Nonostante gli annunci roboanti anche del ministro Urso che “all’inizio dell’anno aveva
annunciato per febbraio la presentazione a Termini Imerese del piano
industriale insieme a Ross Pelligra. Un appuntamento slittato a data da
destinarsi e scomparso dai radar” alla ex Fiat di Termini Imerese non si è mosso praticamente
niente. Anzi. Adesso è arrivata pure la sorpresa, per chi ancora in tutta
questa telenovela si sorprende!, della vendita da parte di Pelligra addirittura
dell’80% delle sue azioni, praticamente la proprietà è passata di mano.
Ma in tanti fanno raccolta di “brutte figure”, per dirla in
maniera semplice, tra questi c’è l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, che adesso “si
limita a sottolineare, non senza nervosismo, che «la Regione continuerà a
vigilare sul piano di rilancio e sulla salvaguardia dei lavoratori».”
Il nuovo proprietario, infatti, secondo le notizie di Repubblica, è per il 70,22% la Nicolosi Trasporti, di
Gaetano Nicolosi, ex patron del Catania Calcio! mentre alla cooperativa edilizia Caec va il 19,78% e Pelligra rimane con il 10%! E cosa ci deve fare la Nicolosi Trasporti, colosso catanese della logistica guidato da Gaetano Nicolosi, nello stabilimento? Un enorme garage per i Tir?Ma la faccia tosta di questi padroni, ai quali tutti, dai
politici ai sindacalisti confederali, dicono di sempre di sì!, non finisce qui,
perché Pelligra ha il coraggio di smentire e dice che si tratta di «Una situazione transitoria – si
affrettano a chiarire dalla holding – Pelligra Italia ha scelto due partner
strategici per il territorio e rimane alla guida del progetto smentendo
qualsiasi notizia relativa a una vendita».
Intanto
di concreto c’è che non sono mai partiti i famigerati “corsi di
riqualificazione” per i 350 operai rimasti né la ristrutturazione dei capannoni!
E del piano industriale e delle aziende che dovevano installarsi nello
stabilimento nemmeno l’ombra!
“Ad
aggiungere incertezze – continua il quotidiano degli Agnelli - anche la frenata
della statunitense Renesys Energy che a Termini doveva produrre batterie di
ultima generazione ma che con i chiari di luna di Donald Trump sui dazi sembra
aver preso tempo.
Mentre per
gli operai ci sono stati anche i ritardi nel pagamento della cassa integrazione
che sembra (perché anche qui gira aria di “mistero”) sia stata anticipata
proprio dal Nicolosi.
È proprio
ora che gli operai mandino davvero tutti, padroni politici e sindacati a… quel
paese, e decidano di dare una svolta seria a questa assurda, lunghissima
vertenza, impegnandosi direttamente con la lotta!
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