Tre sono gli aspetti su cui concentrare la denuncia e la mobilitazione contro il governo Meloni.
Prime fra tutti sono le questioni internazionali
con la loro ricaduta in Italia, di cui la principale è il piano di riarmo che conducono tutti gli Stati e i governi
imperialisti e su cui il governo Meloni e il suo ministro Crosetto hanno assunto
chiari impegni internazionali: aumentare le spese militari, partecipare a tutte
le missioni militari dell'imperialismo nelle guerre in corso; con la corsa di armo
e spese militari scaricate sui proletari e le masse popolari.
La seconda importante questione è la posizione del governo sulla Palestina
che anche in Parlamento è stata indegna sotto tutti gli aspetti.
Il governo non denuncia il genocidio perché ne
è complice, e si tratta del governo di un Paese che è il terzo fornitore di armi
ad Israele. Sono quindi anche armi italiane quelle che uccidono donne, bambini e
il popolo palestinese nella striscia di Gaza.
Il governo ha fatto più volte sapere
direttamente e indirettamente di non riconoscere il verdetto della Corte Penale
internazionale relativo all'arresto di Netanyahu, caporione della guerra
genocida nei confronti del popolo palestinese.
La terza questione è la marcia reazionaria all'interno di questo Paese verso l'edificazione di uno Stato di polizia, al cui centro vi è il nuovo decreto sicurezza, che torna in Parlamento il 26 maggio con l'intenzione dei partiti di maggioranza di approvarlo rapidamente e di applicarlo.
Tutto questo è anticipato dall'atteggiamento delle forze di polizia nei confronti delle manifestazioni: non c'è giorno che non vi sia un intervento, da quelli di più larga scala nei confronti delle proteste, in particolare nelle manifestazioni sulla Palestina, a quelle di "eccesso di zelo" come è stato a Putignano, in cui le forze dell'ordine hanno preteso che venisse tolta dal balcone una bandiera palestinese.
Nessun commento:
Posta un commento