Le dimissioni di Brigandì, avvocato di Bossi
L’onorevole leghista lascia “Senza senso fare il deputato”
Brigandì è l’avvocato della Lega. Ha difeso Umberto Bossi in 199 processi dai quali, ricorda, è risultato “sempre assolto”. (…)
“Mi dimetto perché non ha più alcun senso fare il parlamentare. Le Camere sono state svuotate di ogni loro funzione. Non hanno più alcun potere di iniziativa legislativa e sono state messe nella condizione di fare solo in notaio della volontà del governo.” A lanciare il suo “j’accuse” contro un sistema che mortifica il ruolo del “legislatore-principe” è Matteo Brigandì, deputato e avvocato della Lega.
Martedì prossimo Montecitorio dovrà discutere le sue dimissioni presentate con una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini, già prima delle ultime elezioni.
“Io non me ne vado dalla Lega sia ben chiaro – precisa Brigandì - semplicemente non sopporto più questa ipocrisia. Fare il parlamentare, adesso come adesso, non ha più senso. Non ti danno la possibilità di poter incidere nel processo di formazione delle leggi. Anche quando fai qualche proposta di legge, non viene presa in considerazione. Acquistiamo importanza solo quando dobbiamo schiacciare il bottone per votare quello che ti chiede la coalizione o la forza politica a cui appartieni. Pertanto io mi chiamo fuori da questa situazione e torno a fare solo l’avvocato”.
Mancava solo che aggiungesse che non crede più al cretinismo parlamentare…
C’è ancora qualcuno che deve andare a votare?
Dal Il Sole 24 Ore 18/4/2010
L’onorevole leghista lascia “Senza senso fare il deputato”
Brigandì è l’avvocato della Lega. Ha difeso Umberto Bossi in 199 processi dai quali, ricorda, è risultato “sempre assolto”. (…)
“Mi dimetto perché non ha più alcun senso fare il parlamentare. Le Camere sono state svuotate di ogni loro funzione. Non hanno più alcun potere di iniziativa legislativa e sono state messe nella condizione di fare solo in notaio della volontà del governo.” A lanciare il suo “j’accuse” contro un sistema che mortifica il ruolo del “legislatore-principe” è Matteo Brigandì, deputato e avvocato della Lega.
Martedì prossimo Montecitorio dovrà discutere le sue dimissioni presentate con una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini, già prima delle ultime elezioni.
“Io non me ne vado dalla Lega sia ben chiaro – precisa Brigandì - semplicemente non sopporto più questa ipocrisia. Fare il parlamentare, adesso come adesso, non ha più senso. Non ti danno la possibilità di poter incidere nel processo di formazione delle leggi. Anche quando fai qualche proposta di legge, non viene presa in considerazione. Acquistiamo importanza solo quando dobbiamo schiacciare il bottone per votare quello che ti chiede la coalizione o la forza politica a cui appartieni. Pertanto io mi chiamo fuori da questa situazione e torno a fare solo l’avvocato”.
Mancava solo che aggiungesse che non crede più al cretinismo parlamentare…
C’è ancora qualcuno che deve andare a votare?
Dal Il Sole 24 Ore 18/4/2010
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