“… la carenza di manodopera è diventata una criticità
produttiva...” dice il quotidiano dei padroni italiani, Sole24Ore del 17
giugno, che non pensano nemmeno lontanamente di chiamare al lavoro i milioni di
disoccupati che ci sono nel nostro paese, ma chiedono un aumento del numero degli
immigrati per “i fabbisogni delle aziende”.
Lo scorso anno gli “ingressi” previsti dal “decreto flussi” sono
stati 70.000, che erano il doppio dell’anno prima, ma ai padroni non bastano
più: “… le richieste delle imprese sono pressanti … I fabbisogni delle
aziende … sono conclamati”.
Ma non basta solo aumentare il numero, i padroni chiedono
anche “Procedure accelerate e tempi dimezzati per assumere migranti
lavoratori qualificati”.
I padroni, come si vede, hanno fretta, e il governo si è
messo subito all’opera, e come!: “Tra i ministri dell’interno, Luciana
Lamorgese, e del Lavoro, Andrea Orlando, con i loro tecnici, è un susseguirsi
di confronti e sintesi tecniche” dice il quotidiano della Confindustria, e alla fine di tutta questa fatica: “Le
norme licenziate mercoledì dal Cdm sono indirizzate sia ai migranti lavoratori
del decreto flussi 2021 sia a quello in arrivo quest’anno. L’intento primario,
dunque, è di accelerare l’iter di immissione degli stranieri nel mercato del
lavoro a partire da quelli già in ballo.”
Le “procedure accelerate” prevedono anche che “I tempi
del rilascio dei visti delle autorità consolari si riducono da trenta a
venti giorni, i nulla osta al lavoro, soprattutto, dimezzano la
durata delle procedure: da 60 a 30 giorni” e la “possibilità che le verifiche
sui requisiti del datore di lavoro siano assolte da parte di professionisti
qualificati ma anche delle organizzazioni datoriali.” Troppa fretta per
stare a controllare i “requisiti”!
Questo documento del governo che si chiama “decreto flussi”
e viene emanato ogni anno, “è un Dpcm (decreto del presidente del consiglio)”
dice tutto contento il giornalista, e cioè non deve passare subito dal Parlamento!
Che comunque approva!
I padroni non vogliono perdere certo l’occasione (seppur all’interno di una crisi economica generale!) di approfittare di questo momento di possibile rilancio di alcuni settori dell’economia e cercare di fare ancora più profitti utilizzando questo immenso esercito industriale di riserva che comprende operai di tutto il mondo, un esercito precario per definizione e che facendo pressione sugli operai che già lavorano concorre ad abbassare di fatto il salario generale.
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