domenica 7 marzo 2010

Il PD difende Napolitano, ovvero Berlusconi

"Io sono l'erede di Vittorio Emanuele III, quello che non mosse un dito sulla marcia su Roma" così Travaglio vorebbe che Napolitano dicesse, e di questo si tratta.
La firma di napolitano è l'ultima firma a provvedimenti di stampo fascista fatti dal governo, così come alle porcate di vario genere e tipo, e altre ne seguiranno.
E se qualcuno lo attacca, come Di Pietro ma anche altri intellettuali e giuristi, il PD scende in campo a difenderlo, a tenerlo fuori, gli uomini di D'Alema in testa.
Il PD è complementare alla marcia moderno fascista, è il tipo di opposizione che serve allo scopo, la "opposizione di sua maestà", appunto, di Napolitano/Vittorio Emanuele III.
Ma c'è un altra opposizione, quella di Ferrero, che giustamente denuncia l'altro golpe, quello del collegato sul lavoro, dell'abolizione dell'art.18, ma qual'è la sua proposta lo dice oggi sul Manifesto "Presidente, ora non firmare l'articolo 18".
Ora, bisogna essere affetti da acuto cretinismo istituzionale per dire questo.
Firmerà, firmerà ...
Napolitano è il presiente giusto per il governo Berlusconi, perché permette a leggi di parte, soprusi, violazioni della Costituzione, di passare come leggi legittime.
Anche se ogni tanto nel suo furore dittatoriale Berlusconi se ne scorda, Napolitano è il migliore dei presidenti possibili.
Ma purtroppo non ci sono soltanto il PD e ferrero, vi sono tanti operai e lavoratori, spesso impegnati in lotte dure per il lavoro o per diritti, che, ispirati da dirigenti sindacali spesso Fiom, o da dirigenti politici della falsa sinistra, lanciano appelli a Napolitano, mandano lettere, chiedono di incontrarlo, sperando che interceda - con quali risultati poi lo vedono a loro spese.
Ora , anche alla luce del Napolitano di questa stagione, bisogna dire basta e contrastare apertamente questo approccio, mostrarne il contenuto illusorio, la visione sbagliata e perfino l'indegnità sindacale, politica e morale, riaffermando la necessità esclusiva della lotta di classe e dei metodi di classe, sindacali e politici, per portare avanti le proprie rivendicazioni.

proletrai comunisti
7 marzo 2010

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