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– “apologia del terrorismo”,
– “organizzazione o partecipazione a un gruppo terroristico”,
– “possesso illegale di esplosivi”,
– “reclutamento di terroristi”,
– “preparazione al furto di armi”
– e “tentato colpo di Stato”.
Secondo OVD-Info, Pavel Matisov, veterano della cosiddetta “DNR” [Donetsk People’s Republic, Repubblica popolare del Donetsk], ha ricevuto 22 anni di carcere (di cui 8 da scontare in carcere di
massima sicurezza), il pensionato Yuriy Efimov — 18 anni, il medico Aleksey Dmitriev , il fondatore del Circolo — 20 anni in una colonia penale a regime severo, il volontario Rinat Burkeev, anche lui ex-combattente nella DNR — 16 anni, e l’ex-deputato del Partito comunista Dmitriy Chuvilin — 20 anni.Il loro arresto era avvenuto a fine febbraio 2022, nei giorni immediatamente successivi all’invasione dell’Ucraina.
Il circolo marxista di Ufa è nato nel 2016. I membri erano soliti riunirsi ogni mercoledì presso un museo dedicato a Stalin, creato dal Partito Comunista, per discutere del Capitale di Marx, nonché di altri classici del pensiero marxista, e dell’attualità politica.
Tra il 2018 e il 2019, tre nuovi partecipanti, ex-combattenti in Donbass nel 2014, iniziarono a proporre la creazione di un’organizzazione con tanto di statuto, soprannomi e inscenando esercitazioni durante uscite in natura con granate softair. Uno di loro, Sergey Sapozhnikov, ha poi testimoniato contro gli altri membri del circolo presso l’FSB (i servizi di sicurezza della Federazione russa). La sua testimonianza è diventata la base dell’accusa per “terrorismo”.
In realtà, nessuna prova materiale è stata portata a sostegno dell’accusa. Per questo la Corte, in difetto di prove materiali, ha ritenuto di ordinare ad una commissione di “esperti” di valutare se le lezioni, le relazioni e i testi di lettura del Circolo si potessero considerare “attività terroristica”. Ebbene, sì. Per gli “esperti” la semplice lettura del capolavoro di Lenin “Stato e rivoluzione” è indice di “estremismo”, dal momento che si tratta di un “manuale terroristico” – a parere della Corte, “il solo significato lessicale della parola ‘rivoluzione'” contiene l’intento di rovesciare lo stato con la violenza (questo è indiscutibile).
Il 66enne Yurij Efimov, affetto da diabete di tipo I, ha concluso la sua auto-difesa con queste parole:
«Sono una persona anziana e malata, non torturatemi, fucilatemi e basta; non capisco nemmeno di cosa vengo accusato».
Il riferimento alla tortura non è casuale, perché l’altro imputato Dmitriev ha riferito durante l’udienza di essere stato picchiato al petto e alla testa, e di avere subito la minaccia di essere violentato nel carcere di Ekaterinburg, con l’intento di costringerlo a testimoniare contro sé stesso firmando una dichiarazione sotto dettatura.
notizia tratta da il pungolo rosso
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