Ieri e oggi i quotidiani riportano con enfasi ciò che hanno
detto Marchionne, Elkann e i loro collaboratori in occasione del salone di
Ginevra, ma fino a questo momento si tratta di frasi che non cambiano veramente
la sostanza di ciò che già si sapeva, dato che viene confermato che il piano
2014-2017 della nuova Fiat Chrysler Automobiles, probabilmente quello vero,
sarà presentato il 6 maggio prossimo a Detroit.
Ma già così ci si può fare un'idea, e quando Marchionne decide
di parlare non lo fa a caso, in questa occasione ci tiene a far sapere che ha
bisogno ancora di un sacco di soldi e per questo ha un sogno, quello di poter
quotare l'azienda in borsa a Wall Street, la più grande del mondo: «il nostro
sogno è di farcela per il 1° ottobre». Dice poi che il finanziamento di Melfi a
cominciare da quello per la piccola Jeep è stato possibile grazie all'azienda
Usa, e questo è un rimprovero implicito per il governo italiano.
Rispetto agli investimenti per le "missioni produttive" nei vari stabilimenti del
paese, comunque, è sempre tutto in alto mare, nonostante i toni ottimistici su
Mirafiori: «Il polo del lusso è chiaro: Mirafiori e Grugliasco sono ormai abbinati»,
ha detto Marchionne. La produzione del Levante, il Suv destinato ad ampliare la
gamma Maserati dovrebbe arrivare all'obiettivo delle 50mila unità l'anno. Ma attualmente
la produzione a Grugliasco delle berline Quattroporte e Ghibli impiega circa
duemila persone, di cui metà circa arrivano da Mirafiori. E che fine faranno
gli altri 3000 operai?
A Melfi, invece, dice Marchionne: "La Jeep Renegade,
una piccola fuoristrada che viene già prodotta in pre-serie nello stabilimento
di Melfi, è la prima Jeep prodotta in Europa e dovrebbe saturare -
insieme alla 500X che verrà costruita sulla stessa piattaforma - lo
stabilimento... La produzione della Renegade partirà il 14 luglio seguita
«entro sei mesi» dalla 500X. Con queste due vetture, continua l'articolo, «io
spero di poter utilizzare tutti i nostri dipendenti di Melfi e magari anche
di farne lavorare anche qualcuno di Pomigliano» ha detto Marchionne."
"Dovrebbe…", "io spero…" Che bella
certezza per gli operai! e infatti: "Il riferimento a Pomigliano non è
casuale, proprio nel giorno in cui Fiat Chrylser fa sapere di aver avviato la
procedura per un altro anno di cassa integrazione per gli addetti dello
stabilimento campano; secondo quanto comunicato dai vertici aziendali a
sindacati ed Inps, la misura - che riguarda 1.200 addetti su 4500 - è
imposta dal persistere delle condizioni di crisi del settore: Fiat ha venduto
l'anno scorso 150mila Panda in Europa contro le 250mila che era l'obiettivo per
Pomigliano." E sulle condizioni di crisi Marchionne è chiarissimo,
smentendo tutto l'ottimismo di Renzi e dei suoi ministri, dice infatti: «La
crisi è ancora qui, anche se c'è un certo miglioramento» ha detto
Marchionne. La ripresa nel nostro Paese «non ci sarà nel 2014 e non ho la
minima idea se sarà nel 2015 o 2016; il vero problema è la
mancanza di capacità di spesa dei clienti finali».
Ecco qual è il vero problema! I "clienti finali"
sono gli operai innanzi tutto, oramai ridotti ad un salario da sussistenza e
per le masse popolari in generale che non possono più spendere! Mentre, invece,
Fiat Chrysler ha chiuso l'esercizio con ricavi in crescita del 2,8%, l'utile è salito da 896 milioni del 2012 a 1,95 miliardi nel
2013!
E infine i due della Fiat si sono lasciati andare anche a
valutazioni sul cambio di governo in Italia (nel frattempo si sa che il governo
canadese, che forse conosce meglio il suo pollo, in questo momento non si è piegato
al ricatto di Marchionne sugli investimenti per i quali aveva chiesto 700
milioni). «Noi siamo filogovernativi in maniera assoluta» ha detto Marchionne,
ed Elkann si è augurato che «ci sia la stabilità necessaria, e che produca
risultati positivi». Tanto positivi da decidersi a regalare altri incentivi, e
tanto per dare un ulteriore segnale la Fiat ha lanciato in anticipo una propria
campagna sugli "incentivi" all'acquisto di auto in Italia che ancora
non ci sono ma che ci dovranno essere.
Altre manovre come il taglio del cuneo fiscale e cioè un
altro regalo ai padroni, «erano dovute da parecchio tempo», mentre sul Jobs Act
di Renzi Marchionne non poteva essere più chiaro! Non sa che farsene dato che
ha già fatto l'accodo con i sindacati. Dice infatti: "La cosa importante
da riconoscere è che la Fiat ha preso una serie di accordi con i
sindacati, che hanno creato una base su cui portare avanti il
nostro progetto industriale in Italia. L'impegno nostro è invariato
anche senza il jobs act».
L'ultima notizia di una certa importanza, per adesso, è che
"In Canada verrà prodotto dal 2016 anche il primo modello ibrido plug-in
(con batterie ricaricabili dalla rete) del gruppo Fiat Chrysler."
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