Siamo al fianco della comunità tunisina e dei famigliari di Hamdi Ben Hassen, ucciso da un carabiniere a Ravenna.
Vogliamo verità e giustizia, il carabiniere che ha ucciso deve pagare!
Sono stati sparati 15 proiettili, poco chiara è la dinamica di tutta la vicenda, in pronto soccorso cos'è successo, visto che Hamdi non sembrava in pericolo di vita? Già si parla di pallottola "deviata" con l'intento di assolvere il carabiniere che ha sparato contro Hamdi.
Ma di questa morte è responsabile soprattutto la legislazione razzista, la legge Bossi-Fini, che ha istituito il reato di "clandestinità", costringendo gli immigrati senza documenti a vivere l'incubo quotidiano dei controlli e delle provocazioni poliziesche, dei lager che chiamano CIE o CARA, dei pestaggi che avvengono "normalmente" nelle questure e ogni altra sorta di abuso, il terrore che costringe a piegare la testa di fronte al ricatto di padroni senza scrupoli, a trovare rifugi di fortuna per la notte, a non potere recarsi nelle strutture sanitarie per curarsi.
Ma anche l'amministrazione comunale del centrosinistra è responsabile del clima antimmigrati: di fronte al problema alloggio i cittadini "benpensanti" li hanno cacciati dal Torrione, il Sindaco delle ordinanze "antidegrado" ha sostenuto la loro espulsione alla scadenza della proroga per i permessi "umanitari", dimostrando nessun interesse per il diritto alla vita e alla salute degli immigrati, altro che accoglienza e integrazione!
Pensiamo che Hamdi stava fuggendo ancora una volta da tutto questo che la politica dei padroni e dei commercianti chiama "legalità". Quando parlano di "sicurezza" è per mettere "al sicuro" i loro privilegi!
La violenza delle forze repressive nei confronti degli immigrati non è certo una novità anche a Ravenna: sono stati denunciati 2 agenti che hanno procurato lesioni ad una immigrata somala e vari articoli sono stati pubblicati che ammettono che molti non vogliono querelare perchè temono le conseguenze.
"Quando siamo in ufficio ti faccio il c...", "uno picchiava, l'altro guardava", "quando ho smesso di prenderlo a calci avevo il fiatone", queste alcune frasi pronunciate da anonimi poliziotti e riportate da un quotidiano locale a febbraio. E poi allo sportello Immigrati del Comune di Ravenna un'operatore ha denunciato che "un ragazzo tunisino del 1992 è entrato con labbra rotte, segni sulle gambe e sulle braccia e il giubbotto strappato. Ha detto che erano stati degli agenti durante un normale controllo, senza che lui avesse reagito. Ha detto – prosegue nel racconto – di essere stato costretto a firmare un foglio sotto le minacce di pugni in testa. Ma siccome non parla italiano, non ha capito cosa stesse firmando"
Le provocazioni della polizia sono aumentate dopo l'arrivo dei profughi dalla Tunisia, unite alla canea razzista/mediatica/istituzionale contro di essi.
Le manifestazioni spontanee degli immigrati tunisini dopo l'uccisione di Hamdi sono state giuste e necessarie per mantenere alta l'attenzione su un omicidio di stato che altrimenti avrebbe avuto solo due righe di cronaca per poi essere dimenticato. Giuste e necessarie perchè non passi che i carabinieri possono uccidere un giovane immigrato ad un posto di blocco e che si invochi legge e ordine contro chi grida "carabinieri assassini", chiedendo più repressione (che è arrivata immediatamente, con la militarizzazione della stazione e del centro storico)!
Giuste e necessarie perchè hanno rotto il solito teatrino dove a prendere la parola sono solo i politicanti locali a difesa delle ragioni del carabiniere che ha ucciso, dalla destra che vuole "stroncare cortei non autorizzati e commissariare la gestione dell'emergenza" (Ancisi, ex UDC ora lista civica), alla sinistra di palazzo: "manifestare in tribunale alimenta tensioni" e garantire all'Arma dei Carabinieri "che la città non si dividerà fra innocentisti e colpevolisti e che comunque non cambia il giudizio sulle forze dell'ordine" (Paglia,Sel), fino alla "passeggiata silenziosa" di albergatori e commercianti e quella xenofoba di lunedì di FN, organizzazione neofascista che la questura ha autorizzato in violazione della stessa Costituzione e leggi antirazziste.
La manifestazione degli immigrati tunisini invece è la voce della dignità umana degli sfruttati e "invisibili", l'unica voce che fa da contraltare a quella delle cosiddette "persone perbene" tanto invocate da questa amministrazione comunale.
• verità e giustizia per Hamdi Ben Hassen
• abrogazione della Legge Bossi-Fini
• diritto di cittadinanza
• chiudere i lager di stato come CIE e CARA
proletari comunisti-Ravenna
ravros@libero.it
tel. 339/8911853
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