giovedì 10 novembre 2011

pc 10 novembre - napoli, demagistris democratico radicale in televisione.. reazionario e poliziesco contro i disoccupati bros

Patto bipartisan per isolare i violenti e rilanciare le politiche occupazionali.

La fumata bianca arriva al termine di un vertice in Prefettura: il governatore Stefano Caldoro, il presidente della Provincia Luigi Cesaro e il sindaco Luigi de Magistris fanno squadra per affrontare insieme la sfida del lavoro. Un chiaro messaggio che le istituzioni lanciano ai Bros, protagonisti nelle scorse ore di un tentativo di aggressione ai danni del primo cittadino. Nel corso della riunione Regione, Provincia e Comune concordano anche «l’avvio di un’adeguata campagna di comunicazione, finalizzata a sensibilizzare il mondo imprenditoriale, attraverso i soggetti istituzionali che operano nel settore dello sviluppo e dell’attrazione degli investimenti, sulle iniziative, anche economiche, di stimolo dell’incrocio tra domanda ed offerta». Sulla disoccupazione la risposta è unanime: l’obiettivo è «garantire la massima trasparenza degli incentivi all’offerta di lavoro e la piena parità di trattamento di chi aspira a trovare occupazione». Per l’assessore regionale Severino Nappi «l’intesa siglata in Prefettura rappresenta una svolta strategica. Ora – dice – mi sento meno solo». Sono tre le principali direttrici su cui si concentrano gli sforzi degli amministratori locali: giovani, donne, disoccupati e inoccupati di lungo periodo. Le misure individuate nel piano varato l’anno scorso dalla Regione – dall’apprendistato ai dottorati, alla ricollocazione dei disoccupati e dei licenziati – saranno attuate attraverso procedure semplificate. Cruciale è il rapporto con la rete delle piccole e medie imprese: saranno il motore della formazione che, rispetto al passato, è stato totalmente rivoluzionato. Sono infatti scomparsi i corsi di formazione che garantivano sussidi a pioggia per lasciare il posto ad un modello mirato alle reali esigenze occupazionali. Ciò avviene attraverso tirocini, contratti di apprendistato, stages, work-experiences. Nei mesi scorsi la Regione ha inoltre stanziato 194 milioni per la creazione e l’innovazione delle imprese e per la sicurezza sul lavoro: 10 milioni sono rivolti alla nascita di imprese spin-off dal sistema della ricerca pubblica; 15 milioni per incentivi alla creazione di impresa allo start up; 80 milioni per favorire la crescita di nuove aziende in settori innovativi; 25 milioni per aiuti alle imprese sociali. La sinergia istituzionale andrà dunque di pari passo con la necessità di non fare sconti a violenti e prepotenti: tutti hanno pari diritti – è il ragionamento fatto in Prefettura – e non possono esistere le corsie preferenziali rivendicate dai gruppi organizzati. L’obiettivo delle istituzioni è dunque garantire la crescita dei livelli occupazionali, anche attraverso la politica dei grandi eventi, ma con una formazione mirata alle richieste del mercato, non progettata a tavolino. I primi risultati, stando ai dati, sono incoraggianti: per la prima volta dal 2005 in Campania si registra un saldo positivo dell’occupazione (30mila unità in più). © RIPRODUZIONE RISERVATA



«Basta carrozzoni e violenti. Il lavoro è un diritto che va garantito a tutti, non esistono corsie preferenziali». L’assessore regionale Severino Nappi non fa sconti a nessuno: «Non c’è più spazio per il posto a comando. Bisogna rimboccarsi le maniche e dimostrare il proprio valore». Quali saranno, in concreto, gli effetti del patto anti-violenti? «Adesso mi sento meno solo perché abbiamo inaugurato un percorso nuovo. Con Provincia e Comune di Napoli abbiamo condiviso la linea che stiamo portando avanti da un anno: io e il governatore Stefano Caldoro siamo sotto scorta proprio per le scelte coraggiose adottate sulle politiche occupazionali e per aver detto dei no scomodi. C’è un impegno comune a costruire lavoro vero, non più a sistemare un certo numero di disoccupati. Questa filosofia, infatti, ha prodotto solo danni: prima si creavano società miste per dare uno stipendio a chi non l’aveva, senza preoccuparsi della funzione da assegnare a queste aziende. Così sono state tolte opportunità alla comunità. Non deve più accadere». I Bros, però, sono tornati alla carica. «Dev’essere chiaro a tutti che non esistono più strade privilegiate per accedere al lavoro perché ciò danneggerebbe gli altri cittadini. È ciò che sto spiegando a coloro che mi chiedono aiuto. Ricevo ogni giorno gente comune da tutta la Campania, certo non solo Bros. E tanti, dalla signora incinta all’operaio che ha perso il posto e per questo ha litigato con la moglie, hanno il problema di mettere un piatto a tavola. Il metodo adottato dai gruppi organizzati, invece, non produce alcun beneficio. Non esiste il diritto al posto. Il punto è che ai disoccupati non è stato insegnato ciò che serve». Il nuovo piano è operativo da un anno. Quali risultati sono stati raggiunti? «Come nel trimestre precedente, anche nel periodo luglio-settembre si registra un aumento degli occupati rispetto allo stesso periodo del 2010. Significa che la strada imboccata è quella giusta e bisogna percorrerla fino in fondo. In dieci anni in Campania è stato speso un miliardo di euro per le politiche passive del lavoro. Avremmo potuto utilizzare queste risorse per creare sviluppo». Come pensate di invertire definitivamente la tendenza? «Formando le professioni che servono, potenziando il rapporto con le imprese ed i sindacati, incrementando le politiche per i giovani e le donne, elaborando un sistema informatico che consenta di incrociare domanda e offerta. In questo modo vogliamo dar vita, passo dopo passo, a nuove opportunità. L’unico criterio di selezione dev’essere il merito, non ci interessa altro». ger.aus. © RIPRODUZIONE RISERVATA




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