Per comprendere in parte ciò che distingue proletari comunisti dai carc e altri gruppi 'comunisti', il 12 marzo è una delle opportunità.
Tutti questi gruppi sostengono lo sciopero del 12.
proletari comunisti no.
La loro presenza sindacale è negli apparati dei sindacati confederali o sindacati di base che siano, sempre e comunque negli apparati.
Fanno parte della coda della presenza del riformismo nelle file del proletariato
e non dell'avanguardia del proletariato, che fuori e contro tutto questo deve purtroppo camminare.
Ancora con piccoli passi ma determinati.
Riportiamo di seguito le posizioni che noi promuoviamo e sosteniamo nel sindacalismo di base e di classe.
proletari comunisti
10-3-2010
Mentre le fabbriche in lotta vengono praticamente abbandonate dai sindacati confederali, Cgil e Fiom comprese, come si può verificare in ogni fabbrica, ogni territorio.
Mentre sui posti di lavoro si continua una campagna sfrenata per impedire l'azione autonoma e indipendente del sindacalismo di base e di classe, lo sciopero del 12 va per conto suo.
La macchina Cgil prosegue al servizio del PD e della patetica richiesta di nuova fase concertativa.
L'attacco all'art.18 viene agitato con mossa da disperati dell'ultima ora per dare credibilità a uno sciopero che non ne ha.
Ci penserà poi la grancassa mediatica a inventarsi cifre che non esistono in natura.
Come chiunque operi sui posti di lavoro lo può facilmente verificare, tranne sinistri e gruppi che frequentano solo apparati sindacali e vivono di articoli di giornale, o che considerano le lotte operaie solo occasione per autopropaganda
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
cobasta@fastwebnet.it
10-3-2010
CONTRO IL COLLEGATO LAVORO -
SIAMO BEN OLTRE LA SEMPLICE 'ABOLIZIONE DELL'ART:18..
Alla Tenaris Dalmine con il volantinaggio di oggi alle portinerie si inizia una campagna nazionale dello slai cobas sui posti di lavoro che informi e organizzi una
vera mobilitazione di massa che vada oltre lo sciopero e preveda in aprile occupazione delle sedi governative, blocchi di strade e tutte le forme di
mobilitazione democratica e di massa necessarie
7 marzo 2010
Slai COBAS per il sindacato di classe
SULLO SCIOPERO DEL 12 MARZO.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe non aderisce allo sciopero del 12 marzo indetto dalla CGIL, perchè esso, né nei suoi contenuti, né nelle sue forme, risponde all'esigenza di mobilitazione della classe operaia e dei lavoratori.
Lo sciopero generale che serve ai lavoratori è quello che imponga a padroni il blocco dei licenziamenti, la tutela dei salari reali, l'abolizione della Legge Biagi, il miglioramento del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, il cambiamento del sistema di elezioni degli RLS per rafforzarne la rappresentatività e i poteri, l'internalizzazione dei servizi essenziali della P.A. e dei Enti locali, il lavoro per i disoccupati in particolare nel Sud nella raccolta differenziata, bonifica ambientale, risanamento dei quartieri e dei territori, l'opposizione alle controriforme della sanità, della scuola e dei servizi sociali in genere, l'opposizione alla TAV. al Ponte, ecc., la ricostruzione de L'Aquila e dei paesi terremotati e disastrati, ecc..
Questo sciopero non ha questi obiettivi. Su molti di questi obiettivi la posizione della Cgil è contraria. Nei singoli posti di lavoro e nei contratti di numerosi settori, la Cgil è saldamente unita ai sindacati filopadronali, filogovernativi e di regime.
Uno sciopero oggi, anche alla luce dell'ultimo attacco all'art. 18 e ai diritti contrattuali dei lavoratori, deve porre la caduta del governo Berlusconi, come obiettivo per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori. Anche questo obiettivo è del tutto escluso dallo sciopero del 12.
Per tutte queste ragioni è da escludere l'adesione allo sciopero dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Uno sciopero generale di questo genere deve essere costruito dal basso con l'unità del sindacalismo di base e di classe ovunque collocato, dei comitati e organismi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e di tutte le realtà che lottano sui posti di lavoro, nei territori contro le politiche di padroni e governo.
Uno sciopero peraltro largamente poco sentito dalla maggioranza degli operai e lavoratori, costruito dall'alto e dagli apparati, con l'obiettivo di assumere una rappresentanza generale e tornare a quei tavoli da cui padroni e governo tendono ad escludere la Cgil.
A fronte del " collegato sul lavoro" la Fiom più consapevole delle difficoltà di riuscita dello sciopero nelle fabbriche, ha dichiarato nella giornata del 4 marzo uno sciopero generale, sempre per il 12, in difesa dell'art. 18. Una sorta di "ultima ora" per salvare lo sciopero della Cgil, in difesa dello sciopero della Cgil più che in difesa dell'art. 18.
L'affermazione della Fiom che lo sciopero del 12: "a questo punto dovrà avere come punto fondamentale la difesa del contratto nazionale e l'art. 18", servirà forse al gioco congressuale dentro la Cgil in cui la posizione della Fiom è in minoranza e in via di ridimensionamento, ma vuole dare per fatto ciò che è ancora da fare: cioè uno sciopero generale per fermare la mano del governo, che paralizzi il paese - come in Grecia - e ne imponga la caduta.
A questa posizione della Fiom non va data alcuna copertura.
E' bene che le posizioni del sindacalismo di classe si esprimano autonomamente sui posti di lavoro, e, se fatte con chiarezza, anche in occasione delle manifestazioni.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
cobasta@fastwebnet.it - 5.3.2010
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