Il comparto della costruzione delle auto in tutto il mondo
continua ad “aggiornare” i suoi dati negativi che si approfondiscono sempre di
più. I dati riportati dal Sole 24 Ore del 28 maggio riguarda la Toyota, con fabbriche praticamente in tutto il mondo, che “ha
drasticamente ridotto il suo piano di produzione globale per giugno. Una prima
volta martedì, con 100mila veicoli in meno a causa della perdurante
carenza di microchip. Una seconda volta ieri scendendo di altri 50.000
veicoli, a 800.000. Corolla, Rav4 e Prius tra i modelli più coinvolti.”
La “ragione” in questo caso viene attribuita alla chiusura
del “più grande mercato mondiale”, quello della Cina, che incide sia sulla
domanda che sulle forniture, soprattutto di semiconduttori. Per questi microchip
alcuni prodotti base provengono quasi esclusivamente dalla Russia e dall’Ucraina
come il nichel e il neon per esempio.
La Toyota “che nel 2021 è stato il primo produttore automobilistico”,
in maniera piuttosto ottimistica “ha affermato che punta a produrre 9,7 milioni
di veicoli in tutto il mondo nell’anno finanziario in corso, sebbene non
escluda un calo delle stime. La società ha dichiarato che sospenderà le operazioni
in alcuni dei suoi stabilimenti in Giappone nella settimana del 6 giugno
E come è noto, visto che si tratta del più grande mercato
mondiale, anche tante altre case subiranno i contraccolpi, aggravando “l’incertezza
per le case automobilistiche.”
E aggravando la condizione di milioni di operaie e operai che dovranno subire, quando va bene, la cassa integrazione!
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