In seguito all’aggressione architettata dalla Questura sotto richiesta del Preside, contro il pacifico sit-in antifascista di fronte il liceo Umberto I lo scorso sabato, la pronta risposta degli antifascisti non si è fatta attendere.
Sabato 09/10/2010
Fin da sabato pomeriggio si è formato un sit-in spontaneo sotto la questura con la partecipazione di un centinaio di persone chiedendo l’immediato rilascio dei sei arrestati, nel tardo pomeriggio dopo 8 ore vengono rilasciati i primi tre compagni, in serata arriva però la notizia che il pm convalida l’arresto di Cesare, Francesco e Ruggero.
Domenica 10/10/2010
L’indomani tutto il movimento antifascista palermitano si ritrova in presidio sotto la questura, sarà una domenica pomeriggio dove un altrettanto centinaio tra studenti e lavoratori esprimono il proprio dissenso verso l’operazione repressiva e la massima solidarietà agli arrestati, si informa dell’accaduto la cittadinanza con striscioni e slogan convocando per il lunedì mattina un sit-in di solidarietà davanti il tribunale dove si svolgerà l’udienza.
In meno di 24 ore e di domenica a scuola chiusa, gli studenti dell’Umberto organizzano un’assemblea straordinaria di un ora da tenersi lunedì per poi partire in corteo verso il tribunale, contemporaneamente gli studenti dei licei Garibaldi, Cannizzaro e Catalano ne organizzano una al giardino inglese da cui partirà un secondo corteo che si unirà a quello dell’Umberto per raggiungere tutti insieme il tribunale.
Lunedi 11/10/2010
Gli studenti che appena tre giorni prima erano scesi a migliaia contro la riforma Gelmini, dimostrano di avere una coscienza politica che va oltre le questioni prettamente studentesche, all’Umberto viene svolta l’assemblea senza il consenso del preside che ancora una volta dimostra la sua natura reazionaria nei confronti degli studenti, il corteo unificato delle scuole nonostante la pioggia è un successo: in più di 300 arrivano davanti il tribunale scandendo slogan antifascisti e contro la repressione poliziesca! In totale si arriva a più di 500 persone che sotto il tribunale gridano a gran voce l’immediata liberazione e assoluzione dei compagni.
La rabbia e lo sdegno verso le falsità dichiarate dalla questura e dalla digos è enorme, in particolar modo gli studenti dell’Umberto che hanno assistito e sono stati anche oggetto delle intimidazioni e violenze dei servi in divisa e non, esprimono la loro rabbia negli interventi al megafono e con gli slogan. La componente della piazza è veramente variegata e rappresentativa di quella parte di società che respinge il marciume e l’apatia diffusa da questo sistema: studenti medi e universitari, lavoratori della scuola tra cui anche un docente dello stesso liceo Umberto, rappresentanti di proletari in lotta per la casa. I cori di solidarietà arrivano fin sopra l’aula dove si tiene l’udienza centrando l’obiettivo: far sentire ai compagni la vicinanza di centinaia di persone: non sono soli!
Sicuramente tutta questa ondata di solidarietà ha infastidito e non poco i servi in divisa e gli agenti della polizia politica (digos) che hanno testimoniato di aver subito violenze e lesioni (poverini!!!) da parte dei tre studenti universitari, i vigliacchi che hanno sbattuto sul selciato e bloccato con ginocchia sulla faccia dei compagni tentano da passare da aggressori ad aggrediti utilizzando fantomatici referti che si sa, in questi casi la polizia non ha problemi per procurarseli. Tutto ciò porta alla mente i fatti del G8 di Genova del 2001 dove anche in quel caso le “forze dell’ordine” si distinsero per cariche a freddo contro manifestanti pacifici, pestaggi e intimidazioni nella caserma di Bolzaneto, l’irruzione nella scuola Diaz aggredendo nel sonno centinaia di giovani e costruendo ad arte false prove come le molotov introdotte dall’esterno dalla polizia e così via.
Verso le 14 la decisione del giudice Lorenzo Chiaramonte che non convalida l’arresto ritenendolo illegittimo in base a due presupposti ovvero “la non pericolosità sociale degli arrestati” e “l’assenza della gravità del fatto”.
Un vero e proprio schiaffo alle menzogne della questura che nelle ore successive all’arresto aveva dichiarato di essere intervenuta per sedare uno scontro in atto tra fazioni opposte di “rossi e neri”, che secondo la questura erano rappresentati da Red Block e Casapound, falsità smentita dalle decine di testimoni presenti e dalle due parti tirate in ballo, ma oltre a questa palese storiella viene smentita la versione della questura che sarebbero stati gli antifascisti ad aggredire gli agenti della digos e della polizia.
Nonostante l’esito dell’udienza la questura con una nota in serata ribadisce la versione dei 7 agenti feriti e cosi via, questo è indice del clima che si respira nel nostro paese, l’utilizzo di padroni e governo dello stato di polizia per avanzare a tappe forzate verso il moderno fascismo.
È paradossale che un’istituzione dello stato come la questura non accetti il verdetto di un’altra istituzione dello stato preposta a tal fine come il tribunale.
Evidentemente l’hanno fatta grossa e la rabbia e il senso di rivalsa verso le centinaia di persone che per una volta non hanno accettato un sopruso del genere e tanta da portare a tali ridicole dichiarazioni. La più eclatante è quella dove si dice che “gli agenti non hanno fatto cancellare alcun video agli studenti”, peccato che lo stesso video divulgato dal quotidiano “La Repubblica” si conclude con l’immagine di una digossina che sequestra il cellulare al possessore che stava girando il video.
L’esito positivo dell’udienza è frutto dell’enorme rete di solidarietà creatasi attorno ai compagni dal minuto successivo al loro arresto fino al Lunedi mattina.
L’unità del movimento antifascista ha dimostrato la sua efficacia contro le menzogne di digos e sbirri.
Martedi 12/10/2010
Nel pomeriggio si svolge un’assemblea nella facoltà di Scienze Politiche dove si ribadisce il rifiuto di sottostare alle minacce della questura e si afferma la volontà di poter esprimere il proprio pensiero sempre, ovunque e comunque.
Oggi 13/10/2010
Una sessantina di compagni appartenenti all’ Ex Carcere, Red Block, Collettivo 20 Luglio, Collettivo Carlo Giuliani, Cail , Coordinamento Anarchico palermitano, Collettivo Autonomo Studentesco, singoli militanti antifascisti nonché il Collettivo ’68 del liceo Umberto, replicano il sit-in e volantinaggio “non autorizzato” ribadendo che nessuno autorizza la libertà di espressione sancito dalla Costituzione e che l’antifascismo non lo deleghiamo alle istituzioni, le stesse istituzioni che appoggiano gruppi neofascisti e ne coprono e difendono le azioni squadriste.
Dall’altro lato della barricata cosa fanno i fascisti di Azione Universitaria?
Espongono uno striscione ed effettuano un sit-in nella facoltà di Giurisprudenza per…
… l’immediata approvazione della riforma Gelmini a cui si oppongono centinaia di migliaia di studenti dal 2008 fino agli ultimi giorni!!!
Ancora una volta i fascisti si dimostrano quello che sono: servi del potere contro gli interessi delle masse popolari, per questo motivo, per portare qualche studente in piazza hanno bisogno dell’inganno come quello architettato da Casapound e Giovane Italia che sono costretti fin dall’anno scorso ad utilizzare la fantomatica sigla di “studenti in movimento”.
Noi non abbiamo bisogno di tutto ciò e questi ultimi giorni a partire da venerdì scorso, hanno dimostrato che la sinistra di classe cosiddetta “estrema” dalla stampa ha una larga base di massa pronta a inondare le piazze e le strade.
Forti di questo non ci fanno paura le minacce della questura e dei singoli sbirri.
La vicenda di sabato dimostra che non siamo noi quelli ad avere paura, ma questo stato che diventa sempre più antipopolare agli occhi della maggior parte di lavoratori, studenti e masse popolari in genere.
Ma non finisce qui…
Venerdi mattina ci si vede nello spezzone contro la repressione nell’ambito dello sciopero generale indetto dai Cobas.
Adesso esigiamo la piena assoluzione dei sei compagni indagati per i fatti dell’Umberto!
Contro il moderno fascismo e lo stato di polizia non un passo indietro!
La repressione non ci spaventa ma alimenta la nostra ribellione!
Viva la rabbia dei giovani studenti!
Viva l’antifascismo militante!
Ribellarsi è giusto!
Red Block
Palermo 13/10/2010
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