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In ORE 12 del 16 giugno: l'ennesima strage di Migranti, la controriforma di giustizia, le vertenze delle grandi fabbriche, ecc.
La “nostra giornata di lutto”, per i migranti lasciati morire in mare
Partiamo da chi non avrà mai una giornata di lutto nazionale nel nostro paese: i migranti.
I migranti uccisi a Cutro sono stati trattati come “pezze da piedi”, prima abbandonati sulla spiaggia e con i governanti assenti, governanti che ne avevano provocato, che lo vogliano o no, la morte. Il governo italiano a Cutro è andato solo per fare nuove leggi anti immigrati. Non ha avuto il coraggio di andare alle bare, di cui molte erano di tanti bambini, né tantomeno di dichiarare lutti di qualsiasi genere. Questo sistema, questi governi, questi Stati fanno orrore.
I morti saranno anche esseri umani ma ci sono esseri umani che provocano stragi e morti di tanti altri esseri umani, che non sono persone ma incarnazione del sistema sociale: il capitalismo, l'imperialismo che provocano lutti quotidiani, dai posti di lavoro al mar Mediterraneo, per non dire le oscene carneficine delle guerre, delle morti per fame.
C'erano oltre 100 bambini nelle stive della nave affondata al largo della Grecia. I corpi non si trovano, ne sono stati trovati ancora molto pochi. A bordo mancavano acqua e cibo, tanti sono morti per sete prima del naufragio. I soccorsi al solito sono arrivati in ritardo.
Il governo greco che è un governo reazionario come la maggior parte dei governi in questa Europa si è
comportato più o meno come tutti i governi a fronte di queste stragi. L'allarme era scattato ore prima del naufragio. La guardia costiera di Atene se la cava dicendo che i migranti volevano proseguire per l'Italia, per questo non li hanno assistiti.In realtà è una menzogna, come le tante menzogne che hanno accompagnato la strage di Cutro.
600 vittime, mancati soccorsi, repressione e caccia nei confronti di chi li vuole aiutare, come le ONG: su questo, il governo fascio razzista di Meloni/Salvini/Piantedosi/Crosetto vuole dettare una linea comune che poi è quella di non assisterli e, se per caso poi scampano alla morte, di riportarli indietro. Riportarli innanzitutto in quei paesi della costa del Mediterraneo, in Libia e oggi in Tunisia, dove li tengono rinchiusi in lager e dove li sottopongono ad atroci violenze.
Questo è il punto principale della situazione mondiale dal punto di vista degli effetti sulle masse e, quindi, è chiaro che nessuno di noi può sottrarsi non solo alla naturale solidarietà – e su questo crediamo che tanti siano solidali con questi immigrati - ma sottrarsi alla possibilità di fare qualcosa per mettere fine all'orrore senza fine. Onorare questi morti nell'unico modo in cui è possibile: creare le condizioni perché non ce ne siano più.
Mai più stragi in mare, accoglienza, solidarietà, assistenza ai nostri fratelli di classe, ai poveri del mondo, prima costretti a una vita impossibile che li spinge sul barcone e poi annegati con il barcone e poi, se hanno fortuna di arrivare, sottoposti a razzismo, a leggi anti immigrati, a lavoro schiavistico.
Un'opposizione proletaria, una organizzazione proletaria che non metta al centro la battaglia per rovesciare questo sistema e che non si unisce a tutti coloro che nel mondo lottano contro gli stessi nemici evidentemente non è un'organizzazione che si possa definire dalla parte del proletariato.
Abbiamo al potere dei mostri e non semplicemente come persone ma come sistema sociale che li ha prodotti. Da un lato abbiamo al potere chi fa profitti, chi si arricchisce sulle guerre, sui migranti, sullo sfruttamento, sulla rapina delle risorse che si trovano in tanti di questi paesi e, dall'altro lato, abbiamo un mondo di oppressi e sfruttati, nelle fabbriche come nelle campagne, un mondo di oppressi e di sfruttati che ha bisogno di un cambiamento radicale, rivoluzionario, che abbracci tutto il sistema sociale e non soltanto il fronte così tremendo dell'immigrazione.
E a fronte di questo come non provare disgusto per la celebrazione di Berlusconi che è parte proprio di questo sistema, rappresenta questa feccia umana al governo negli Stati, in Italia come in tanti altri paesi, anche se in Italia, come sempre, presentiamo spesso la faccia peggiore.
E’ stato in realta’ un funerale semideserto, rispetto alla propaganda che gli hanno fatto le televisioni insieme a questa oscena questione del lutto nazionale, avvalorata dal Presidente della Repubblica che poi è andato a onorarlo.
Ecco, questa rappresentazione oscena del funerale dei ricchi che celebrano un loro ricco e dei poveri che non hanno neanche diritto a una sepoltura è la questione su cui tutti quanti siamo chiamati a riflettere ad agire. Tanti già lottano su questo, tanti ma troppo pochi per rovesciare questo sistema. E quindi è questo il punto che ci tocca, in cui ognuno deve fare la sua parte: le organizzazioni che si dicono di opposizione, quelli che si dicono rivoluzionarie, comuniste, eccetera e le organizzazioni sindacali di base e di classe.
In questo paese il sindacato confederale non serve a un c****, non difende gli interessi materiali dei lavoratori, sta sempre “c*** e camicia” coi padroni e con i governi, e neanche di fronte a queste immani stragi riesce a dire una parola, riesce a fare un'azione.
Ecco, i sindacalisti devono fare una brutta fine.
Riforma Nordio/Berlusconi: la santificazione della ingiustizia
È partita la campagna per rendere i progetti di Berlusconi leggi di Stato, vale a dire i politicanti, che si arricchiscono con le truffe, che corrompono i politici, che trasformano il paese in un puttanaio, i politicanti che fanno solo i loro interessi e fanno le leggi a loro immagine e somiglianza per tutelare solo il loro e la loro possibilità di continuare a fare le stesse cose quando vanno al governo, chiaramente è quello il loro interesse primario. Tutti sappiamo che Berlusconi è sceso in politica perché si doveva difendere dai processi, nella maggior parte dei casi processi ultra documentati, processi coperti con fatti, intercettazioni. Questa è stata la sua ossessione: scendere in campo per mettere il bavaglio alla magistratura e alla stampa in maniera che potesse difendere le sue aziende, i suoi affari loschi, pubblici e privati, l'immondo puttanaio di Arcore eccetera. Per questo non ha esitato a sdoganare tutto il peggio che c'era in questo paese: il leghismo fascista, razzista e secessionista e oggi i fascisti; ha lavorato sempre perché i governanti siano innanzitutto a suo favore e che potessero fare ciò che gli pare sugli altri campi; l'importante era garantire le sue aziende, il suo profitto e trasmettere, attraverso anche le sue aziende, le sue idee di vita e di società.
La riforma Nordio, la riforma della giustizia, è praticamente la santificazione dell'ingiustizia.
Certo, la giustizia italiana fa schifo. Sui processi parliamo tutti i giorni di giustizia negata. Anche oggi i familiari delle vittime della strage dei treni in Puglia hanno urlato la loro indignazione per una sentenza che colpisce solo i pesci piccoli e lascia intatti coloro che hanno provocato il disastro dei treni e la morte dei loro cari. E tutti i giorni noi combattiamo la giustizia negata sui posti di lavoro, in tribunale, nelle città, nei processi per i morti sul lavoro, per le stragi sul lavoro e tutti gli altri che vengono.
Però è chiaro che tutta la riforma di Nordio ha il solo scopo di far sì che tutti coloro che, per caso, sono incappati nelle maglie della giustizia, i politici, i sindaci corrotti, i mafiosi, i finanzieri, i padroni, ecc. possano avere una “giustizia” che sia garantista per loro mentre forcaiola per i poveri, per le masse e per chiunque incappi in questa giustizia.
Abolire l’abuso d'ufficio significa: “abusate d'ufficio tutti”! Significa dare un potere immane a sindaci e amministratori locali, amministratori delle aziende, delle aziende di Stato, di assegnare appalti quanto gli pare piace ai loro amici e alle loro consorti, ai loro familiari e rendere tutto questo normale.
Cancellando il reato è chiaro che si vuol mettere un bavaglio alla stampa. E’ inutile dire che senza le intercettazioni il 50%, l’80% dei grandi crimini di Stato, le stragi, la mafia e così via, non sarebbero stati neanche conosciuti dalle persone, come spesso avviene. E quindi si vuole mettere il bavaglio alla stampa, mettere i magistrati “sotto schiaffo”, magistrati che devono fare solo le cause che vogliono i governi. E, se si azzardano a toccare i potenti, non lo possono fare o comunque devono essere disarmati.
Questa è la riforma.
Per una riforma del genere in un paese che di solito non è un paese progressista - anzi noi abbiamo una pessima opinione dello Stato di Israele - c'è stato una mezza rivoluzione e tuttora c'è un conflitto. La riforma Nordio è come la riforma di Israele in cui il potere politico di turno e non di turno deve mettere le mani nella magistratura, deve decidere e incidere sui processi, sulle sentenze. Era il sogno di Berlusconi, di una vita bella e felice, per lui però; perché il vero sogno è cancellare i magistrati, considerare i magistrati come i criminali e i criminali come dei santi.
In questo senso l’opposizione alla Riforma di Nordio non è un affare di magistrati, è un affare di tutto l'intero paese, dei proletari e delle masse popolari che non si devono fare ingannare dal fatto che comunque la giustizia borghese è una giustizia negata, è una giustizia ingiusta, per dare credito ad un potere che vuole instaurare una dittatura dei ricchi, dei corrotti, dei Berlusconi. Una giustizia sempre di “due pesi e due misure” con un ministro che sta lì esclusivamente per rispondere agli interessi dei potenti e per stanare quella che è stata una giustizia mirata a colpire Berlusconi e dietro di lui tutto quel sistema di corruzione che vi è sempre stato, di affarismo, di legame con la grande malavita, la mafia in testa.
La riforma di Nordio è la riforma di Messina Denaro, di Totò Riina, è la riforma che protegge mafiosi, i corrotti e il potere, per mettere il bavaglio alla magistratura e alla stampa e costringere solo ad “occuparsi” – male, come sempre fa - solo dei poveri, dei proletari, degli immigrati che invece devono riempire le carceri, mentre i politici borghesi, di ogni tipo e di ogni colore, non devono passare neanche un giorno in prigione e non devono temere neanche l'ombra di essere denunciati e incriminati.
In un certo senso però ci fa piacere questa cosa, perché dimostra la sostanza del funerale di Berlusconi, in cui tutti si sono stretti al suo potere storico e alla sua figura.
Tutti loro però, perché, in realtà, nessun funerale di Stato - i giornali ne hanno parlato – è stato così poco partecipato come questo, per non dire a livello internazionale che è stato irriso, “cacato”, e ha dimostrato che il nostro paese è il paese della cuccagna piuttosto che un paese civile e democratico come naturale che esso voglia essere, e che in certe fasi lo è anche stato.
Essere contro lo Stato non significa non analizzare esattamente che cosa fa questo Stato e distinguere democrazia borghese e dittatura, arroganza, potere dittatoriale senza freni. Chi non lo fa è un oppositore di questo sistema ma non aiuta la lotta contro questo sistema.
Per fortuna ci sono delle manifestazioni
Innanzitutto il massimo saluto e sostegno alla manifestazione di Bologna che si tiene domani (oggi, ndr) che ha al centro la questione dell'alluvione, nel più generale problema della devastazione ambientale e degli effetti della crisi climatica sugli eventi che producono poi lutti e sciagure nel nostro popolo.
Non bisogna andare lontano, un giornale oggi scrive: “Ma la mia casa è sospesa e non ho visto un euro, uno degli abitanti di Modigliana, il paese delle mille frane. “L’ho costruita con mia moglie. Ora viviamo da sfollati, non so se riusciremo a tornarci”.
Nelle zone alluvionate gli sfollati restano sfollati, e le persone che hanno perso case, beni, averi, per non dire dell’immane tragedia di chi ha perso i familiari, sono lì ad aspettare la nomina di un commissario, un commissario che è diventato anch'esso una poltrona appetibile e una lotta per il potere.
Si toglie la nomina a Bonaccini - che sarebbe anche naturale, sempre è successo che i presidenti della Regione li fanno commissari, anche quando non lo meritano perché spesso sono corresponsabili delle stragi che vorrebbero commissariare - ma qui il governo vuole mettere mano su tutto: si vuole un commissario che sia del governo, che permetta al governo non di risolvere i problemi ma impedire che essi diventino fattore di ribellione della gente, oltre che mettere mani sul post alluvione, perché il post alluvione - e tutto il resto – è anche un grande business, un affare per i soliti noti.
A Bologna c'è una manifestazione nazionale che mette al centro questa questione e che è fatta da tante associazioni, organizzazioni, che sono dalla parte degli alluvionati e da una parte degli alluvionati che si sono organizzati.
Noi speriamo che riesca e ad essa va il sostegno dei proletari e di tutti coloro che sono all'opposizione di questo governo e dalla parte delle masse.
Però ripetiamo, ancora una volta: richiedere a governi che rispondono picche alle richieste delle persone e lasciano che i problemi si incancreniscono, ci spinge a considerare che questo tipo di manifestazione non è sufficiente per ottenere ciò che le masse vogliono. Le masse stesse, la gente, devono rendersi conto che le forme di lotta che storicamente vengono utilizzate in queste occasioni non sono sufficienti per ottenere risultati e che quindi bisogna si’ coltivare l’autorganizzazione, l'aiuto reciproco, la solidarietà, ma bisogna anche combattere le forze politiche sociali al potere che hanno provocato questo disastro, aggredendo un sistema sociale, le sue leggi che ne procureranno molti altri.
Altre manifestazioni ci sono nel nostro paese. Manifestazione a Messina contro questa follia - follia per mondo di dire - del ponte sullo stretto, un gigantesco business innanzitutto per coloro che lo pensano e che lo programmano sapendo bene che passeranno anni senza che verrà nulla, si butteranno miliardi per un'opera che obiettivamente la maggior parte di coloro che ne capiscono, oltre che le masse in generale della Sicilia della Calabria, non vogliono.
Il ponte sullo stretto è stato uno dei cavalli di battaglia di Berlusconi che oggi viene ripreso da Salvini per pura demagogia, per mettere mani soprattutto su grandi appalti, su grandi affari, perché rappresentanti di questi grandi appalti di questi grandi affari sono i governanti di questo paese e per molti di loro questa è la ragione per cui stanno in politica, per cui poi diventano ministri, per cui poi organizzano il sistema dei mass media, le leggi elettorali, affinchè con “quattro voti” si possa prendere tutto il banco, com'è la legge recente elettorale e come sarà ancor di più se andranno avanti nella riforma cosiddetta istituzionale.
Rapporto tra lotta sociale e potere politico oggi più importante che mai
Rifiutare la politica borghese, non andare a votare, è giusto e sacrosanto a fronte di questo sistema politico. Però se questo diventa passività sociale, se questo diventa che loro hanno nelle mani più strumenti per potere imporre i loro strumenti, i loro esclusivi interessi ai danni dei proletari e delle popolazioni, vuol dire che evidentemente dobbiamo pensare a un'altra forma di protesta, a non essere passivi in un non voto ma ad essere attivi (non certo in un voto che in questo sistema non cambia nulla) ma in un'azione diretta, in un’organizzazione diretta, in una visione di potere al popolo che poi significa potere alla classe sociale che in questo paese, prendendo il potere, può cambiare il modo di produzione, quindi la classe operaia, la classe che produce. Cambiare il modo di produzione per cambiare il sistema sociale, cambiarlo con l'autorganizzazione che poi non significa che ognuno fa la sua organizzazione ma costruire le proprie organizzazioni, il partito del proletariato, il fronte unito delle masse. E poi, sapendo che dovendo affrontare un potere che fa di tutto per mantenersi al potere - Berlusconi ne è stato uno straordinario esempio - occorrerà la forza, l'esercizio della forza, la costruzione di una forza necessaria ad eliminare il monopolio della forza dello Stato che fa morire migranti, che lascia gli alluvionati abbandonati, che fa leggi contro i poveri: reddito di cittadinanza no, salario minimo manco per idea, che liberalizza gli appalti, che poi vuol dire morti sul lavoro, stragi sul lavoro. Ecco la forza serve. Non bastano l'indignazione, la denuncia, la volontà di opposizione, il non essere d'accordo, internet, facebook.
Occorre costruire la forza per esercitare una forza di liberazione, la forza di liberazione proletaria e sociale che si chiama rivoluzione.
Un saluto agli operai della Stellantis e di Acciaierie d'Italia/ex Ilva di Taranto
Il 19 ci sarà un incontro su queste due vertenze: ma che sostanza hanno queste vertenze?
Abbiamo un governo che è tutto dalla parte dei padroni, padroni italiani, padroni europei, padroni indiani nel caso di ArcelorMittal. Come può un governo come quello di Meloni, che ha regalato ultimamente tanti soldi ad ArcelorMittal - come i precedenti governi chiaramente -, pensare che oggi possa risolvere i problemi del lavoro, dell'inquinamento nella città di Taranto e soprattutto permettere agli operai di essere protagonisti sia del lavoro, del lavoro sicuro, sia della trasformazione della fabbrica e della città, perché non sia una caterva di morti sul lavoro e da lavoro? Come si può pensare che un ministro come Urso possa dare soluzioni? Uno che è andato pochi giorni fa a Parigi ad omaggiare i padroni della Stellantis e a portargli tutto il suo saluto, mentre la delegazione operaia stava ai cancelli ed è stata ricevuta “dall'ultimo usciere” di quella fabbrica e il ministro del nostro paese stava invece a pranzo con i padroni?
Come si può sperare quindi che questo governo prenda dei provvedimenti? Anche quando dice di fare l'interesse nazionale, di difendere la produzione nazionale, sappiamo bene che difende i profitti non la produzione e i suoi piani non possono uscire dai canoni di un sistema che ha permesso che ci siano padroni come la Stellantis, padroni prima come Riva e oggi come ArcelorMittal.
Gli operai di queste due fabbriche sono stati accomunati in questa giornata del 19 come due vertenze da risolvere.
Quando si riuscirà a rovesciare la piramide e a far sì che gli operai di Acciaierie d’Italia/ex Ilva e gli operai della Stellantis si uniscano, che avranno una loro piattaforma, bloccheranno la fabbrica e andranno a Roma, ma andranno per fare casino, andranno in massa per far la guerra ai governi, quando succederà questo si potrà cominciare a pensare che qualche problema dello sfruttamento del lavoro in queste fabbriche e qualche problema sulla sicurezza e sulle morti sul lavoro e dell'inquinamento si potranno risolvere. Ecco oggi è l'ora
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