"Oggi primo settembre 2012 Alcoa
inizierà le operazioni dirette ad effettuare la fermata controllata
degli impianti dello stabilimento di Portovesme, così come previsto
dagli accordi sottoscritti in data 27 marzo 2012 con le Organizzazioni sindacali, il governo Italiano e le altre autorità
coinvolte". "A seguito del
completamento delle operazioni di fermata, i dipendenti continueranno
ad essere impiegati fino alla fine del 2012 per mettere in sicurezza
l'impianto ed assicurare la possibilità di un suo futuro riavvio, da
parte di un nuovo operatore, nel corso dei 12 mesi seguenti il
completamento del processo di fermata".
"Per
mantenere concreta la possibilità del riavvio, è di cruciale
importanza che lo svolgimento delle operazioni di fermata avvenga in
modo corretto e senza ritardi, in conformità al piano di fermata
predisposto da Alcoa - continua la nota. A questo fine, siamo
pertanto fiduciosi che le organizzazioni sindacali ed i dipendenti
dello stabilimento coopereranno responsabilmente al processo di
fermata, come concordato nel sopra richiamato accordo del 27 marzo
2012, nel miglior comune interesse".
"Siamo sinceramente dispiaciuti
che fattori al di fuori del nostro controllo, tra i quali la
situazione economica e gli oneri imposti dal sistema regolatorio
europeo abbiano contribuito in maniera cosi pesante alla decisione.
"Cogliamo questa occasione per ringraziare
tutto il personale e le rappresentanze sindacali per la serietà e la
professionalità dimostrata finora e confidiamo che la collaborazione
in questo difficile momento continui nell'interesse di tutti",
conclude la nota.
Oggi un'altra fabbrica si chiude e un'altra storia degli operai finisce. Questo è un dato di fatto per il proletariato, come classe. La legge del profitto capitale e la difesa di essa da parte del sistema borghese ha vinto, gli operai hanno perso.
Su questo dobbiamo dare atto che quelli che più parlano chiaro sono i padroni. I servi, invece, i sindacati confederali, dopo aver firmato l'accordo del 27 marzo che accompagnava il funerale dell'Alcoa, oggi ipocritamente dicono: "Siamo fortemente preoccupati" - Bardi, segretario provinciale della Fiom Cgil; "La nostra è una corsa contro il tempo - Massimo Cara, della Rsu Cisl.
Ma i padroni parlano chiaro. E come avvoltoi che devono succhiare fino all'ultimo il sangue operaio, agli stessi lavoratori che cacciano in mezzo ad una strada chiedono di "cooperare responsabilmente al processo di fermata", di "continuare la collaborazione in questo difficile momento nell'interesse di tutti"; vale a dire: per piacere, prima di "uscire, chiudete piano e bene la porta, non la sbattete", e mai come ora "l'interesse di tutti" coincide solo e vuol dire solo "interesse di noi padroni e del nostro sistema".
Non c'è limite all'arroganza del capitale!
Così come i padroni parlano chiaro quando dicono che chiudono perchè non sono disposti a mettere soldi, ad intaccare i loro profitti, perchè le responsabilità sarebbero solo di "fattori al di fuori del nostro controllo". Certo, sono "sinceramente dispiaciuti", ma il loro dispiacere più forte è di non poter continuare a spremere profitti come prima dallo sfruttamento operaio.
MC
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