in italia, i covi sionisti votano estrema destra: quindi?
L’edizione di domenica ventuno dicembre della cloaca massima dello pseudo giornalismo italiano d’accatto contiene un pezzo – firmato da tale Alberto Giannoni – sul presunto rapporto tra l’islamismo e la formazione politica francese – La France Insoumise – guidata dal trotzkista Jean Luc Mélenchon.
L’intento dell’imbrattacarte è ovviamente quello di infangare il partito di maggioranza relativa all’Assembea elettiva parigina, insinuando che approfitterebbe delle simpatie per esso da parte di una buona fetta dei musulmani abitanti delle banlieues, e dei predicatori in particolare.
Va da sé che nessuna formazione politica, in qualunque contesto essa agisca, sarebbe così autolesionista da rifiutare l’appoggio di una comunità che conta milioni di adepti: questo però non significa automaticamente che ne condivida i valori, approfitta soltanto della situazione in chiave elettorale.
Si pensi al caso dell’Italia, dove la destra radicale e fascista approfitta da decenni delle indicazioni di voto per essa – giustificate dalla delusione per il comportamento della “sinistra” – da parte degli esponenti più in vista di alcune dei più numerosi covi sionisti presenti nel Paese.
La cosa più grave dello scritto sopra collegato è la seguente frase sull’islamismo che, ad avviso dell’incompetente pennivendolo, «non è religione ma una forma di ideologia e potere costruita sull’integralismo religioso. Una minaccia per la democrazia liberale».
Forse il tizio in questione non ne è a conoscenza – in questo caso, però, l’ignoranza non è una scusa accettabile – ma la definizione che egli affibbia alla religione maomettana si attaglia perfettamente anche a quella spacciata dagli ebrei attraverso la pratica razzista e suprematista del sionismo.

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