Chi ci sarà al G7. A parte i 7 capi di Stato e di governo, Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Canada e Giappone, sono annunciati Papa Francesco e il segretario generale dell’Onu Guterres; ma a questi si aggiungeranno il presidente turco Erdogan, il presidente ucraino Zelensky, il presidente degli Emirati Arabi Uniti lo sceicco Zaied Al Nahyan, e altri ospiti tenuti in parte coperti, come il presidente indiano Modi, capi di Stato africani, Brasile e Tunisia, l’Arabia Saudita. Infine, dovrebbe esserci il presidente argentino Milei.
Al G7 sicuramente vi sarà un’attenzione sia pure senza decisioni operative per tutte le aree di crisi, compresa Libia, Indo pacifico e Venezuela
Non si tratta, quindi, solo di un normale G7 ma di un summit generale dei paesi imperialisti e degli Stati ad essi legati che svolgono un ruolo decisivo nello scacchiere mondiale.
Al centro del Vertice vi è un tema su tutti che è la guerra inter imperialista in corso in Ucraina, verso la quale si vuole fare un passo decisivo e condiviso verso la dotazione di armi offensive verso il territorio
russo da parte degli altri paesi imperialisti, legata alla decisione, che è come una dichiarazione di guerra, dell’utilizzo dei fondi russi per finanziare la guerra in Ucraina.Altri temi sono considerati importanti ma sicuramente hanno un ruolo meno importante in questo Vertice.
Il Consigliere della sicurezza nazionale della Casa Bianca, Sullivan, lo dice chiaro: “Il primo risultato del G7 in Italia che darebbe un grande contributo alla difesa dell’Ucraina sarebbe sbloccare il piano per usare i profitti dei beni russi congelati allo scopo di finanziare Kiev”. Il passo essenziale sarebbe assicurare a Kiev i fondi necessari a sopravvivere. Questo avverrebbe tramite un prestito di 50 miliardi di dollari finanziato dagli Usa ma garantito dai beni congelati russi.
Il recente incontro Biden/Macron a Parigi è servito per ottenere il placet di Macron.
Questo, chiaramente, è combinato con le nuove forniture militari pesanti utili a colpire il confine russo. Ma è chiaro che il sì di Macron è condizionato al sì americano all’invio di istruttori e soldati francesi sul territorio dell’Ucraina, su cui Macron ha puntato da tempo sia in chiave internazionale che interna.
Un altro tema che non troverà soluzione in questo Vertice sono le misure anti Cina, volte a porre dei vincoli alla penetrazione della produzione cinese. Scrive Repubblica: “Non c’è sede migliore del G7 per affrontare questa emergenza. E all’Italia toccherà il compito di aiutare a trovare un punto di equilibrio dopo l’uscita dalla “via della seta””.
La stampa mondiale dell’imperialismo calca la posizione: il G7 non può tradire l’Ucraina; e su questo, questa riunione segnerà un passo decisivo.
La presenza del Papa è funzionale a questo scopo, altro che foglia di fico dell’Intelligenza Artificiale. Centrale è il faccia a faccia del Papa con Biden e il tentativo di ottenere il suo placet, anche con un incontro riservato con Zelensky, a questo piano.
Chiaramente l’atto di guerra pesante quanto un’azione militare è l’appropriazione degli asset russi, trattando le questioni legali che ne ostacolano l’azione. La chiave tecnica dell’emissione di “titoli di debito” da parte Usa deve essere garantita per 10 anni, ma in chiave G7 è possibile se rinnovata all’unanimità dai 27 governi europei ogni sei mesi; cosa difficile e con conseguenze non solo contro la Russia ma - come scrive Repubblica - con un “danno reputazionale con i grandi investitori come Cina e India… L’altro ostacolo è la Costituzione giapponese che vieta di destinare risorse allo sforzo bellico. Anche qui si cerca un aggiramento che consisterebbe nel travestire questo passo come prestito per la ricostruzione, tale che la quota garantita da Tokio venga spesa per le infrastrutture civili”.
Sul fronte degli armamenti va considerato quello che entrerà in questo G7 e quello che non entrerà nel documento finale, che sono le cosiddette “opzioni estreme”; vale a dire la presenza diretta dei soldati Nato sul terreno sotto la veste di “addestratori”. Su questo si punta al passaggio del Vertice di “pace” che partirà in Svizzera il giorno dopo, il 16 giugno, senza la presenza diretta di Biden, con un invito farsa alla Cina che non ci sarà e che ha il solo scopo di dire che si presenta una proposta di pace, sicuramente respinta dalla Russia, per dare il via alle opzioni di guerra decise o preparate al G7.
E’ evidente, poi, che la presenza eventuale, anche se non formalmente inserita nel Vertice, di India, Brasile ed Erdogan ha lo scopo di ottenere un silenzio-assenso, in cambio di altro non formalmente trattato al Vertice, di questi tre paesi ormai centrali nello scenario internazionale che prepara la guerra imperialista.
Circa Gaza e la situazione in Palestina/Medio Oriente è ben chiaro che non è il tema centrale del Vertice, ma senz’altro serve innanzitutto a Biden per ottenere il consenso globale al suo cosiddetto “piano di pace”. E’ questo lo scopo della presenza di Arabia Saudita, Giordania ed Emirati Arabi, oltre che naturalmente del sempre presente a 360° gradi Erdogan.
Infine c’è il tema, caro alla Meloni, che gode il consenso di tutti i paesi imperialisti presenti, definito ‘Piano Mattei’. In realtà, una concessione agli interessi imperialisti neo coloniali dell’Italia e un anello della nuova politica sull’immigrazione già approvata a livello europeo e che aspetta una forte spinta dal risultato delle elezioni europee.
Chiaramente è in questo quadro che va vista la presenza eventuale dei paesi africani e della Tunisia in particolare.
E’ chiaro infine che si vuole consolidare, e in questo è attiva la Meloni, il fronte dei governi più reazionari del mondo che oltre ai leader presenti vedrebbe la presenza dell’ultra reazionario presidente argentino Milei.
Tutto questo rende chiaro il carattere di ‘Vertice di guerra’ del G7 di Puglia.
Inutile dire che se questo appare chiaro, sia pure con numerose contraddizioni interne, al fronte unito dei paesi imperialisti e dei grandi paesi centrali della guerra imperialista, non è certo apparso chiaro al fronte di opposizione alla guerra nel nostro paese che, a parte le realtà attive in Puglia che lavorano in una logica di fronte unito pur nelle differenze, vede una aperta diserzione dell’arco semi elettorale della sinistra revisionista e neo revisionista, Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, ecc.; così come di quella che si presenta come “ultra-proletaria e internazionalista”, rappresentata da Tir, Si.Cobas. Un velo pietoso sul piano politico va steso, poi, sul sindacalismo di base ormai espressione di un sindacalismo ristretto, alternativo al sindacalismo confederale per rivendicazioni, ma non certo per ideologia, politica e prassi.
E’ chiaro che la Palestina, come abbiamo detto, non è al centro di questo Vertice, anche se non assente; ma dato che si tratta dell’insieme dei governi che sostengono direttamente o indirettamente la guerra dello Stato sionista, di tipo nazista, israeliano, di stampo genocida, la solidarietà e la voce della Palestina nell’opposizione al Vertice si sente eccome. Ma certamente manca la costruzione di una grande mobilitazione dei palestinesi e delle forze sostenitrici che avrebbe fatto di questo G7 un terreno di battaglia necessario e indispensabile in questa drammatica ma decisiva fase dello scontro.
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