. La verità è che il sindacato è sempre stato troppo vicino alla politica - parlamentare, e ha raccolto le briciole dal suo tavolo". 

Più che briciole, caro Gallori !                                                                      

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